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LA BELLA E LA BESTIA: VINCENT CASSEL E LÉA SEYDOUX NELLA RILETTURA DELLA CLASSICA FIABA FIRMATA DAL REGISTA CHRISTOPHE GANS (SILENT HILL)
Dalla 64. Berlinale - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 27 FEBBRAIO
"Non ho cercato di fare un remake di Cocteau, ma piuttosto un nuovo adattamento del racconto... Ci sono dei film francesi per i quali un remake è inconcepibile. 'Amanti Perduti', per esempio, è un prodotto chiuso, finito, serrato. Al contrario, 'La Bella e la Bestia' è intriso di cose non dette, di bianchi, di spazi volontariamente lasciati da parte da Cocteau. Quando mi sono imbattuto nel racconto di Madame de Villeneuve, notavo ogni volta i passaggi che Cocteau aveva tralasciato. Il mercante, ad esempio, non lo interessava molto, serve appena ad introdurre la Bestia. Allo stesso modo, la personalità delle due sorelle e le origini della maledizione del principe non attiravano quasi per nulla la sua attenzione. Una risposta, una sola in tutto e per tutto, ci spiega questa maledizione ('I miei genitori non credevano alle fate, e queste li hanno puniti'). Cocteau lascia molte porte aperte, ed io mi ci sono infilato con la mia versione".
Il regista e co-sceneggiatore Christophe Gans
Galleria Fotografica:
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