I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Russell Crowe affronta il tema spinoso dell'esorcismo incarnando Padre Gabriele Amorth per Julius Avery ne 'L'esorcista del Papa', ispirato ai veri scritti del capo esorcista del Vaticano - Dal 13 Aprile
Alessandro Gruttadauria (Padre Gianni) Derek Carroll (Dottore) River Hawkins (Enzo) Ralph Ineson (Demone) (Voce)
Musica: Jed Kurzel
Costumi: Lorna Marie Mugan
Scenografia: Alan Gilmore
Fotografia: Khalid Mohtaseb
Montaggio: Matt Evans
Effetti Speciali: Paul Byrne (supervisore)
Makeup: Emma Moffat
Casting: Amy Dolan, Daniel Hubbard, Anne McCarthy
Scheda film aggiornata al:
10 Giugno 2023
Sinossi:
In breve:
Ritratto della figura reale di Padre Gabriele Amorth (Russell Crowe), un sacerdote che ha agito come principale esorcista del Vaticano e che ha eseguito più di 100.000 esorcismi nella sua vita. (È morto nel 2016 all'età di 91 anni.) Amorth scrisse due memorie - An Exorcist Tells His Story e An Exorcist: More Stories - e descrisse dettagliatamente le sue esperienze di lotta contro Satana e i demoni che avevano stretto le persone nel loro male.
Il film racconta la storia di Padre Amorth che, indagando sulla terrificante possessione di un ragazzo, finirà per scoprire una cospirazione secolare che il Vaticano ha disperatamente cercato di tenere nascosta.
Synopsis:
Portrayal of a real-life figure Father Gabriele Amorth, a priest who acted as chief exorcist of the Vatican and who performed more than 100,000 exorcisms in his lifetime. (He passed away in 2016 at the age of 91.) Amorth wrote two memoirs -- An Exorcist Tells His Story and An Exorcist: More Stories -- and detailed his experiences battling Satan and demons that had clutched people in their evil
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Quando noi scherziamo sul diavolo e diciamo che non esiste è l’istante in cui egli ride (è più felice)â€
Quando hai un monumento come Russell Crowe a bordo, il voto politico è già incorporato alla partenza. Se poi c’è altro da imbarcare, allora si può aumentare la media. Purtroppo non è questo il caso: se L’esorcista del Papa di Julius Avery (Son of a Gun, Overlord, Samaritan) si riesce a seguire, tollerando le innumerevoli fragilità fin dalle sue fondamenta, lo si deve solo al poderoso interprete primario. Russell Crowe dilata qui la sua aura non solo sul personaggio di Padre Amorth, realmente esistito, il cui operato ha peraltro offerto fonti autorevoli di ispirazione, da cui con tutta probabilità si è qui deviato, quanto basta per affrescare un ibrido poco ortodosso, e persino tiepido, a dispetto di tanto dispiego di forze, per un mixer di splatter plateale e alquanto spiccio. La sua
Inutile anche solo azzardare un confronto: dopo il capostipite del 1973, L’esorcista di William Friedkin, capolavoro di genere e apripista inarrivabile che ancora oggi, dopo cinquant’anni, detiene lo scettro regale, ogni tentativo di tornare sul tema frana ancora prima di
raggiungere la cima. Per inciso, al veterano esorcista, padre Gabriele Amorth, proprio William Friedkin ha dedicato il recente, e discusso, documentario The Devil and Father Amorth. E’ mia modesta convinzione che basterebbe avere buon gusto e senso della misura, per limitarsi alla citazione discreta e non invasiva, ma se si ha la pretesa di insistere e persino di esasperare il registro delle possessioni, caricandone peso e responsabilità sulle debolissime spalle di un bambino traumatizzato dalla morte del padre - al punto da aver perduto la parola - così come quello di Henry (Peter DeSouza-Feighoney), magari allargando il cerchio alle possessioni multiple, allora si può incorrere nel grosso guaio dello splatter reiterato ad oltranza, incorrendo nell’inevitabile, triste spettacolo, che non ha nulla da dire, con l’unica preoccupazione solo di mostrare. Soprattutto alla luce di effetti poi, che potrebbero risultare ottimi per un ‘fumettone’ di genere, e che comunque nulla hanno a
che vedere con il realismo declinato in classe ‘vintage’ di chi, ai suoi tempi, ha fatto sul serio, al punto da impressionare lo spettatore a lungo nel tempo, e non certo per il solo gusto di far spettacolo.
Eppure, l’ombra lunga del Padre Gabriele Amorth di Crowe, come esorcista del Papa (Franco Nero in seconda e neppure troppo brillante), disinvolto e sfrontato pure di fronte ad una risibile e macchiettistica ‘commissione disciplinare vaticana’ decisa a fargli il terzo grado proprio sul suo operato, sembra ‘assolvere’ ogni magagna di questo film che ha il grave difetto di negarsi una direzione precisa. Un’ombra lunga provvidenziale dunque, quella di Russell Crowe - con la monumentalità iscritta nel suo DNA - sempre pronta a spuntare ad ogni angolo per riportare entro gli argini della credibilità anche quello che credibilità non ha.
Il lato mistery poi, su cui Dan Brown si sarebbe prodigato per consumare fiumi
Comunque, a dispetto di tutto l’umorismo della personalità vestita da Crowe per il suo Padre Amorth (dai natali modenesi), a cavalcioni della sua lambretta targata Ferrari - il tipo che fa cucù alle suore tanto quanto alla commissione di disciplina vaticana che si vede costretto a
punto da rendere necessaria la reciproca Confessione, malgrado già effettuata in passato. Del resto la possessione avvenuta in Terra consacrata conferma l’eccezionalità della situazione, così come l’acquisizione e la riconsacrazione postume della stessa Abbazia da parte del Vaticano.