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    L'ESORCISTA DEL PAPA

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Russell Crowe affronta il tema spinoso dell'esorcismo incarnando Padre Gabriele Amorth per Julius Avery ne 'L'esorcista del Papa', ispirato ai veri scritti del capo esorcista del Vaticano - Dal 13 Aprile

    (The Pope's Exorcist; USA 2022; Biopic; 103'; Produz.: 2.0 Entertainment, Jesus & Mary, Loyola Productions; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana L'esorcista del Papa

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    Celluloid Portraits:



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    Titolo in italiano: L'esorcista del Papa

    Titolo in lingua originale: The Pope's Exorcist

    Anno di produzione: 2022

    Anno di uscita: 2023

    Regia: Julius Avery

    Sceneggiatura: Chester Hastings, R. Dean McCreary, Evan Spiliotopoulos

    Soggetto: Film biografico della Sony Screen Gems su padre Gabriele Amorth, scomparso nel 2016 a 91 anni e per decenni esorcista del Vaticano.

    Preliminaria - Film precedenti:

    Al veterano esorcista, padre Gabriele Amorth, William Friedkin ha dedicato il recente e discusso documentario The Devil and Father Amorth

    Cast: Russell Crowe (Padre Gabriele Amorth)
    Daniel Zovatto (Padre Esquibel)
    Alex Essoe (Julia)
    Franco Nero (Papa)
    Laurel Marsden (Amy)
    Cornell John (Emmanuel Milingo)
    Peter DeSouza-Feighoney (Henry)
    Ryan O'Grady (Cardinale Sullivan)
    Paloma Bloyd (Interprete)
    Pablo Raybould (Vescovo Barbuto)
    Edward Harper-Jones (Amorth da giovane)
    Victor Solé (Dottore spagnolo)
    Tom Bonington (Dottore del Vaticano)
    Carrie Munro (Adella)
    Bianca Bardoe (Rosaria)
    Cast completo

    Musica: Jed Kurzel

    Costumi: Lorna Marie Mugan

    Scenografia: Alan Gilmore

    Fotografia: Khalid Mohtaseb

    Montaggio: Matt Evans

    Effetti Speciali: Paul Byrne (supervisore)

    Makeup: Emma Moffat

    Casting: Amy Dolan, Daniel Hubbard, Anne McCarthy

    Scheda film aggiornata al: 10 Giugno 2023

    Sinossi:

    In breve:

    Ritratto della figura reale di Padre Gabriele Amorth (Russell Crowe), un sacerdote che ha agito come principale esorcista del Vaticano e che ha eseguito più di 100.000 esorcismi nella sua vita. (È morto nel 2016 all'età di 91 anni.) Amorth scrisse due memorie - An Exorcist Tells His Story e An Exorcist: More Stories - e descrisse dettagliatamente le sue esperienze di lotta contro Satana e i demoni che avevano stretto le persone nel loro male.

    Il film racconta la storia di Padre Amorth che, indagando sulla terrificante possessione di un ragazzo, finirà per scoprire una cospirazione secolare che il Vaticano ha disperatamente cercato di tenere nascosta.

    Synopsis:

    Portrayal of a real-life figure Father Gabriele Amorth, a priest who acted as chief exorcist of the Vatican and who performed more than 100,000 exorcisms in his lifetime. (He passed away in 2016 at the age of 91.) Amorth wrote two memoirs -- An Exorcist Tells His Story and An Exorcist: More Stories -- and detailed his experiences battling Satan and demons that had clutched people in their evil

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Quando noi scherziamo sul diavolo e diciamo che non esiste è l’istante in cui egli ride (è più felice)â€

    Quando hai un monumento come Russell Crowe a bordo, il voto politico è già incorporato alla partenza. Se poi c’è altro da imbarcare, allora si può aumentare la media. Purtroppo non è questo il caso: se L’esorcista del Papa di Julius Avery (Son of a Gun, Overlord, Samaritan) si riesce a seguire, tollerando le innumerevoli fragilità fin dalle sue fondamenta, lo si deve solo al poderoso interprete primario. Russell Crowe dilata qui la sua aura non solo sul personaggio di Padre Amorth, realmente esistito, il cui operato ha peraltro offerto fonti autorevoli di ispirazione, da cui con tutta probabilità si è qui deviato, quanto basta per affrescare un ibrido poco ortodosso, e persino tiepido, a dispetto di tanto dispiego di forze, per un mixer di splatter plateale e alquanto spiccio. La sua

    è come una proiezione salvifica che si allunga su un film in cui la regia sembra quasi esser rimasta a guardare: altrimenti non si spiegano le terribili interpretazioni dei coprotagonisti, che rischiano di far franare la baracca, ai limiti della parodia. La location elettiva dell’abbazia in Spagna ereditata dal marito defunto da un anno, cui approdano la vedova e madre single, nell’intento di restaurarla per poi rivenderla e rifarsi una vita, con i due figli - una ragazza ribelle secondo il cliché adolescenziale e un ragazzino di lì a poco prescelto dal Male - appare subito debole già fin dall’impalcatura narrativa primaria: il livello di recitazione fa il resto, rasentando l’affossamento.

    Inutile anche solo azzardare un confronto: dopo il capostipite del 1973, L’esorcista di William Friedkin, capolavoro di genere e apripista inarrivabile che ancora oggi, dopo cinquant’anni, detiene lo scettro regale, ogni tentativo di tornare sul tema frana ancora prima di

    raggiungere la cima. Per inciso, al veterano esorcista, padre Gabriele Amorth, proprio William Friedkin ha dedicato il recente, e discusso, documentario The Devil and Father Amorth. E’ mia modesta convinzione che basterebbe avere buon gusto e senso della misura, per limitarsi alla citazione discreta e non invasiva, ma se si ha la pretesa di insistere e persino di esasperare il registro delle possessioni, caricandone peso e responsabilità sulle debolissime spalle di un bambino traumatizzato dalla morte del padre - al punto da aver perduto la parola - così come quello di Henry (Peter DeSouza-Feighoney), magari allargando il cerchio alle possessioni multiple, allora si può incorrere nel grosso guaio dello splatter reiterato ad oltranza, incorrendo nell’inevitabile, triste spettacolo, che non ha nulla da dire, con l’unica preoccupazione solo di mostrare. Soprattutto alla luce di effetti poi, che potrebbero risultare ottimi per un ‘fumettone’ di genere, e che comunque nulla hanno a

    che vedere con il realismo declinato in classe ‘vintage’ di chi, ai suoi tempi, ha fatto sul serio, al punto da impressionare lo spettatore a lungo nel tempo, e non certo per il solo gusto di far spettacolo.

    Eppure, l’ombra lunga del Padre Gabriele Amorth di Crowe, come esorcista del Papa (Franco Nero in seconda e neppure troppo brillante), disinvolto e sfrontato pure di fronte ad una risibile e macchiettistica ‘commissione disciplinare vaticana’ decisa a fargli il terzo grado proprio sul suo operato, sembra ‘assolvere’ ogni magagna di questo film che ha il grave difetto di negarsi una direzione precisa. Un’ombra lunga provvidenziale dunque, quella di Russell Crowe - con la monumentalità iscritta nel suo DNA - sempre pronta a spuntare ad ogni angolo per riportare entro gli argini della credibilità anche quello che credibilità non ha.

    Il lato mistery poi, su cui Dan Brown si sarebbe prodigato per consumare fiumi

    di inchiostro nell’intrecciare sotto trame in seno alla storia pilota, qui occhieggia timidamente qua e là mentre muore sul nascere. La sede di un’abbazia da ristrutturare nel cuore della Spagna si rivela anche il cuore di un certo mistero, con il Diabolico proprio in seno al Sacro, purtroppo appena lambito nel film, sostanzialmente superficiale, sotto ogni aspetto. Luogo dove per l’appunto è il Papa ad inviare Padre Amorth/Crowe, in soccorso del ragazzino posseduto, nella convinzione e consapevolezza che si tratti di un demone particolarmente pericoloso. Papa senza un nome in particolare, mentre si è alla ricerca di quello del demone, importante fattore per tentare di debellarlo. Papa d’altra parte all’altezza temporale di Giovanni Paolo II, con cui il vero Padre Amorth sembra aver realmente collaborato. Per inciso, azzardo l’ipotesi: che dietro la ragazza non creduta dall’esorcista del Papa, perché ritenuta non posseduta ma con problemi mentali, sulla scia degli abusi

    condotti, a sua detta, in Vaticano, ci sia un velato riferimento ad Emanuela Orlandi? Ai fini della storia del film quel che più importa è il ruolo focale dei sensi di colpa dell’uomo, perno su cui potenzialmente può far leva il cosiddetto, famigerato diavolo, o Male, che dir si voglia. Così “Attento, i tuoi peccati ti troveranno†diventa per l’appunto il leitmotiv che alimenta l’obiettivo di sanare quanto contaminato - nella maniera più banalmente devastante che ci si aspetterebbe - dal predatore delle anime per eccellenza. “Alla fine si arrenderà perché non sopporterà il dolore della preghiera†si augura Padre Amorth/Crowe. Sarà davvero così?

    Comunque, a dispetto di tutto l’umorismo della personalità vestita da Crowe per il suo Padre Amorth (dai natali modenesi), a cavalcioni della sua lambretta targata Ferrari - il tipo che fa cucù alle suore tanto quanto alla commissione di disciplina vaticana che si vede costretto a

    fronteggiare, per breve tempo, giacché taglia la corda ben prima di essere congedato, quando argomenta su certe questioni, legate alle possessioni demoniache, parla sul serio e non scherza affatto. Personaggio di cultura elevata - nella realtà giornalista, avvocato, teologo e scrittore - nel film, tramite Crowe Padre Amorth esprime con cognizione di causa la sua opinione in proposito: che nel 98% dei casi si tratti di casi legati alla sfera psichiatrica, e solo il 2% di reale e fattiva ‘possessione’ che chiama per l’appunto con il suo nome: ‘Male’. Nel film, manco a dirlo, va in scena proprio quel 2%, al punto da travalicare ogni limite e confine di possessione fino a raggiungere lo stesso Padre Amorth - unico momento ‘macchiettistico’ per Crowe - vittima dei suoi sensi di colpa e paradossalmente ‘salvato’ dall’improbabile sostegno del mediocre sacerdote spagnolo, a sua volta con i suoi bravi, indegni, scheletri nell’armadio. Al

    punto da rendere necessaria la reciproca Confessione, malgrado già effettuata in passato. Del resto la possessione avvenuta in Terra consacrata conferma l’eccezionalità della situazione, così come l’acquisizione e la riconsacrazione postume della stessa Abbazia da parte del Vaticano.

    Insomma, alla luce di quanto illustrato fin qui, scavalcando l’innegabile carisma di Russell Crowe anche nella veste sacrale di Padre Gabriele Amorth, ci si augura che le voci per cui sarebbe nato un ‘franchise’ narrativo sul personaggio, si rivelino infondate. Perché i toni sarebbero inevitabilmente sempre più denigratori e persino blasfemi laddove forse, peraltro, non sarebbe il caso di ‘stuzzicare il can che dorme’. E neppure chi lo tiene a bada, a giudicare dal giudizio espresso sul film dall’Associazione Internazionale degli Esorcisti fondata nel 1994 dallo stesso Padre Amorth. Certo che gli altri 199 siti ‘dove Dio non è il benvenuto’ e l’incarico di coppia (Padre Amorth e l’altro sacerdote spagnolo) con cui

    si conclude il film, fa temere il peggio!

    Links:

    • Russell Crowe

    • Franco Nero

    • L'esorcista del Papa (BLU-RAY + DVD)

    1 | 2

    Galleria Video:

    L'esorcista del Papa - trailer ufficiale

    L'esorcista del Papa - trailer ufficiale (V.O.)

    L'esorcista del Papa - spot 'Segreti'

    L'esorcista del Papa - spot 'La Verità'

    L'esorcista del Papa - spot 'Scusa Mamma!'

    L'esorcista del Papa - spot 'Complotto'

    L'esorcista del Papa - featurette 'Vignetta' (sub ITA)

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