RECENSIONE - I recuperati di CelluloidPortraits - Dalla 79. Mostra del Cinema di Venezia - Seconda prova di regia per Olivia Wilde dopo La rivincita delle sfigate (2019) - Dal 22 Settembre
(Don't Worry Darling; USA 2021; dramma horror noir; 122'; Produz.: New Line Productions, Vertigo Entertainment; Distribuz.: Warner Bros. Italia)
Sceneggiatura:
Katie Silberman, Carey e Shane Van Dyke
Cast: Florence Pugh (Alice) Harry Styles (Jack) Olivia Wilde (Bunny) Chris Pine (Frank) Gemma Chan (Shelley) Nick Kroll (Bill) Douglas Smith (John) Sydney Chandler (Violet) KiKi Layne (Margaret) Timothy Simons (Dean) Dita Von Teese (Ballerina di Burlesque) Kate Berlant (Peg) Ari'el Stachel (Kevin) Marcello Reyes (Fred) Daisy Sudeikis (Rosie)
Musica: John Powell
Costumi: Arianne Phillips
Scenografia: Katie Byron
Fotografia: Matthew Libatique
Montaggio: Jennifer Lame e Andrew Leven
Effetti Speciali: Jeremy Hays (supervisore)
Makeup: Heba Thorisdottir (direzione)
Casting: Ben Harris, Allison Jones
Scheda film aggiornata al:
13 Novembre 2022
Sinossi:
Ambientato negli anni '50 il film racconta la storia di Alice (Florence Pugh), una casalinga sposata con Jack (Harry Styles), che vive con il marito in una comunità sperimentale, isolata e utopica, conducendo un'esistenza idilliaca. In questa comunità idealizzata, che raccoglie famiglie felici, vige il concetto di ottimismo sociale, tipico di quel decennio, e portato avanti anche dallo stesso amministratore delegato Frank (Chris Pine), che gestisce ogni aspetto della vita in questo idilliaco luogo. Gli uomini passano le loro giornate nel quartier generale del Victory Project, un progetto top-secret dedicato allo "sviluppo di materiali innovativi". Le donne, compresa la compagna di Frank, Shelley (Gemma Chan), trascorrono il tempo a godersi la comunità con i suoi agi e lussi. Apparentemente la vita perfetta, dove ogni bisogno del residente viene prontamente soddisfatto dall'azienda e l'unica cosa chiesta in cambio è l'impegno lavorativo e la discrezione sul progetto in atto.
Quando Alice inizia a chiedersi cosa suo marito faccia alla Victory e a quale scopo, inizia sospettare che Jack possa avere segreti con lei. Ben presto la donna si renderà conto che sotto il velo perfetto dell'apparenza si nascondono cose terribili, che porteranno la sua splendida vita a disfarsi pezzo dopo pezzo. Ma è pronta a perdere tutto pur di far conoscere la verità ?
Short Synopsis:
A 1950's housewife living with her husband in a utopian experimental community begins to worry that his glamorous company may be hiding disturbing secrets.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“C’è bellezza nel controllo, c’è grazia nella simmetria, ci muoviamo insiemeâ€
la patinata felicità non è autentica, che felicità è? Se poi a fare scelte e a dare il là alla ‘serafica’ vita quotidiana sono solo gli uomini, beh è chiaro che le domande si moltiplicano.
sesso. Ed ecco che allora, il ‘maschio alpha’ di turno, pur innamorato della moglie che ritiene infelice - quando ad essere infelice per la mancanza di veder soddisfatti i propri bisogni, di fatto è proprio lui - fa una scelta a dir poco azzardata e discutibile a ‘favore’ di entrambi. Ma questo lo scopriamo solo verso la fine, per indizi, per i frammenti della memoria di chi le domande, ha cominciato a farsele da un pezzo, e parecchie. A tenere le fila della falsa compostezza dominante di un’intera comunità di coppie è il montaggio in ripresa dall’alto che fissa nel rituale quotidiano della colazione mattutina, toast imburrato, caffè caldo, bacon e uova, lo standard di una vita costruita e perfetta se non fosse solo di … copertina. E diventa una sorta di mantra allo scopo di far rientrare ogni crepa nei ranghi della normalità apparente: con tanto di corale e
sincronizzata partenza delle auto dei mariti al lavoro.
Qualcuno ha tirato in ballo il mitico The Truman Show di cui Don’t Worry Darling sembra riprendere certe declinazioni di perfezione cittadina da cartolina tipiche della finzione di una realtà costruita e dunque non vera, diretta e manipolata dal ‘deus machina’ di turno. Allora era Ed Harris (Christof) ai danni dell’ignaro Truman (Jim Carrey) a controllare la vita in diretta, ora è il Frank di Chris Pine. Ma sotto i riflettori ora, c’è lei, la Alice di Florence Plugh, e c’è lui, il Jack di Harry Stiles (superstar della musica pop imprestata al cinema, qui al suo primo ruolo da protagonista), in mezzo ad altri che replicano l’ordinato assetto familiare e comunitario di casalinghe, mogli dei dipendenti del progetto ‘Victory’: di fatto una comunità sperimentale in cui anche l’idillio, allestito come un set, non basta a nascondere del tutto le sue crepe. Crepe
Ci sono parecchie scene in cui la Wilde instilla come fossero gocce, simboli significanti, tra cui ad esempio la reiterata coreografia ‘floreale’ di ballerine anni Venti in bianco e nero e i gusci delle uova vuoti stritolati dalle mani della protagonista. Del resto la stessa storia del film, a ben vedere, sembra aver molto meno a che vedere con la rivendicazione dei diritti femminili, e molto di più con l’etica universale del singolo individuo e della sua libertà in seno alla collettività . Se rapportato a quanto abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni, Don’t Worry Darling sembrerebbe portavoce simbolico e metafora di molto altro: riecheggiando piuttosto come un monito contro ogni tipo di manipolazione in nome di una salvezza preconfezionata che, indebitamente, va ad escludere ogni scelta e libertà personali. Beh, vai a vedere che Olivia Wilde andrà tenuta d’occhio, come attrice, pur sempre valida, ma ancor più
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer 2 ufficiale:
clip '10 minuti in anteprima':
Perle di sceneggiatura
Alice (Florence Pugh): Tu e io.
Jack (Harry Styles): Sempre, tu e io.
Frank (Chris Pine): A voi mogli, noi uomini chiediamo tanto, chiediamo forza, cibo pronto, una casa pulita e discrezione prima di tutto.
Mary (Olivia Wilde): L'unica cosa che ci chiedono è restare qui, qui al sicuro.
Alice: Ci stanno mentendo su tutto!
Alice: Tutti mi trattano come se fossi pazza, ma io non sono pazza.
Jack (Harry Stiles): “Lo sai che non possiamo parlare. Tu continuando così metterai a rischio tutto, la nostra vita insieme. Ti prego, cerca di rientrare in teâ€
Alice: No mi fido di lui e non voglio più stare qui, non voglio.