I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal 3 Giugno - L’uomo più ricco sulla terra. Un giovane scrittore in crisi. Un’ancestrale leggenda navajo diretta dal visionario regista Lech Majewski (I Colori della Passione, Onirica)
"L’essenza dell’arte è il contrasto. Qui abbiamo un contrasto enorme tra sistemi di valori diversi: da un lato il mondo ancestrale dei Navajo, abitanti della Valle degli dei, e dall’altro quello del magnate Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco del mondo. Tutto ciò che accade lo vediamo attraverso gli occhi e le descrizioni di uno scrittore (Josh Hartnett). Non sappiamo se abbia rappresentato la pura realtà o se l’abbia piegata alla sua scrittura. Siamo nella mente dell’artista, e questa è l’idea alla base del filmâ€.
Il regista e sceneggiatore Lech Majewski
(Valley of the Gods; POLONIA/LUSSEMBURGO/USA 2019; Dramma Sci-Fi d'avventura; 126'; Produz.: Royal Road Entertainment, Angelus Silesius, Domino Film, Instytucja Filmowa Silesia-Film, Odra Film, LumiconFx, Lightcraft, Centrum Technologii Audiowizualnych, Fundacja Tumult; Distribuz.: CG Entertainment in collaborazione con Lo Scrittoio)
Scenografia: Christopher R. DeMuri e Lech Majewski
Fotografia: Lech Majewski e Pawel Tybora
Montaggio: Lech Majewski e Norbert Rudzik
Makeup: Dominika Dylewska (direzione); Shalyse Lopez, Greg T. Moon e Anna Warot
Casting: Venus Kanani e Mary Vernieu
Scheda film aggiornata al:
23 Marzo 2022
Sinossi:
In breve:
Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco sulla terra e collezionista di arte, vive nascosto dal mondo in un misterioso palazzo, conservando un segreto che lo tormenta. John Ecas (Josh Hartnett), dopo una separazione traumatica dalla moglie, inizia a scrivere la biografia di Tauros e accetta un invito nella sua magione. La società del magnate, che estrae uranio, ha deciso di scavare anche nella Valle degli Dei, violando una terra sacra: secondo un’antica leggenda Navajo tra le rocce della Valle sono rinchiusi gli spiriti di antiche divinità .
In dettaglio:
Wes Tauros, l’uomo più ricco sulla Terra e collezionista di arte, vive nascosto dal mondo in un misterioso palazzo, conservando un segreto che lo tormenta. John Ecas, dopo una separazione traumatica dalla moglie, inizia a scrivere la biografia di Tauros e accetta un invito nella sua magione. La società del magnate, che estrae uranio, ha deciso di scavare anche nella Valle degli Dei, violando una terra sacra: secondo un’antica leggenda Navajo tra le rocce della Valle sono rinchiusi gli spiriti di antiche divinità .
Mentre sta attraversando una crisi coniugale, lo scrittore John Ecas raggiunge il Navajo Tribal Park della Monument Valley. Lì intende ritrovare la concentrazione per scrivere un nuovo romanzo, ma si accorgerà ben presto che non sarà affatto semplice.
Nonostante quel luogo sia sacro per i Nativi d’America, il miliardario Wes Tauros ha deciso di intervenire con tutte le sue ingenti risorse per trasformare la zona in un’area mineraria, dalla quale estrarre prezioso (e richiestissimo) uranio. I Navajos non tarderanno a muoversi per cercare di bloccarlo, ma anche John non potrà evitare di prendere una posizione.
Tra omaggi al cinema e a grandi autori del passato, e con un brillante sguardo sul presente, il film pone argomenti di estremo rilievo e propone spunti che riguardano l’uomo e il suo rapporto con la natura, oltre che con forze superiori e inafferrabili, che spesso dimentica di rispettare.
Short Synopsis:
Entwines Navajo lore with a reclusive trillionaire and his would-be biographer, creating a fascinating, mysterious and idiosyncratic vision of America.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Tutte le pietre tratteggiano il respiro di coloro che giacciono in silenzio"
Chiunque si accosti ad un film del regista di origini polacche Lech Majewski, per il quale sarebbe più opportuno parlare di ‘opera’ in senso lato, deve tener presente che:
"Majewski è un cineasta brillante la cui estetica inquietante è elaborata attraverso una mente vivace e un'immaginazione idiosincratica, frenata e temperata dalla storia, e catturata sullo schermo con il rigore e il perfezionismo di un artista che sarebbe capace di intagliare castelli negli stuzzicadenti. Nei suoi film le grandi categorie della nostra esistenza – il pubblico e il privato, il personale e il politico, il mondo della Natura e quello creato dall'uomo – si dissolvono costantemente l'uno nell'altra".
E’ Philip Kennicott del “Washington Post†a scrivere questo, in merito alla retrospettiva su Lech Majewski realizzata nel 2007 dal MoMA, poi presentata all'Art Institute of Chicago, al Portland Art Museum, al Cleveland's
Wexner Arts Center, al SIFF di Seattle, all'UCLA Film Archive, al Berkeley Art Museum, e alla National Gallery di Washington DC.
E la chiave di tutto sta in quell’illuminante aggettivo qualificativo, ‘inquietante’, scelto per definire l’indefinibile, l’estetica di Majewski, più artista che cineasta nel senso stretto del termine: è ben noto da I colori della Passione come il processo di lavoro del regista sia alquanto prossimo a quello di un pittore. Tant’è che la parabola evolutiva della luce è ciò che salta agli occhi fin dal primo fotogramma in Valley of the Gods. Un paradigma estetico che si intesse con l’arte, di cui qui Majewski fa ricorso a piene mani, con il mito e l’antichità : ed è per l'appunto il caso dei Navajo, con tutto il bagaglio completo di una speciale filosofia di vita, credenze e tradizioni in stretta relazione con la natura incontaminata della valle che abitano, con orgoglio
e purezza di spirito. Ma le citazioni e i richiami all’arte, al mito e all’antichità sono qui generosamente multiple e poliedriche, da richiamare persino la cultura egizia.
fattore legato alla finzione. Tutt’altro. Il Navajo Tribal Park della Monument Valley, è una realtà , e sta giusto dietro la rievocazione, in quella ‘Valle degli dei’ dove Majewski fa approdare lo scrittore John Ecas di Josh Hartnett, in piena crisi coniugale. E’ qui che si trova il Wes Tauros di John Malkovich, l’uomo più ricco sulla terra e collezionista di arte che vive nascosto in un misterioso palazzo, mentre conserva un segreto che lo tormenta. Non sarà affatto semplice per Ecas/Hartnett tentare di raccapezzarsi per scrivere qualcosa riguardo l’enigmatico magnate, la cui società , che per l'appunto, estrae uranio, ha deciso di scavare anche nella Valle degli Dei, incurante di violare una terra sacra, scrigno di antiche divinità cui si legano i Navajo.
E’ dunque il modo di esprimere i concetti, che sembrano galleggiare in vero marasma, ad essere, come dire, ‘alternativo’, veicolato più attraverso ‘sensazioni’ ad impressione, che attraverso i fatti.
Un linguaggio più ‘simbolico’ che letterale, in cui il fattore reale è presente ma è percepito quasi come una sfumatura in seno all’infinito prisma immaginifico di tensioni interiori, tra volontà e desideri, dolore della perdita, e aspirazione alla rinascita, che sia possibile, oppure no. Per questo dominano gli effetti visivi, che sono di un impatto assolutamente travolgente, perfino ‘inquietante’, appunto, da cui occhieggiano, d’altra parte, intuizioni brillanti che definiscono il lignaggio più nobile dell’intelletto, solo apparentemente affidato al caos, di fatto incastonato in una cornice, inevitabilmente ‘barocca’, che ben risponde alla sfrenata immaginazione della scrittura. Se è ben noto il potere catartico della scrittura, in Valley of the Gods, è volutamente celebrato, in particolar modo nel sublime e spiazzante finale: dove lo scrittore, ancora legato alla tradizione dello scriba che non conosce computer, siede di fronte alla sua scrivania, scaricata dalla propria auto in quella valle, all’inizio del film. Ed
Valley of the Gods - featurette 'Lech Majewski presenta Valley of the Gods ed in esclusiva i primi 5 minuti del film!' (versione originale sottotitolata)
Valley of the Gods - featurette 'John Malkovich – Il mio ruolo in Valley of the Gods' (versione originale sottotitolata)
Valley of the Gods - featurette 'Josh Hartnett su Valley of the Gods – Dal Making of' (versione originale sottotitolata)
Valley of the Gods - featurette 'Keir Dullea - La catapulta di Da Vinci' (versione originale sottotitolata)