Dalla 67. Berlinale (9-19 Febbraio 2017 - RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e Preview in English by Owen Gleiberman (www.variety.com) - Dal 1° Marzo
"Volevamo qualcosa che si sentisse fosse molto diverso, molto nuovo e, in ultima analisi, molto umano. PerchĂŠ mi sembra che la forza degli X-Men e quella di Wolverine sia piĂš nella loro umanitĂ piuttosto che nei superpoteri. Nellâesplorare questo personaggio per lâultima volta, ho voluto arrivare al cuore di qualcuno che era piĂš umano di quello che i suoi artigli potrebbero far pensare... Entrambi volevamo un film che fosse a se stante. Questo è molto piĂš
realistico di tutto quello che abbiamo fatto prima nel franchise degli X-Men e forse anche di tutti gli altri comicmovies. Eâ molto piĂš umano"
L'attore Hugh Jackman
"Hugh (Jackman) e io eravamo entrambi indecisi se farne un altro... Se avessimo dovuto farlo, lo avrei portato da qualche parte che mi interessava, da qualche parte nellâintimitĂ e nei sentimenti primordiali, una storia basata sui personaggi in cui esploriamo le paure e le debolezze di questi immensi eroi, un film che li rendesse piĂš umani"
Il regista e co-sceneggiatore James Mangold
(Logan; USA 2017; Dramma d'azione Sci-Fi; 135'; Produz.: Donners' Company, Marvel Entertainment, TSG Entertainment e Twentieth Century Fox Film Corporation ; Distribuz.: 20th Century Fox)
Sceneggiatura:
Michael Green, Scott Frank e James Mangold
Cast: Doris Morgado (Maria) Hugh Jackman (Logan/Wolverine) Boyd Holbrook (Donald Pierce) Dafne Keen (Laura Kinney/X-23) Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X) Stephen Merchant (Caliban) Elizabeth RodrĂguez (Gabriela) Richard E. Grant (Dr. Zander Rice) Mary Peyton Stewart (Damigella d'onore) Elise Neal (Kathryn Munson) Daniel Bernhardt (Reaver Bone Breaker) Eriq La Salle (Will Munson) Lauren Gros (Damigella d'onore) Juan Gaspard (Ragazzo senzatetto) Krzysztof Soszynski (Mohawk) Cast completo
Saber Bankson (Ragazzo mutante) Dave Davis (Impiegato al minimarket) Mark Ashworth (Barista) Reynaldo Gallegos (Rey) Katie Anne Mitchell (Infermiera militare) Hannah Westerfield (Attrice) David Kallaway (Danny Rhodes) Lara Grice (Rivenditore d'auto) James Moses Black (Maggiore) Julia Holt (Patron del Casino) Rebecca Chulew (Infermiera) Holly Bonney (Teenager al ballo di fine anno) Jaden Francis (Ragazzo mutante) Michael Love Toliver (Agente Fbi) Ted Ferguson (Nonno all'incontro di preghiera) Lennie Loftin (Jackson) Phi Vu (Teenager al ballo di fine anno) Anthony Escobar (Federale) Matthew McClain (Burned Face Reaver) Justin Lebrun (Reaver) Gonzalo Robles (Forze Speciali) Al Coronel (Comandante Federale) Christopher Heskey (Reaver) Damon Carney (Clay) Quincy Fouse J. Nathan Simmons (Bighellone al negozio di liquori) Frank Gallegos (Tenente Federale) Zach Mooney (Giovane ragazzo al funerale) William Schaff (Fireman) Han Soto (Valet) Richard Beal (Cittadino) Lizeth Hutchings (Infermiera) Diane Mozzone (Cowboy) Aaron Mitchell (Rivenditore di auto usate) Ron M Patterson (Patron del Casino) Ronald Joe Vasquez (Addetto alla sicurezza) Gregory Paul Valdez (Agente FBI) Jon Arthur (Addetto alla sicurezza al Casino) Josh Stephenson (Patron del Casino) Jonathan Louis Ramos (Patron del Casino) Levi Daniels (Special Ops) Edsel Pete (Polizia Federale) Tony Beard (Addetto alla sicurezza al Casino) Michael J. Bradford (Cowboy/Patron del Casino) Ann McKenzie (Nonna alla funzione religiosa) Jay Oliver (Motorize) Omar Rubio (Guardia) Brian Aranda (Special Ops) Eric Berris (Pedone) Ricky Autiello (Surgeon) Samantha Hopkins (Nipote alla funzione religiosa) James Donald (Cowboy al Casino) Edgar Leza (Polizia Federale) John Raymond (Pastore) Artie Mozzone (Cowboy) Sadarias Harrell (Giocatore) Chuck Newsom (Venditore di droga) Clayton Salberg (Agente FBI sotto copertura) Steve Kish (Addetto alla sicurezza) Paul Adkins (Forze Speciali) Kirk H. Andersen (Patron del Casino) Erica Austin (Damigella) Alexander Glenn (Forze Speciali) Richard Blake Suarez (Venditore di droga) Daymond C. Roman (Forze Speciali)
Musica: Marco Beltrami
Costumi: Daniel Orlandi
Scenografia: François Audouy
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Michael McCusker e Dirk Westervelt
Effetti Speciali: Captured Dimensions, Gentle Giant Studios,CreatureFX Lead, Image Engine Design, Rising Sun Pictures, Soho VFX e Halon Entertainment
Makeup: Jonny Bullard, Miki Caporusso, Daniel Casillas
Casting: Lisa Beach e Sarah Katzman
Scheda film aggiornata al:
30 Marzo 2017
Sinossi:
In breve:
Nel prossimo futuro, un esausto Logan si prende cura di un malato Professor X in un nascondiglio al confine con il Messico. Ma i tentativi di Logan di nascondersi dal mondo e dalla sua ereditĂ si rivelano inutili quando incontra una giovane mutante, inseguita da forze oscure.
Commento critico (a cura di FRANCESCO ADAMI)
Logan - The Wolverine è il terzo film dedicato al personaggio di Wolverine, e la terza collaborazione tra il regista James Mangold e l'attore Hugh Jackman. Le avventure di Wolverine e degli X-Men, hanno subito spesso una notevole decostruzione temporale e uno stravolgimento degli avvenimenti, pertanto volendo collocare questo ultimo film all'interno dell'universo degli X-Men, potremmo affermare che si svolge circa 50 anni dopo gli avvenimenti accaduti nel lungometraggio X-Men: Giorni di un futuro
passato. Logan ora vive isolato e segnato dal passaggio di un tormentato tempo, lavorando come autista a pagamento. Finito il lavoro, trascorre le giornate al confine con il Messico, assieme ai suoi compagni, l'emarginato Calibano e il Professor X. I mutanti sono oramai quasi estinti ed il Professore è un novantenne malato, affetto da crisi epilettiche, che creano un enorme disordine verso gli ambienti e le persone colpite dalla influente mente inferma del vecchio mutante. L'evento scatenante
di tutta la narrazione, avviene nel momento in cui Logan deve scortare una stramba ragazzina, Lara Kinney, che molto presto si rivelerĂ essere una nuova mutante dalle
caratteristiche simili al noto Wolverine. Lara e Logan dovranno sfoderare gli artigli per affrontare nemici e creature potenziate in una missione al confine tra la vita e la morte, che porteranno l'affaticato e noto guerriero verso un crudo destino in un mondo realistico.
La sceneggiatura è fin troppo semplice e un po' scontata, mentre l'aspetto piÚ intrigante e anche satirico è il rapporto tra Logan e Charles, simile a quello tra un novantenne e il suo assistente, quest'ultimo pronto ad affrontare i capricci dell'anziano come il rifiuto di assumere medicinali. La potenza ed il vigore dei due supereroi è un ricordo impolverato, la vecchiaia e l'affaticamento dovuto dal trascorrere del tempo influiscono nello sviluppo di nuove sofferenze maggiormente ampliate dai poteri, che lentamente consumano
il loro corpo. Il lato introspettivo, e dunque la psicologia dei protagonisti principali, in particolare di Logan, vengono evidenziati al meglio. Si coglie il lavoro molto accurato sulla caratterizzazione dei
personaggi, rispetto ai precedenti film degli X-Men, lavoro coerente al fine di presentare un quadro globale della storia di Wolverine, che si conclude con questo ultimo capitolo.
Notevole l'interpretazione dell'esordiente Dafne Keen nel ruolo di Lara la quale, a soli 11 anni, è riuscita ad rendere vivo un personaggio incostante, pieno di rabbia, di poche parole, con esigenze da ragazza ed il comportamento da killer spietato. Maestrale l'intensità espressiva di Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier/Professor X, il quale riesce a mantenere viva la drammaturgia scenica nelle sequenze piÚ riflessive e pacate che donano al film una struttura elaborata. Il film negli States è stato vietato ai minori di 17 anni, a causa delle numerose scene di sfrenata violenza: salteranno
agli occhi le teste infilzate o decapitate con i vari squartamenti, il tutto invaso dalla pura brutalitĂ . Questo elemento di dura violenza rende il film completamente separato dalle precedenti pellicole dove era presente Wolverine. Infatti, sin dal momento in cui hanno progettato la storia, James Mangold e Hugh Jackman, hanno di proposito voluto distaccarsi da una continuitĂ e rendere il film un'avventura a sĂŠ stante.
Il film è stato girato in digitale con Arri Alexa, le riprese si sono svolte a New Orleans e nel Nuovo Messico. Lo scenografo Francois Auduoy ha utilizzato quattro teatri che la NASA ha nell'impianto di Michoud, per costruire imponenti set, tra cui la fonderia che funge da nascondiglio e l'hotel-casinò di Oklahoma. Notevole il lavoro svolto dai vari stuntmen impegnati nelle sequenze acrobatiche d'azione e soprattutto anche lo
sforzo della piccola Dafne Keen che, grazie all'esperienza nella ginnastica e nelle arti aerobiche, è riuscita a
padroneggiare in modo molto efficiente le varie coreografie di lotta. Questo film è un avvenimento atteso al fine di chiudere in un certo modo un filo narrativo legato ad alcune situazioni ed al personaggio di Wolverine. A tal proposito l'attore Hugh Jackman ha dichiarato di voler abbandonare definitivamente il ruolo del noto
personaggio con questa ultima interpretazione. Il film è stato presentato fuori concorso al Festival di Berlino dopo il quale anche Patrick Stewart ha dichiarato di voler lasciare il ruolo del Professor X, avendo in questi anni dato tutto il possibile per il suo personaggio. Logan - The Wolverine è il crudo ritratto di un passaggio generazionale, rappresentante la caduta degli dei mutanti a favore di una nuova mutata identità .
Secondo commento critico (a cura di Owen Gleiberman, www.variety.com)
The third 'Wolverine' film brings the saga to a satisfying finish, as Hugh Jackman's mutant slasher finds his powers on the wane.
âLogan,â the third and final chapter in the âWolverineâ series (though itâs the 10th â count âem â âX-Menâ film, and not necessarily the last), opens in 2029 on the outskirts of El Paso, where Logan (Hugh Jackman) steps out of the beat-up limo he now drives for a living to confront the goons who are trying to strip the car. To say that Logan looks the worse for wear would be putting it mildly. Heâs a drunk, with mottled skin and his trademark sci-fi muttonchops grown into a scraggly beard. (The beard looks like a virus thatâs going around, as if Jackman were warming up to play Mel Gibson.)
Optics aside, itâs Loganâs mutant prowess thatâs really been tamped down. In any previous installment, a skirmish with
mere mortals wouldnât have been much of a contest, but Loganâs razory knuckle-blades no longer pop with the same alacrity, and though bullets donât kill him, he doesnât quite bounce back from them either. (Later that night, he has to force them out of his chest.) Is Wolverine growing old? Yes, but itâs worse than that. After all these years, his admantium enhancements are poisoning him, a process that can be delayed with the right serum but not reversed. Then again, it would be understandable if he were also feeling a touch of âX-Menâ fatigue.
As a movie, âLoganâ takes a cue from its heroâs slowed-down metabolism of invincibility. Directed by James Mangold, whose last feature was âThe Wolverineâ (2013) â one of the most dynamic entries in the âX-Menâ cosmos â the new film doesnât try to be a shoot-the-works, how-crazy-are-his-powers grand finale. Itâs a scruffy dystopian road Western that
takes its time in a way that most slam-bang superhero movies donât. And the analog pace and elemental story work for it. Each time the violence explodes, itâs slashingly satisfying, because itâs earned, and also because Mangold knows just how to stage it.
âLoganâ doesnât get lost in CGI overkill or annoyingly messy Tinker-Toy franchise plotting. Itâs a wholehearted drama made with a shot language that looks nearly classical. It must be said, however, that the story often feels stitched together from other films, a quality made explicit when the characters watch an extended scene from âShaneâ on TV. âLoganâ isnât as darkly exciting as âThe Wolverineâ was. With its hero suggesting a broken-down cousin to Mad Max, itâs like âThe Road Warriorâ meets âShaneâ meets âTerminator 2: Judgment Dayâ (yes, thereâs a âbadâ Wolverine). But that turns out to be a recipe that brings the saga to a satisfying close.
Just about every fan of the âWolverineâ series is likely to feel well-served, and you can do the box office math from there.
The best thing about âLoganâ is that itâs one of those movies about a grown-up killer who becomes the mentor and protector of a child, yet it manages not to be cloying. The kid, in this case, is 11-year-old Laura (Dafne Keen), a dark-eyed urchin of silent ferocity who comes under Loganâs wing (or maybe I should say his blade-claw). Wolverine, weâre told, is one of the only mutants left. In âLogan,â theyâve faded away and become cultural relics, and thatâs one of the sources of Loganâs weariness. He keeps Charles Xavier (Patrick Stewart), now 90, hidden on a rusted-out farm below the Mexican border, where Professor X is subject to brain seizures that paralyze everyone around him by making the air molecules pulsate with menace. But then
Laura shows up, dumped into Loganâs life by a Mexican nurse (Elizabeth Rodriguez) from a local clinic. Sheâs a mysterious girl, who says nothing but carries herself with a confidence thatâs unearthly. Sheâs like a version of the Feral Kid from âThe Road Warrior.â You could also say that sheâs a chip off the old blade.
Keen, in her movie debut, has the orbs of a staring bird and an air of preternatural awareness. She could be the junior sister of Rooney and Kate Mara, and thatâs because she holds the screen with her solemnity. Logan agrees to drive her to Eden, a utopian refuge for mutants in North Dakota â though, as he discovers (in one of the filmâs few funny gambits), Eden originated in the âX-Menâ comics, which in Loganâs mind means that it has to be a made-up place. For most of the movie, he, Laura, and Professor
X are on the run from Dr. Zander Rice (Richard E. Grant) and his goons. Thatâs the whole plot, but Mangold strikes a nice balance between road-movie ambling and eruptions of feral suspense.
Itâs Jackman who holds âLoganâ together and gives the film its glimmer of soul. He has been playing this role, more or less nonstop, for 18 years, but he seems startlingly not bored by it. Better still, heâs a more refined actor now than when he started, and in âLogan,â he gets to play something rare in comic-book cinema: a powerhouse of animal rage who is slowly, agonizingly slipping away. By the end of the movie, he gets his muttonchops back and reminds you, once more, of whatâs great about this character â his hellbent quality, embodied in those flesh-ripping kills that are his way of making good on a mutant destiny he never asked for. No âX-Menâ
movie will ever be great (the material is too derivative), but Jackman, though heâs the Superman of the bunch, has gone deeper into the alienation than any other mutant in the series. The end of âLoganâ is genuinely touching, as Jackman lets you feel the characterâs strength and pain, and â finally â his release.