RECENSIONE ITALIANA e Preview in English by GUY LODGE (www.variety.com) - Uscito al cinema il 30 Marzo
"Volevamo che il pubblico si accorgesse che il nostro film non è fatto solo di salti tra un palazzo e lâaltro, ma è anche dramma e teatralitĂ . Non è soltanto un mondo bello ed esplosivo, ma câè una vera e proprio coltre di oscuritĂ (âŚ) che è nella filosofia del film. Se poi avete notato la scena con Takeshi (Kitano) è piena di azione. Quindi il film consegnerĂ al pubblico azione, dramma e filosofia declinate in dei fantastici protagonisti"
Il regista Rupert Sanders
(Ghost in the Shell; USA 2017; Sci-Fi d'azione; 107'; Produz.: DreamWorks SKG/Grosvenor Park Productions/Paramount Pictures/Seaside Entertainment; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Soggetto: Tratto dall'omonimo manga di Masamune Shirow.
Cast: Scarlett Johansson (Maggiore) Pilou AsbĂŚk (Batou) Takeshi Kitano (Daisuke Aramaki) Juliette Binoche (Dr. Ouelet) Michael Pitt (Kuze) Chin Han (Togusa) Danusia Samal (Ladriya) Lasarus Ratuere (Ishikawa) Yutaka Izumihara (Saito) Tawanda Manyimo (Borma) Peter Ferdinando (Cutter) Anamaria Marinca (Dr. Dahlin) Daniel Henshall (Skinny Man) Mana Hira Davis (Uomo barbuto) Erroll Anderson (Agente della sicurezza Hanka) Cast completo
Kaori Momoi (Hairi) Chris Obi (Ambasciatore Kiyoshi) Rila Fukushima (Geisha vestita di rosso) Joseph Naufahu (Comandante Johns) Xavier Horan (UnitĂ sezione 6) Kirt Kishita (Prostituta) Tanya Drewery (Geisha) Hannah Tasker-Poland (Geisha) Jacqueline Lee Geurts (Geisha) Michael Wincott (Non accreditato)
Musica: Lorne Balfe e Clint Mansell
Costumi: Kurt and Bart
Scenografia: Jan Roelfs
Fotografia: Jess Hall
Montaggio: Neil Smith
Effetti Speciali: Steve Ingram (supervisore)
Makeup: Stefan Knight (supervisore); Deborah La Mia Denaver (per Scarlett Johansson); Michele Perry e Renee McCarthy
Casting: Lucy Bevan e Miranda Rivers
Scheda film aggiornata al:
27 Settembre 2017
Sinossi:
In breve:
Basato sul marchio di fantascienza di fama internazionale, âGHOST IN THE SHELLâ segue la saga di Major, un singolare ibrido umano-cyborg delle operazioni speciali a capo della task force dâelite Section 9. Dedicato a contrastare i piĂš pericolosi criminali ed estremisti, Section 9 affronta un nemico il cui unico obiettivo è eliminare gli sviluppi di cyber tecnologia della Hanka Robotic.
Synopsis:
A cyborg policewoman attempts to bring down a nefarious computer hacker.
Based on the internationally-acclaimed sci-fi property, "GHOST IN THE SHELL" follows the Major, a special ops, one-of-a-kind human-cyborg hybrid, who leads the elite task force Section 9. Devoted to stopping the most dangerous criminals and extremists, Section 9 is faced with an enemy whose singular goal is to wipe out Hanka Robotic's advancements in cyber technology
Commento critico (a cura di FRANCESCO ADAMI)
Ghost in the Shell è la trasposizione live action della serie di manga, videogiochi e film animazione, che esordisce con il lungometraggio diretto da Rupert Sanders. La sceneggiatura prende spunto dal manga originale scritto da Masamune Shirow e vede protagonista il Maggiore Mira Killian, vittima di un terribile incidente, salvata dalla morte da un'organizzazione gestita dalla Hanka Robotis ed in seguito trasformata dalla dottoressa Ouelet in un soldato perfetto. Grazie alle sue capacità fuori dal comune, si trasforma in un cyborg a capo della sezione di sicurezza pubblica che gestisce l'antiterrorismo cibernetico. Qualcosa nelle attività della Hanka Robotics si complica e il Maggiore è l'unica in grado di affrontare e scovare una nuova minaccia, un nemico capace di insinuarsi nella mente cibernetica fino ad assumerne il completo controllo, ma nello svolgere le indagini, dovrà affrontare una scottante verità sul suo passato.
La narrazione del lungometraggio è sviluppata in modo semplice
e prende spunto anche dai vari filoni cinematografici e fantascientifici del nuovo millennio, come il rapporto tra macchine e uomini. Ma qui la tematica vira e si sviluppa puntando sulla relazione con i media come estensioni del nostro corpo e la tecnologia volta allo sviluppo medico e militare. Alcune situazioni e strutture drammaturgiche rievocano film come Blade Runner o il Quinto Elemento, mentre il personaggio del Maggiore è spietata come la Alice di Resident Evil, energica come Aeon Flux e fredda come Selene di Underworld. Una componente notevole della narrazione del film è l'aspetto delle apparizioni simili all'ologramma, soprannominate "Sologrammi", che appaiono nel paesaggio urbano come pubblicità futuristica.
L'aspetto tecnico realizzativo è la caratteristica piÚ brillante del film, gli effetti visivi sono molto curati ed elaborati, a partire dai sologrammi ideati da Dayton Taylor ed elaborati dal supervisore degli
effetti visivi Guillaume Rocheron. "Ă un po' come quello che vedrete con
la realtà aumentata, ma senza gli occhiali", osserva Rocheron. "Una persona in questi annunci volumetrici potrebbe essere alto come un grattacielo. A differenza degli ologrammi, che sono riproduzioni di un soggetto in un diverso ambiente, queste ultime rappresentano i sologrammi, figure integrate all'interno dell'ambiente in cui sono proiettate... Avevamo bisogno di essere in grado di filmare attori da molti angoli diversi, con i movimenti di camera preprogrammati, per essere poi inserirli con le illuminazioni che successivamente si sarebbero viste negli scenari del paesaggio urbano". Per la realizzazione di questo effetto per la prima volta è stata ideata una sorta di struttura a cupola con circa 80 corpi illuminanti grigi ed una speciale camera Sony ICX625. Questa innovativa camera ha registrato le immagini contemporaneamente su 20 computer per un totale di 160 terabyte di memorizzazione
d'immagine, rendendo possibile scansionare completamente in 3D il corpo dell'attore per la realizzazione di piĂš di 30.000
inquadrature utili alla ricostruzione tridimensionale della figura dell'attore.
Anche la scelta fotografica e di illuminazione è un aspetto valido ed importante per questo film, infatti il direttore della fotografia Jess Hall, ha voluto ricreare delle atmosfere simili al manga e l'anime originali. Per far questo, ha scelto di girare il film con l'Arri Alexa 65 con un formato 5K, ed elaborato un profilo colore digitale insieme al tecnico Yvan Lucas, in modo da poter visionare tale profilo durante le riprese e comprendere quale sarebbe stato fin da subito, il look del film. Un film denso di azione, con qualche accenno di riflessione sulla condizione dell'essere umano.
Il film è disponibile dal 2 agosto 2017 in home video, in quattro versioni, dvd, bluray 4k, bluray e bluray 3d, le edizioni in bluray sono arricchite da un audio originale in inglese Dolby Atmos e da circa 50 minuti di contenuti speciali, compreso
anche 'Il making of' del film intitolato L'umanitĂ
programmata.
Terzo Trailer Italiano:
TRAILER Ufficiale in ITALIANO:
Clip con i primi 15 Minuti del film:
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
Led by a resolute Scarlett Johansson, Rupert Sanders' pulse-quickening, formally stunning live-action take on the manga classic both honors and streamlines its source.
In âGhost in the Shell,â the mind and soul of a brilliant original being are extracted, preserved, and rehoused in a sleek, expensively built, technologically advanced new body, enhancing her original abilities at some cost to her identity. Thatâs the premise, of course, of the cult manga created by Masamune Shirow in 1989, but itâs also an apt enough description of what has happened with director Rupert Sandersâ fast, flashy, frequently ravishing live-action transmutation.
Spectacularly honoring the spirit and aesthetic of Mamoru Oshiiâs beloved animated adaptations without resorting wholly to slavish cosplay, this is smart, hard-lacquered entertainment that may just trump the original films for galloping storytelling momentum and sheer, coruscating visual excitement â even if a measure of their eerie, melancholic spirit hasnât quite carried over
to the immaculate new carapace. Box office returns should be muscular, minting what could be one of the more enticing franchises in a multiplex landscape riddled with robotic do-overs.
âWe cling to memories as if they define us, but they donât. What we do is what defines us.â This line, from a script efficient enough to belie its multi-handed development, is repeated in the film as a guiding mantra for The Major, the hybrid human-android cyberterrorism fighter here incarnated as a suitably otherworldly Scarlett Johansson. But the line seems a wily nod on the writersâ part to the fan pushback an American remake of the Japanese source material was inevitably going to receive when first announced, even before the controversy generated by Johanssonâs casting in a role perceived by many as Asian-specific. (In a significant departure from the source, the issue of the characterâs cultural appropriation is given a tacit script
workaround here that is both rather clever and unlikely to quell debate.)
Sanders, stepping up his game considerably from 2012âs gorgeous but inert âSnow White and the Huntsman,â throws in a few painstaking replicas of shots and images from the 1995 film to appease the devoted, but is largely content to let this telling move to its own rhythm â a driving, furious one that brings the complex proceedings in at a snappy 107 minutes. (That may be half an hour longer than the animated original, yet it somehow feels the more restless film.)
From a fleeting shot of clattering, spider-like cyborg fingers to an extended garbage-truck chase, stray images and set pieces from the animated films have been compiled and collaged into a cleanly compressed version of Shirowâs events that is arguably structured more along Western lines â and into a story world that, for all its recognizable visual cues, is
very much its own iridescent creation, thanks to dazzling design work from Jan Roelfs and costume duo Kurt and Bart. Thereâs a pleasingly multinational slant to it too, with an ensemble that runs the gamut from Johansson to Juliette Binoche, and from Danish rising star Pilou Asbaek to veteran Japanese actor-auteur âBeatâ Takeshi Kitano â whose own directorial taste for lavishly choreographed carnage gets a respectful wink or two here.
Once again, the setting is âNew Port City,â a kind of composite Asian megalopolis evoking Tokyo, Hong Kong, and âBlade Runnerâsâ Los Angeles by turns, in a so-close-and-yet-so-far future. The Major is a highly valued squad commander in elite government counter-terrorism unit Section 9, enabled by state-of-the-art robotics corporation Hanka â the miraculous machinations of which have enabled The Majorâs own formidable cyborg transformation. (Her creation is detailed here in a series of exquisite introductory images, with skin fused and forged
in dripping baths of blood red and milk white â beautiful nightmare fuel reminiscent of Johanssonâs more lo-fi deconstruction in âUnder the Skin.â) Overseeing the process is genius surgeon OuĂŠlet (a warm, wistful Binoche, bringing more pathos to the role than the script strictly demands), who monitors The Majorâs activity with something like a motherâs concern. Less sympathetically invested in her wellbeing is Hanka CEO Cutter (Peter Ferdinando): âI donât think of her as a machine,â he barks. âSheâs a weapon, and the future of my company.â
That future, however, is looking a little cloudy at the filmâs outset. Mysterious, highly skilled hacker Kuze (Michael Carmen Pitt) is on the warpath against Hanka and its scientists, ghost-hacking other bodies in a ruthless attempt to sabotage its line of artificial intelligence. Working principally alongside hulking but tender-hearted team member Batou (a winning Asbaek), The Majorâs simple mission to track him down gets
trickier as her own internal technology begins to falter and glitch; through this fragmentation come hints of an unrecognized personal history.
To reveal more would be to enter spoiler terrain even for well-versed âGhostâ-watchers. Suffice it to say that writers Jamie Ross, William Wheeler, and Ehren Kruger have collectively distinguished the new film from its predecessors with a fleshier focus on backstory that yields surprising emotional rewards amid the onslaught of eye candy. Raven-bobbed and brandishing a still-waters stare, Johansson by now has form in bringing humanity to not-quite-human characters. As the casting discussion rages on, itâs hard to deny that her Major fuses her most internalized and most ass-kicking modes of performance to ideal effect.
Still, itâs as spectacle that âGhost in the Shellâ operates principally and most effectively, as one glittering digital marvel succeeds another, beginning with the most stunningly demented shootout of the lot: rogue robot geisha violently intercepting
a corporate conference, disrupted in turn by The Majorâs team, culminating in a splatterfest of bullets and porcelain. Working from sternly jokeless material, Sanders and his crew save the wit for such formal flourishes. Roelfsâ production design, matching sprawling dystopian squalor to fluorescent, holographic flights of fancy, abounds in playful details within details; Kurt and Bartâs wardrobe of synthetic-chic kimonos and tectonic-plate bodysuits ensure not even a morgue body sheet goes without some subtle fabulousness.
Cinematographer Jess Hall and an army of cartwheeling VFX artists render this universe in the glossiest, glassiest strokes possible. Perhaps the only ones holding back are composers Clint Mansell and Lorne Balfe, whose stylish, techno-ominous score is mostly content to skulk in the background, only daring to reference Kenji Kawaiâs unshakeable theme for the 1995 film over the closing credits. Itâs perhaps the one area where this otherwise exhilarating reimagination could have dared to plunder its
source a little more greedily.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e SwService