"La storia di un uomo, ebreo newyorchese, che non è nessuno ma vorrebbe sedere alla tavola dei grandi, millanta grandi amicizie, vuole a tutti costi arrivare a essere qualcuno, qualcosa. È anche un film 'politico', ci sono degli accenni al processo di pace in Medioriente, un film particolare, difficile da sintetizzare, una delle sceneggiature più insolite che abbia mai portato sullo schermo".
L'attore Richard Gere
(Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer (già 'Oppenheimer Strategies'); USA/ISRAELE 2015; Thriller politico; 117'; Produz.: Fábrica de Cine/Oppenheimer Strategies; Distribuz.: Lucky Red)
Titolo in lingua originale:
Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer (già 'Oppenheimer Strategies')
Anno di produzione:
2015
Anno di uscita:
2017
Regia: Joseph Cedar
Sceneggiatura:
Joseph Cedar
Cast: Richard Gere (Norman Oppenheimer) Michael Sheen (Phillip Cohen) Dan Stevens (Bill Kavish) Steve Buscemi (Rabbi Blumenthal) Charlotte Gainsbourg (Alexandra 'Alex' Green) Josh Charles (Arthur Taub) Isaach De Bankolè (Jacques) Harris Yulin (Jo Wilf) Lior Ashkenazi (Micha Eshel) Yehuda Almagor (Duby) Neta Riskin (Hanna) Jay Patterson (Amos Chertoff) Jonathan Avigdori (Lior Keshet) Andrew Polk (Marty Schiff) Doval'e Glickman (Ron Maor) Cast completo
Tali Sharon (Naomi Eshel)
Musica: Jun Miyake
Costumi: Michelle Matland
Scenografia: Kalina Ivanov e Arad Sawat
Fotografia: Yaron Scharf
Montaggio: Brian A. Kates
Makeup: Natalie Young
Casting: Jodi Angstreich, Laura Rosenthal e Hila Yuval
Scheda film aggiornata al:
09 Maggio 2024
Sinossi:
In breve:
L'ebreo Norman Oppenheimer (Richard Gere) è un uomo solitario che fa amicizia con un politico in un momento complicato della sua vita. Tre anni dopo, il politico diventa il leader politico più influente del mondo, trasformando radicalmente la vita di Norman sia in positivo sia in negativo.
In dettaglio:
Se chiedi a Norman Oppenheimer quale sia il suo mestiere la risposta sarà “se le serve qualcosa io gliela trovo!â€. Con una delle migliori interpretazioni di sempre, Richard Gere è Norman, un navigato affarista di New York alla disperata ricerca di attenzioni e amicizie che possano cambiargli la vita. La sua è una corsa continua a soddisfare i bisogni degli altri nella speranza di trovare un giorno rispetto e riconoscimento da sempre desiderati. Quando viene eletto Primo Ministro un uomo a cui anni prima Norman aveva fatto un favore, quel giorno che tanto aveva desiderato sembra finalmente arrivato. Ma sarà davvero come lo immaginava? L’incredibile vita di Norman è una commedia intelligente e profonda sull’importanza delle relazioni e sul bisogno di contare col quale prima o poi tutti nella vita facciamo i conti.
Short Synopsis:
Norman Oppenheimer is a small time operator who befriends a young politician at a low point in his life. Three years later, when the politician becomes an influential world leader, Norman's life dramatically changes for better and worse.
Norman Oppenheimer (Gere) only wants to matter. Living a lonely life in the shadow of power and money, he uses any angle or connection to put himself in a position of significance. He is an opportunist, just not a very good one. Until he finally bets on the right horse by buying a pair of expensive shoes for Micha Eshel (Ashkenazi), a lowly Israeli politician. When Micha becomes Prime Minister, Norman finds himself in the center of a geopolitical drama beyond anything he could have imagined. Using his small-time skills, Norman tries to solve a growingly complex puzzle with big-time implications. This everyman’s journey is filled with the comedy, drama, and tragedy of a man propelled out of anonymity yet ultimately too small to ever be valued.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
La voce fuori campo che parla in prima persona rivelandoci la sua idea di come fare affari, e come farli fare ad altri, è l'autentica anima di un tragico autoritratto: quello di Norman Oppenheimer, una sorta di 'faccendiere' newyorchese di basso profilo al di là delle ostentate apparenze. Della rovinosa conclusione della sua vicenda non si fa certo mistero. Il sottotitolo de L'incredibile vita di Norman che compare di lì a poco sul grande schermo - "La moderata ascesa e il tragico crollo di un moderatore di New York" - anticipa il personaggio stesso che compare subito dopo. Da tergo, e a ruota in un primissimo piano obliquo, a svelare l'immenso interprete che soprattutto negli anni della sua maturità professionale non manca di essere Richard Gere. Intensi ed ammalianti, sempre più sofisticati e in punta di sfida, i suoi ritratti in celluloide dipinti con l'infinito caleidoscopio di sfumature pescate nel
Sembra tra l'altro che il moderno personaggio in campo abbia insospettabili radici antiche. E' quanto rivelato dal regista Joseph Cedar (Orso d’argento per Beaufort), che
qui riscrive oggi "una favola archetipica che si tramanda da millenni nella storia e nella letteratura: quella dell'ebreo cortigiano". Una narrazione, si dice, "che risale ai tempi della Bibbia: basti pensare alla storia di Giuseppe e il Faraone. Altri personaggi – come lo Shylock di Shakespeare nel Mercante di Venezia, Fagin nell’Oliver Twist di Dickens e Leopold Bloom nell’Ulisse di Joyce – non seguono gli stessi percorsi, ma rivelano tratti comuni".
Un destino già scritto dunque, per il Norman del nostro Richard Gere, sempre più canuto e tanto più illuminato. Interprete fondamentale per rendere intrigante ed irresistibile una parabola vitale dal grafico altalenante sul filo della sopravvivenza, prima che inizi l'inevitabile discesa, rovinando in picchiata, in caduta libera, sui cocci lasciati da lui stesso per strada, nell'invasiva ossessione permanente di rendersi indispensabile, di offrire servigi, bugia dopo bugia, saltando di persona in persona: nipote (il Phillip Cohen di Michael Sheen), rabbino
(Rabbi Blumenthal di Steve Buscemi) o politico (il Micha Eshel di Lior Ashkenazi) che sia. Un tracciato cadenzato come una partitura musicale (quella che sovente soverchia i dialoghi nel film) o come una sceneggiatura da pièce teatrale, ripartita in atti: 'Un piede nella porta', 'il cavallo giusto', e così via, con intermezzi ironici quanto lungimiranti del tipo 'tre anni dopo e dopo molti altri piccoli favori'. Le immagini per una sorta di corto surreale nel film, danno anche conto della fervida immaginazione e dell'anima sognatrice di Norman, al galoppo sulla pista dell'ambizione, quella di potersi affrancare da pasti di fortuna a base di cracker e surrogati in scatola, mentre qualcuno consuma ostriche e champagne in una suite d'albergo. Atti la cui scenografia si alimenta anche di una sorta di rinnovato e dinamico split screen senza cornici, allo scopo di dar vigore al respiro delle interrelazioni e della posta in gioco
sul campo. Un tocco che fa onore alla regia di Joseph Cedar, mentre la Alex di Charlotte Gainsbourg attende il suo turno per attivare il ruolo di 'ago della bilancia' nelle sorti di Norman, personaggio incredibile più della sua stessa vita, continuamente alla ricerca di risposte da offrire a chi neppure le chiede. Il paradosso si appunta su un finale che si fa strada sulle note di un Miserere che sembra implorare redenzione per chi forse, a conti fatti, la merita davvero.