RITORNO A L'AVANA: LAURENT CANTET (PALMA D’ORO AL FESTIVAL DI CANNES 2008 PER 'LA CLASSE'), TORNA AD EMOZIONARE CON UNA STORIA CORALE, SCRITTA A QUATTRO MANI CON IL ROMANZIERE CUBANO LEONARDO PADURA
Dalla Mostra del Cinema di Venezia 2014 - PREMIO 'GIORNATE DEGLI AUTORI' - RECENSIONE in ANTEPRIMA
"Partendo dall'incontro di questi cinque amici in un giorno della Cuba di oggi (quando i personaggi sono sulla cinquantina), abbiamo provato a raccontare le aspettative, le speranze, le frustrazioni, i sogni e le ferite di una generazione unica nella storia cubana. Una generazione nata con la Rivoluzione, formata ed educata in un nuovo contesto politico e sociale del paese che, approdata nella crisi degli anni '90, oltre ad aver capito l’irrealizzabilità delle speranze e degli ideali collettivi con cui era cresciuta, ha dovuto lottare quotidianamente e disperatamente per la propria sopravvivenza e per quella dei suoi figli.
Attraverso le rivelazioni suscitate dal ritorno a Cuba di uno dei protagonisti, abbiamo cercato di costruire una rappresentazione realistica di quegli uomini e donne che, in gioventù, erano militanti attivi nello zeitgeist sociale del paese e che, come molti altri, sognavano che il frutto dei loro sacrifici, sarebbe stato raccolto in futuro. Ma la crisi economica della nazione, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, ha causato il crollo delle speranze e i sogni di coloro che fino ad allora avevano creduto, studiato e lavorato per realizzarli. Dal dramma determinato dall’esilio, con le conseguenti crisi interpersonali, alla lotta per la sopravvivenza economica, dal 'camuffamento' come stile di vita, alla perdita della lealtà nazionale, dalla sconfitta spirituale, alla lotta contro tutte le paure... questi sono alcuni degli ingredienti che hanno segnato questa generazione. Una generazione che ha sognato un futuro migliore per tutti e che si è sacrificata per quel sogno. Attraverso Amadeo, Rafa, Tania, Aldo e le esperienze di Eddy, il film tenta di trovare il sangue, il sudore e le lacrime di una esperienza collettiva che è stata unica. Quindi 'Ritorno a L’Avana' è la storia di alcune vite attraverso le quali si racconta la storia della mia generazione. Certamente non è l'unico ritratto possibile, ma è senza dubbio il riflesso delle tante incertezze, speranze, successi e frustrazioni, crudelmente gettati in mare aperto dai venti della storia. Questa è una possibile storia della Cuba di oggi. Potrebbero esistere altri punti di vista, anzi, esistono; ma, come registi di questo film, attraverso questa storia, abbiamo cercato di aprire gli occhi e la mente sulla tragica realtà di oggi a Cuba, dove è facile trovare molte storie di vita simili a quelle di Amadeo, Tania, Rafa, Aldo e Eddy".
Il romanziere cubano e co-sceneggiatore Leonardo Padura
Sopra una terrazza che domina i tetti de L’Avana, baciati dalla luce calda del sole, cinque amici si ritrovano per festeggiare il ritorno a casa di uno di loro, Armando, che rientra sull’isola dopo 16 anni di esilio a Madrid. Dal tramonto all’alba i cinque ballano, ridono, bevono, ricordano la giovinezza trascorsa insieme e si raccontano le proprie vite. Emergono così, in poche ore, i sogni e le speranze di ieri e le disillusioni di oggi.
Commento critico (a cura di VALERIO DEL CROCE)
Amicizia, disillusione e perdono, questi i temi cardine del film Ritorno all’Avana di Laurent Cantet. Sullo sfondo la storia di una Cuba con una generazione di cinquantenni ormai senza speranza. Partendo dall’incontro di cinque amici che si ritrovano dopo 16 anni ci si incammina verso un percorso interiore fatto di sogni infranti, miseria e frustrazione. Su una terrazza, centro nevralgico dell’azione, si alternano momenti di confronto, di sconforto e di scontro. Quei ragazzi, quei giovani militanti attivi nello zeitgeist sociale del paese sono ormai uomini e donne pieni di rancore e di rabbia. La crisi economica di Cuba dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha di fatto distrutto tutte quelle aspettative. Aspirazioni culturali, professionali ed economiche si sono invece trasformate per tutti loro in una continua lotta per la sopravvivenza calpestando ogni forma di dignità e, a volte, moralità .
Tratto dal romanzo Le Palmiere et L’Etoile il film tratta dunque
dell’incapacità contemporanea a credere in un cambiamento. La Rivoluzione, quella tanto sperata, è rappresentata nei dialoghi tra i personaggi come un emblema utopico assolutamente irrealizzabile dove a trionfare è semplicemente la rassegnazione. Questo senso di vuoto, di svuotamento e di solitudine è subito chiaro e viene immediatamente percepito dallo spettatore.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Lucky Red e Alessandra Tieri (Ufficio Stampa Lucky Red)