THE WATER DIVINER: RUSSELL CROWE DEBUTTA ALLA REGIA MANTENENDOSI INTERPRETE PROTAGONISTA ENTRO I RANGHI DI UN DRAMMA STORICO AMBIENTATO ALL'INDOMANI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by EDDIE COCKRELL (www.variety.com) - Dall'8 GENNAIO
"È stata un'attrazione fatale, immediata, con la storia. È emotivamente molto intensa, l'ho sentita subito vicina alla mia sensibilità . Non faccio mai nulla che non mi colpisca in questo modo... Fa parte della nostra identità culturale, è stato il primo teatro di guerra per il popolo australiano, il nostro rito iniziatico alla politica internazionale e all'intervento all'estero, uno spartiacque epocale. Ma il copione mi ha fatto capire anche il punto di vista turco, che non avevo mai considerato prima. E dopo cent'anni penso che sia giusto vedere l'altro lato, sapere quale sia stato il tributo di sangue pagato da entrambi i fronti... Quella penisola ha gli stessi colori del Sud australiano. Per la stessa ragione Peter Weir girò il suo 'Gli anni spezzati' nelle stesse località . Ho seguito il suo esempio. Girò dalle parti di Port Lincoln, noi abbiamo lavorato non lontano, trovando gli stessi colori e lo stesso tipo di calcare della Turchia. Ma poi siamo stati anche a Istanbul, la città gioca un ruolo centrale e, al contrario di Gallipoli, è insostituibile. A volte capita di vedere film ambientati a New York ma girati a Toronto, le 'città -controfigure'. Ma per Istanbul puoi girare solo a Istanbul".
Il regista e attore Russell Crowe
(The Water Diviner; AUSTRALIA/TURCHIA/USA 2014; Drammatico; 111'; Produz.: Fear of God Films/Hopscotch Features/RatPac Entertainment; Distribuz.: Eagle Pictures)
Soggetto: Dramma storico ambientato nel dopoguerra della Prima Guerra Mondiale.
PRELIMINARIA - Le origini del progetto, la ricerca storica:
Nel corso di un progetto di ricerca sulla storia australiana, l’autore e sceneggiatore australiano di Melbourne Andrew Anastasios ha scoperto una missiva di Cyril Hughes, colonnello della Commissione Imperial War Graves, incaricato di ripristinare l’ordine nel campo abbandonato di Gallipoli, negli anni immediatamente successivi la fine della Prima Guerra Mondiale. Nella missiva una riga in particolare ha colpito l’attenzione di Anastasios: "Un vecchio è riuscito ad arrivare qui dall’Australia, per cercare la tomba di suo figlio."
Cast: Russell Crowe (Connor) Olga Kurylenko (Ayshe) Jai Courtney (Tenente-Colonnello Cyril Hughes) Isabel Lucas (Natalia) Jacqueline McKenzie (Eliza) Cem Yilmaz (Jemal) Deniz Akdeniz (Imam) Damon Herriman (Padre McIntyre) Yilmaz Erdogan (Maggiore Hasan) Megan Gale (Fatma) Ryan Corr (Art) Birol Tarkan Yildiz (Ufficiale turco) Michael Dorman (Greeves) Dan Wyllie (Capitano Charles Brindley) Robert Mammone (Colonnello Demergelis) Cast completo
James Fraser (Edward)
Musica: David Hirschfelder
Costumi: Tess Schofield
Scenografia: Chris Kennedy
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: Matt Villa
Casting: Nikki Barrett e Pinar Celik
Scheda film aggiornata al:
28 Gennaio 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Il film, ambientato quattro anni dopo la devastante battaglia di Gallipoli, in Turchia, durante la Prima Guerra Mondiale, vede protagonista lo stesso Crowe nei panni di Connor, un agricoltore australiano che intraprende un lungo viaggio verso la Turchia alla ricerca della verità riguardo la sorte dei suoi tre figli, dati per dispersi in battaglia. Qui instaura una relazione con una bellissima donna turca (Olga Kurylenko), proprietaria dell'albergo in cui alloggia. Animato dalla speranza e forte dell'aiuto di un ufficiale turco, Connor attraversa il Paese sulle tracce dei suoi figli.
Sullo sfondo di paesaggi mozzafiato, dei colori e dei profumi di una Turchia nascosta, The Water Diviner è una straordinaria storia di speranza e di amore, di un padre coraggioso, di un uomo valoroso alla ricerca della verità , di un viaggio che esplora la natura conflittuale dell’animo umano e di una delle guerre più devastanti della storia dell’umanità .
An Australian man travels to Turkey after the Battle of Gallipoli to try and locate his two missing sons.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
'LE MILLE E UNA NOTTE' DEL RABDOMANTE RUSSELL CROWE, UN RAFFINATO DELLA CELLULOIDE E DELLA RADICE PIU' INTIMA DI RACCONTO E PERSONAGGI, DIETRO E DAVANTI LA MACCHINA DA PRESA
Sembra che Russell Crowe l'epica ce l'abbia nel sangue. Non si è mai tirato indietro davanti ad occasioni che, da Il gladiatore di Ridley Scott fino al Noah di Darren Aronofsky, passando per il Robin Hood ancora di Ridley Scott - tanto per fare solo pochi esempi intinti nell'epica più maestosa - lo hanno visto sfoggiare davanti alla macchina da presa coraggio e determinazione incastonati nelle pieghe della storia più antica, là dove il rigore della cronaca d'epoca si confonde con l'irresistibile glamour della leggenda e i luminescenti bagliori dell'intrattenimento. Oggi, ha deciso di tornare sul campo da solo, prendendosi per la prima volta la piena responsabilità dell'impresa, con il debutto alla regia.
Così, con The Water Diviner, questa volta in un'epoca
fa mancare - togliendo completamente il sonoro. Le immagini parlano da sole ed il dramma raggiunge così l'apice in tutta la sua potenza. Solo in un caso decide di lasciare voce, pianto e lamento, alla morte che incombe sul campo di battaglia. E non possiamo certo biasimarlo per questo!
Come neo regista Russel Crowe sembra aver fatto tesoro della lezione Eastwoodiana (Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima) riguardo ad un'altra guerra, raccogliendo qui in un unico film quel famoso dittico che in linea di principio nasce per tener conto di entrambe le contrapposte parti in conflitto tra loro, scartando deliberatamente da una visione unilaterale. Per questo il film non si apre con i membri dell’ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps - Corpo dell'Esercito Australiano e Neozelandese), ma con i Turchi. Lo scenario potrebbe d'altra parte rivelarsi interscambiabile su entrambi i contrapposti versanti: un esercito di soldati
veterani e di ragazzi spaventati. In The Water Diviner ci troviamo però all'indomani del conflitto e l'epicentro del film diventa la ricerca di un padre dei propri figli. Sul suo cammino, la solidarietà imprevista - impensabile sul campo di guerra in corso fatta eccezione in casi di straordinario eroismo come quello, esemplare, raccontato nel film - da parte di ex avversari come il Maggiore Hasan (Yilmaz Erdogan) e di una splendida vedova ottomana, la Ayshe di Olga Kurylenko (To the Wonder, Oblivion). Una solidarietà non certo a buon mercato, conquistata e sofferta, veicolata da parsimoniose spruzzate di seltz allo humour britannico (il sistema di accalappiare i turisti da parte del bambino turco, le considerazioni postume sulle ragioni del conflitto e sulle motivazioni dell'Australia). Ma Russell Crowe è uno che sa far tesoro del suo prezioso cammino e là dove spirano in The Water Diviner, vaganti, le brezze più soft, sembra
rammentarsi persino degli umori di Un'ottima annata condivisa anch'essa con Ridley Scott.
A conti fatti, si direbbe che nella sfera epica, Russell Crowe trovi le sue note migliori nell'afflato discreto dell'intimità , lasciando ad altri il fragore della monumentalità . Sono convinta che se dovesse affrontare un racconto biblico, sceglierebbe un brano dei vangeli apocrifi, o quanto meno non tralascerebbe il tratto episodico nascosto nelle fonti non ufficiali. Scavare nell'intimità di un dramma bellico e umano con il calore di un abbraccio romanticamente robusto, sembra affiorare come uno dei suoi prediletti tratti di regia. Ma non è che la prima, ed è davvero presto per dirlo. Perciò non ci resta che consegnargli un caloroso augurio: lunga vita al gladiatore della celluloide Russell Crowe, davanti e dietro la macchina da presa!
Secondo commento critico (a cura di EDDIE COCKRELL, www.variety.com)
RUSSELL CROWE PLAYS A GRIEF-STRICKEN AUSTRALIAN FATHER WHO SETS OUT FOR TURKEY AFTER WORLD WAR I TO FIND THE THREE SONS THAT HAVE DISAPPEARED DURING THE BATTLE OF GALLIPOLI IN HIS AMBITIOUS, EMOTIONALLY MANIPULATIVE DIRECTORIAL DEBUT.
An often capriciously mixed cocktail of war film and cross-cultural family melodrama, “The Water Diviner†marks an ambitious if emotionally manipulative directing debut for Russell Crowe. Playing the titular Australian farmer who journeys to Turkey four years after the WWI battles at Gallipoli in search of his three missing soldier sons, he has crafted the film to play to his strengths of stoicism, determination and aw-shucks mateship at the expense of deeper truths about war and tolerance. Star and subject matter should combine for frothy grosses when the film is released domestically Dec. 26, though the glass might be less full Stateside for Warner Bros., which has announced an April 24 rollout.
This is a
natural companion piece to Peter Weir’s revered 1981 drama, “Gallipoli,†which followed the fates of two young sprinters (including a young Mel Gibson) who find themselves in the thick of the failed offensive that has come to define the Australian “Digger†(read: soldier) ideals of pluck, courage and dignity in the heat of war. The event prompted the April 25 establishment of Anzac Day, which commemorates the sacrifices of Australian and New Zealand troops who fought and died for their countries.
An opening card reads “inspired by true events,†and the film has an intriguing genesis: While researching an entirely separate project on Australia’s history, Melbourne-based scribe Andrew Anastasios found a letter from one Cyril Hughes, a high-ranking officer charged with recovering and interring the Diggers from the abandoned battlefield via the Imperial War Graves Unit. One line caught Anastasios’ eye and imagination: “One old chap managed to get here from
Australia, looking for his son’s grave.â€
That “old chap†has become Crowe’s Joshua Connor, a farmer who spends his postwar days remembering adventures, including a dangerous dust storm, with his now-lost sons Arthur (Jack Patterson, later Ryan Corr), Henry (Ben Norris/Ben O’Toole) and Edward (Aidan Smith/James Fraser). When his grief-stricken wife, Eliza (Jacqueline McKenzie, united with Crowe 22 years after they appeared together in “Romper Stomperâ€), succumbs to her despair in a brief scene reminiscent of a similar tragedy in Nicolas Roeg’s “Don’t Look Now,†Connor decides it’s time to bring his boys home.
His three-month offscreen journey to Constantinople begins roughly, as he is rebuffed by hard-line British officer Brindley (Dan Wyllie) in his request to visit the battlefield. Then, grinning urchin Orhan (Dylan Georgiades) boosts his bag and leads Connor on a merry chase through the market stalls before guiding him to the hotel run by his mother, Ayshe (Olga
Kurylenko), and conservative uncle Omer (Steve Bastoni).
At first awkward and apprehensive, he develops tentative bonds with mother and boy, the latter promising him a fisherman to ferry him to the Gallipoli beachhead. Cut to Crowe wading ashore there, to the astonishment of Hughes (Jai Courtney), who is coordinating the recovery effort, fraught with no little tension, with Turkish war vets Major Hasan and Sgt. Jemal (Yilmaz Erdogan and Cem Yilmaz, whose wildly successful 2001 Turkish dramedy “Viziontele†toured the fest circuit). “Are they all this stubborn?†one asks, to which Hughes replies, “He’s the only father who came looking.â€
The second star-powered, Oz-shot drama to premiere Down Under in as many weeks, following Angelina Jolie’s recently unveiled “Unbroken,†“The Water Diviner†can’t help but feel diminished in comparison. The script, by Andrew Knight and Anastasios, relies heavily on coincidence and convenience to move Connor from Australia to Turkey and establish local
allies, giving the narrative a perfunctory feel.
The use of “The Arabian Nights†as a leitmotif never gains traction; nor does the conceit that Connor can use his water-divining powers to locate his boys. The decision to sprinkle shock cuts to pitched wartime battles, complete with a denture-rattling sound mix, disrupts the film’s flow and focus, suggesting a first-time director anxious to underscore established points about grief and the horror of the unknown.
Erdogan, Yilmaz and Courtney are fine in support of Crowe’s dependable, and some would say predictable persona, while Kurylenko does what she can with a role that seemingly exists to provide a measure of hope to Connor moving forward. Corr, O’Toole and Fraser share a battlefield scene vivid in its evocation of war’s ghastly sounds.
Crowe has wisely surrounded himself with top-tier tech talent, from the expectedly burnished lensing of “Lord of the Rings†and “Hobbit†lenser Andrew Lesnie (filming
in Australia and, briefly, Turkey) to costume designer Tess Schofield, here fresh off the success of “The Sapphires.â€
The film’s final credit will be cryptic to those not familiar with Australia’s National Rugby League: After eight years of ownership, sport tragic Crowe and his partners have navigated their team to the most recent championship, which explains “South Sydney Rabbitohs 21st premiership you beauties.â€
Perle di sceneggiatura
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e Press (Ufficio Stampa Eagle Pictures)