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    WOLVERINE-L'IMMORTALE: HUGH JACKMAN TORNA AD INDOSSARE I PANNI DEL PIU' FAMOSO MUTANTE DELLA MARVEL

    RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by PETER DEBRUGE (www.variety.com) - Dal 25 LUGLIO

    "La storia porta Wolverine in un mondo molto diverso da quello visto finora nella serie degli X-Men. E’ diverso sia visivamente che nel tono narrativo. Ci sono molte battaglie in questa storia, ma la più importante è quella che avviene dentro di Logan, che deve decidere se essere un mostro o un essere umano... Jim Mangold sa bene come creare un film che sia divertente e dotato di un’azione incredibile, ma senza tralasciare tutti gli elementi caratteristici del personaggio e una buona narrazione. Lui mi ha spinto a essere più profondo, arrabbiato, serio e irruento, in ogni modo possibile e in tutti i ciak che facevamo".
    L'attore e produttore Hugh Jackman

    "... Quello che mi interessava per 'WOLVERINE – L’IMMORTALE' era fare qualcosa di diverso dalla solita pellicola di supereroi, dove bisogna impedire a un cattivo di portare a termine i suoi obiettivi diabolici. In questa storia, l’azione e la suspense dipendono dal personaggio, mentre questo mondo dà vita a un’esperienza completamente diversa e che non avevamo mai visto prima... Quando realizzi un film su un gruppo di persone come gli X-Men, non puoi approfondire troppo la loro psicologia. Invece, questa pellicola riesce a scavare dentro le emozioni di Logan, per esplorare chi è e da cosa dipende la sua rabbia. E’ stato usato dal Dipartimento della Difesa, dal governo, dai nemici, dai cattivi e anche dalle persone che amava. Nel corso del tempo, la rabbia dentro di sé è aumentata, anche per via della sua natura irascibile. Nel corso di questa storia, inizia a comprendere come questa rabbia possa renderlo più forte”.
    Il regista James Mangold

    (The Wolverine; USA 2013; Sci-Fi d'azione; 126'; Produz.: Marvel Enterprises/Twentieth Century Fox Film Corporation; Distribuz.: 20th Century Fox)

    Locandina italiana Wolverine - L'Immortale

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Wolverine - L'Immortale

    Titolo in lingua originale: The Wolverine

    Anno di produzione: 2013

    Anno di uscita: 2013

    Regia: James Mangold

    Sceneggiatura: Mark Bomback e Christopher McQuarrie

    Soggetto: Dal fumetto di Chris Claremont e Frank Miller.

    PRELIMINARIA - IL PERSONAGGIO WOLVERINE:

    Wolverine è nato nel 1974, quando il suo personaggio è apparso per la prima volta nell’ultima tavola di un numero de L’incredibile Hulk, annunciando il suo ingresso nel gruppo di eroi mutanti conosciuto come X-Men. In breve tempo, sarebbe diventato famoso in tutto il mondo per i suoi artigli di adamantio, il fattore rigenerante e la sua rabbia primordiale, tutti elementi che hanno reso Wolverine una stella nel panorama dei supereroi.

    Negli anni ottanta, il personaggio ha preso vita propria in una miniserie di quattro numeri creata dallo sceneggiatore degli X-Men Chris Claremont e dal leggendario disegnatore Frank Miller (Il ritorno del cavaliere oscuro, Sin City). In questa occasione, il personaggio viaggia da solo in Giappone, dove viene coinvolto in un vortice di crimini e tradimenti, e in cui è costretto confrontarsi con la sua forza terribile e una vulnerabilità inconsueta per lui. Cercando di sopravvivere in un mondo che non capisce bene, Wolverine, per la prima volta, scopre il suo personale senso della giustizia.

    Cast: Hugh Jackman (Logan/Wolverine)
    Famke Janssen (Jean Grey)
    Brian Tee (Noburo Mori)
    Will Yun Lee (Kenuichio Harada/Silver Samurai)
    Svetlana Khodchenkova (Viper)
    Hiroyuki Sanada (Shingen Yashida)
    Rila Fukushima (Yukio)
    Tao Okamoto (Mariko Yashida)
    Hal Yamanouchi (Yashida)
    Ken Yamamura (Giovane Yashida)
    James Fraser (Prigioniero alleato)
    Luke Webb (Prigioniero alleato)

    Musica: Marco Beltrami

    Costumi: Isis Mussenden

    Scenografia: François Audouy

    Fotografia: Ross Emery

    Montaggio: Michael McCusker

    Effetti Speciali: Brian Cox (supervisore)

    Makeup: Sheldon Wade

    Scheda film aggiornata al: 25 Agosto 2013

    Sinossi:

    IN BREVE:

    In The Wolverine troviamo Logan, il guerriero eterno, in Giappone. Lì, l’acciaio dei samurai si scontrerà con gli artigli d’adamantio, mentre Logan affronterà una misteriosa figura dal suo passato, in un’epica battaglia che lo cambierà per sempre.

    IN DETTAGLIO:

    Il personaggio più leggendario dell’universo degli X-Men affronta un viaggio nel Giappone moderno in WOLVERINE – L’IMMORTALE. Il film è ispirato al celebre arco narrativo del fumetto della Marvel in cui Logan (Hugh Jackman), il mutante conosciuto nel mondo come Wolverine, arriva in un Giappone che non ha visto dall’epoca della seconda guerra mondiale e che ora presenta un panorama pieno di yakuza e samurai.
    In fuga assieme a una bellissima e misteriosa ereditiera, dovendosi confrontare per la prima volta con la sua mortalità, arriverà al limite, sia fisicamente che psicologicamente, come non era capitato nella sua vita. Nel pericoloso viaggio per riscoprire l’eroe nascosto dentro di sé, Logan dovrà affrontare non solo dei pericolosi nemici (umani e mutanti), ma anche i fantasmi del suo passato. Quando Wolverine incrocia i suoi artigli di adamantio con le spade dei samurai, combattendo in un labirinto di amore, tradimenti e onore, scoprirà il prezzo dell’immortalità.

    SHORT SYNOPSIS:

    Wolverine travels to Japan to train with a samurai warrior
    .

    Commento critico (a cura di ANTONIO CINTI)

    “Un uomo, che ogni notte della sua vita ha incubi, soffre”. Parte così, con questa frase il viaggio introspettivo che è Wolverine – l'immortale, un film che da subito mette lo spettatore davanti a ciò che è diventato Logan, dopo la morte di Xavier e Jean Gray: un Ronin. Questo mutante senza più un motivo per esistere, si ritrova catapultato nel moderno Giappone, alla ricerca di un motivo per continuare a vivere e per salutare un vecchio amico, ormai morente. La cosa che salta all'occhio dal primo momento è l'ossessione, il senso di colpa che questo mutante ha sviluppato per la donna amata. Lei entrerà spesso nella sua mente, diventando parte integrante della pellicola, in una specie di limbo dove lei sembra spesso chiamarlo, per consigliarlo. Da qui, i legami col fumetto sono numerosi, praticamente sembra la trasposizione fedele del cartaceo, a parte alcune incongruenze dovute alla sceneggiatura e alla

    necessità di inserire personaggi carismatici nella storia. Tuttavia, il tentativo principale è quello di analizzare la psiche del personaggio il piÚ chiaramente possibile, facendo emergere quello che è il vero Wolverine, compresa la sua capacità di amare. Oltre a questo, è incredibile come gli autori abbiano giocato sugli effetti visivi senza ricorrere a quelli speciali, soprattutto sui toni degli ambienti. All'inizio sembrerà un film solito degli X-Men, con ambienti dai colori tenui, per indicare le difficoltà del personaggio, il suo stato mentale, mentre quando si passa alla missione, al suo viaggio, ci si troverà davanti a colori sgargianti e a battute umoristiche classiche del personaggio. Come dicevo, gli effetti speciali sono ridotti al minimo, tanto da dare una parvenza di realismo ad ogni scena, quasi fosse piÚ un documentario preso dalla realtà. Hugh Jackman, con la sua ormai innata capacità di rivestire i panni dell'eroe come fosse quello dei fumetti,

    riesce a esprimere con chiarezza gli stati d'animo del mutante, quasi ne sentisse realmente il dolore e la frustrazione.

    Ovviamente, oltre a lui ci sono altri personaggi che danno sfoggio di sĂŠ, entrando in sintonia non solo con Logan, ma anche con lo spettatore. Personaggi come Rila Fukushima, che interpreta Yukio, una sorta di dama di compagnia e guardia del corpo dalle capacitĂ  eccezionali, che sarĂ  uno dei personaggi divertenti del film, per via della sua capacitĂ  di smorzare il nervosismo del protagonista. Inoltre, sorellastra di Mariko, interpretata da Tao Okamoto, e, soprattutto, Hiroyuki Sanada, attore di calibro internazionale interprete di film come Ring, L'ultimo Samurai con Tom Cruise, Sunshine, Speed Racer e alcuni episodi della serie TV Lost, giusto per citarne alcuni.

    Tornando al film, si può notare come la parte psicologica dei personaggi della Marvel sia messa sempre piÚ allo scoperto. Già in Iron Man 3 come nei

    film legati a Spider Man, il personaggio era stato messo alla prova, scoprendo le debolezze e le responsabilità di un eroe, che per quanto dotato di capacità incredibili, è pur sempre un essere umano con tutti i problemi che lo contraddistinguono. In poche parole, per quanto ci possano essere altri personaggi e mutanti, come Viper e Silver Samurai, solo uno sembra essere davvero importante, tanto da ricordare quasi solo lui una volta finito il film. Ai piÚ appassionati e fedeli, farà strano vedere Wolverine rimanere ferito e affaticato dagli scontri, assaporando una mortalità inaspettata, che lo metterà di fronte all'idea che il suo dono, per quanto a dir suo insopportabile, è necessario per proteggere le persone che ama, tanto da desiderare di riaverlo e permettendogli di accettare la perdita della donna amata, sostituendola con il desiderio di continuare ad essere l'eroe che è, vivendo per aiutare il prossimo.

    Una lancia va

    spezzata a favore degli splendidi scenari Giapponesi, per quanto pochi se ne possano vedere, poichÊ buona parte del film, compresa la bella villa della famiglia Yashida, è stata ricostruita in studio.
    Alla fine di tutto, James Mangold, già regista di Copland, Ragazze interrotte e Quel treno per Yuma, sembra aver messo insieme un cast spettacolare solo per presentare un personaggio di quasi cinquant'anni come non si era mai visto, di fargli fare un “sogno allucinato” come lo definisce il regista, capace di diventare tanto umano da sembrare vero. Memorabili le scene con la squadra dei ninja in azione, che per un attimo riescono a mettere Logan in ombra, senza contare la battaglia sul treno in corsa e la comparsa di un nemico quasi invincibile, il Silver Samurai per l'appunto, anche se in questa produzione, Hanada era il guerriero, quello che qui è invece un fedele Ninja servitore; forse l'unica discrepanza dal

    fumetto, o almeno la piĂš evidente.

    Sicuramente un film per tutti ma da vedere insieme agli adulti, a causa del sangue che spesso scorre copioso, per mettere in evidenza quanto Wolverine stia pagando la sua umanitĂ . Una pellicola da quattro stelle.

    Secondo commento critico (a cura di PETER DEBRUGE, www.variety.com)

    The Marvel team has recast the Incredible Hulk three times in recent years, but when it comes to its most popular hothead, Wolverine, there’s only one actor fit to wear the claws: Hugh Jackman returns for his sixth screen appearance as the adamantium-reinforced superhero in James Mangold’s smart, Japan-set “The Wolverine,” an entertaining and surprisingly existential digression from his usual X-Men exploits. Though Wolvie comes across a bit world-weary and battle-worn by now, Jackman is in top form, taking the opportunity to test the character’s physical and emotional extremes. Fans might’ve preferred bigger action or more effects, but Mangold does them one better, recovering the soul of a character whose immortality left something to be desired.

    Though the majority of the Marvel portfolio belongs to Disney these days, Fox still controls the rights to Daredevil, the Fantastic Four, Wolverine and his X-Men brethren. While hardly on par with Christopher Nolan’s “Batman

    Begins” trilogy, this movie represents Fox’s attempt to repair damage done to the most iconic of those characters by Gavin Hood’s silly “X-Men Origins: Wolverine” solo outing (which didn’t hurt the box office, but weakened audiences’ faith in how he might subsequently be treated onscreen).

    With Wolverine’s backstory clearly established, screenwriters Mark Bomback and Scott Frank are free to indulge an atmospheric one-off, returning to the character’s doomed romance with Mariko Yashida, daughter of a powerful Japanese clan — the fan-favorite story arc cooked up by Chris Claremont and Frank Miller back in 1982. Set sometime after the events of “X-Men: The Last Stand,” the film opens with Jackman’s Logan sulking somewhere in the Yukon wilds. Having sworn off his violent ways, he identifies more with a feral grizzly than with any of the sport hunters he encounters in town, setting up concerns (whether he can overcome his animal nature) and

    symbols (including a poisoned-tipped arrow) that resurface later in significant ways.

    When careless humans kill the bear, Wolverine flies off the handle, only to be rescued by Yukio (Rila Fukushima), a triangle-faced pixie with red-velvet hair who whisks him away to Japan, where a character from Logan’s past wants to relieve him of his mutant healing ability. Saved from the atomic blast that destroyed Nagasaki, Kenuichio Harada (Will Yun Lee) craves the immortality that Wolverine considers his curse, and suggests a trade that would allow him to reunite with Jean Grey (Famke Janssen), who appears to him in visions and represents a poetic connection to past films.

    It takes more than half an hour for “The Wolverine” to unleash its first action scene, but when it comes, the strike proves elegantly choreographed and worthy of the Hong Kong films that clearly inspired it, as a squad of yakuza descend on Harada’s funeral,

    attempting to assassinate his daughter, Mariko (Tao Okamoto). The next scene rivals any confrontation in recent Asian cinema, as Wolverine combats a group of yakuza thugs atop a speeding bullet train, and it’s a thrill to see Jackman adding these new fighting styles to his character’s repertoire.

    Wolverine emerges victorious, of course, but with a crucial difference: His self-suturing wounds no longer heal themselves. Harada’s nurse (Svetlana Khodchenkova, an award-winning Russian actress completely out of place here) has done something to impair Logan’s abilities. In the process, the razor-clawed character goes from being merely cool to being actually interesting, since there’s a genuine risk that he could die and/or be overpowered while trying to protect Mariko. Wolverine bleeds.

    Even better than this newfound physical weakness is the emotional vulnerability “The Wolverine” allows Jackman to explore. Logan’s self-imposed isolation reveals unexpected new layers of his psychology and suggests that once these iconic characters

    have been established onscreen, they can be fleshed out in standalone films, just as seemingly non-plot-advancing episodes of “The Sopranos” or “Breaking Bad” deepen our understanding of those series’ complicated protagonists.

    As it happens, “The Wolverine” boasts one of the best pulp-inspired scripts yet. It’s still full of corny dialogue (you know, those punchy one-liners conceived to fit in tiny talk bubbles above the characters’ heads), but there’s a genuine elegance to the way it establishes Logan’s tortured condition and slowly brings the character around to recovering his heroic potential, methodically setting up and paying off ideas as it unfolds.

    Of course, a script is just a blueprint, and it’s still up to Mangold and his team to pull it off. This is where “The Wolverine” falls shy of greatness, despite terrific production values, elegant storytelling and a sensational cross-cultural score from Marco Beltrami. Compared with other directors — namely Nolan, Bryan

    Singer and Matthew Vaughn — who have elevated the genre by bringing aspects of their own style to the table, Mangold’s approach is clean and correct, but does nothing to advance the overall state of comicbook movies, owing largely to how heavily he borrows from other helmers.

    Thankfully, his references are relatively upscale, ranging from an elegant “Yojimbo”-like scene in which lone ronin Wolverine is outnumbered by ninjas to a “Diamonds Are Forever” nod involving an unforeseen swimming pool, and he even convinced Jackman to channel some classic Clint Eastwood attitude in his wonderfully surly performance. Mangold’s concept was clearly to make an Eastern Western, where the setting is Japan and the adversaries wield samurai swords, but the hero is fueled by true grit.

    It’s a remarkably effective strategy, right up until the end, when the film’s finale suddenly feels indistinguishable from that of other superhero pics, as Wolverine takes on two

    villains — one CG Silver Samurai and the other a campily attired snake-like mutant named Viper who molts her skin mid-climax. Whereas the Japanese-ness of everything that came before brought a certain “Kill Bill”-like novelty to the genre, this metal-against-metal showdown seems disappointingly familiar and breaks the cardinal rule when dealing with this character: that nothing is stronger than Wolverine’s claws, except perhaps his spirit.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano 20th Century Fox e Orazio Bernardi (QuattroZeroQuattro).

    Pressbook:

    PRESSBOOK Completo in ITALIANO di WOLVERINE - L IMMORTALE

    Links:

    • James Mangold (Regista)

    • Brian Tee

    • Rila Fukushima

    • Hugh Jackman

    • Hiroyuki Sanada

    • Hal Yamanouchi

    • Famke Janssen

    • Will Yun Lee

    • Svetlana Khodchenkova

    • Tao Okamoto

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    Wolverine-L'Immortale - trailer 4

    Wolverine-L'Immortale - trailer

    Wolverine-L'Immortale - trailer 2

    Wolverine-L'Immortale - trailer 3

    Wolverine-L'Immortale - trailer (versione originale) - The Wolverine

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    Wolverine-L'Immortale - featurette 'Yukio' (versione originale sottotitolata)

    Wolverine-L'Immortale - Twitter Q & A con Hugh Jackman 'Logan/Wolverine' (versione originale sottotitolata)

    Wolverine-L'Immortale - Il campionamento del brano e del video 'Eroi nel vento' interpretato dai Litfiba e tratto dall'album 'Desaparecido' del 1985 - per gentile concessione di Warner Music Italia srl.

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