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    MEN IN BLACK 3: GLI AGENTI J. E K. WILL SMITH E TOMMY LEE JONES SONO TORNATI INDIETRO NEL TEMPO...!

    RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by ANDREW BARKER (www.variety.com) - Dal 23 MAGGIO

    (Men in Black III; USA 2012; Commedia d'azione Sci-Fi; 105'; Produz.: Amblin Entertainment/Media Magik Entertainment/Parkes/MacDonald Productions; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana Men in Black 3

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    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Men in Black 3

    Titolo in lingua originale: Men in Black III

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Barry Sonnenfeld

    Sceneggiatura: Etan Cohen, David Koepp, Jeff Nathanson e Michael Soccio

    Soggetto: Dal comic di Lowell Cunningham.

    Cast: Will Smith (Agente J)
    Tommy Lee Jones (Agente K)
    Alice Eve (la giovane agente Oh)
    Josh Brolin (il giovane agente K)
    Emma Thompson (Oh)
    Jemaine Clement (Boris)
    Michael Stuhlbarg (Griffin)
    Bill Hader (Andy Warhol)
    Nicole Scherzinger (Lilly)
    Keone Young (Mr. Wu)
    Yuri Lowenthal (Knuckles)

    Musica: Danny Elfman

    Costumi: Mary E. Vogt

    Scenografia: Bo Welch

    Fotografia: Bill Pope

    Montaggio: Wayne Wahrman e Don Zimmerman

    Effetti Speciali: Mark Hawker (supervisore)

    Makeup: Barry Berger, Christine Domaniecki, Joseph Farulla, Souraya Hamdi, Craig Lyman, Sylvia Malangone Cappelli, Paul Molnar e Mike Smithson

    Casting: Ellen Chenoweth

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    In Men in Black 3, gli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones) sono tornati indietro nel tempo. Nel corso dei suoi 15 anni fra i Men in Black, J ha visto delle cose inimmaginabili, ma nulla, nemmeno gli alieni, è riuscito a sorprenderlo tanto quanto il suo enigmatico e reticente partner. Ma quando la vita di K e il destino del pianeta sono messi a rischio, l'agente J dovrà tornare indietro nel tempo per sistemare le cose. J scoprirà che ci sono segreti nell’universo che K non gli ha mai rivelato - segreti che verranno alla luce nel momento in cui si unirà in squadra con un giovane agente K (Josh Brolin) per salvare il suo partner, l'agenzia e il futuro dell'umanità.

    SHORT SYNOPSIS:

    Agent J travels in time to MIB's early years in the 1960s, to stop an alien from assassinating his friend Agent K and changing history.

    Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)

    Boris l’Animale è un alieno boglodito che arriva da un pianeta lontano lontano. Rinchiuso per più di quarant’anni in un carcere di massima sicurezza - che giusto per essere sicuri, era stato fatto costruire apposta per lui sulla Luna -, quando riesce finalmente ad evadere, l’alieno fa ritorno sulla Terra seminando il panico. Deciso a dichiarare guerra agli umani, Boris in verità ha una missione ben più specifica: tornare indietro nel tempo per uccidere l’agente K (Tommy Lee Jones) prima che quest’ultimo riesca a privarlo di un braccio e a metterlo in un carcere di massima sicurezza lunare. Compresa la gravità della situazione, K trova il modo di coinvolgere il suo partner, l’agente J (Will Smith), il quale viene a capo del mistero e intuisce che c’è una sola cosa da fare: tornare indietro nel tempo e modificare il passato per salvare il futuro. Piombato così nel luglio del 1969,

    J andrĂ  alla ricerca del giovane agente K (Josh Brolin), unica via per trovare la salvezza (del pianeta del cuore di K).

    Vestito nero, occhiali e flash cancella-memoria d’ordinanza non cambiano nell’oscillare del pendolo del tempo. Succede così che gli agenti di MIB 3, trasportati in un viaggio attraverso gli anni (all’indietro), non perdano di simpatia e il vintage gli dona anche molto. Nel terzo episodio della saga firmata da Barry Sonnenfeld, abbandonata la fantascienza degli anni '90 (che a rivederla oggi non è ancora retrò ma poco ci manca), e l’immigrazione clandestina extraplanetaria per accodarsi alla tridimensione, il ritorno della coppia Smith/Lee Jones (con Brolin che fa da “antenato”) mantiene le promesse della vigilia. Giocando anche qui sui temi della fiducia nel mondo che verrà e le nuove frontiere (di ogni tipo), MIB 3 non lesina una entrata fragorosa nella Storia - l’America di stampo repubblicano che vuole Nixon, la

    Luna che si avvicina sempre di più, la Factory di Andy Warhol, una bambina che non ha ben chiara la fisionomia di Barack Obama (è il momento più esilarante del film) - centellinando sprazzi di ironia e spunti di riflessione: è possibile che nulla sia cambiato e un ragazzo nero non può che averla rubata la decapottabile sulla quale scorrazza allegramente…!? Forte di una trama che fonde in un colpo solo il sequel con il prequel, elementi essenziali a loro modo per capire da dove parte la stitichezza emotiva del navigato agente (più che speciale), J e K trovano una nuova coniugazione del cinema com’è da sempre inteso dal vero deus ex machina dei Men in Black: Steven Spielberg. Il regista e premio Oscar, qui nelle vesti di produttore esecutivo, mette infatti il suo inconfondibile imprinting su MIB 3, col risultato che il mondo d’oggi viene letto attraverso un paio

    di occhiali anni ’60 (e forse il 3D non è solo una questione di marketing in questo caso) ma i valori di onore, rispetto e famiglia restano immutati.

    Secondo commento critico (a cura di ANDREW BARKER, www.variety.com)

    Perhaps the best that can be said for the years-in-the-works "Men in Black 3" is that its prolonged, difficult development rarely leaves visible scars on the finished product. This is no small compliment, as subjecting the franchise's zippy cornball energy to committee rethink and patchwork solutions could have been toxic, and the sequel survives with the original's spirit largely intact. Pic does betray a few saggy, sloppy edges, and reigniting interest in the property may be a difficult task, but overseas B.O. and franchise newcomer Josh Brolin's quietly hilarious performance should give it a decent shot.

    There are a number of conflicting points to consider in assessing the pic's commercial potential. In Will Smith, it toplines one of the biggest movie stars on the planet, albeit one who hasn't made a single film in four years. Moreover, the film is part of a property that grossed more than $350 million at

    the U.S. box office alone, yet 10 years have passed since the last installment -- the limp "Men in Black II" -- and it's unclear just how strong the interest is for an encore.

    But that's all ultimately a problem for Sony's marketing department. For their parts, director Barry Sonnenfeld and scripter Etan Cohen approach the material in a strangely low-key manner, as though this were merely a midseason episode of a long-running series, rather than a comeback after a decade away. This serves the movie well, however, as it's clear the filmmakers aren't simply expecting to coast on audience goodwill.

    Oddly enough, the film seems to anticipate audience fatigue with its characters early on. After a prologue in which shotglass-eyed baddie Boris the Animal ("Flight of the Conchords'" Jermaine Clement) is broken out of a lunar prison, Men in Black partners Agent J (Smith) and Agent K (Tommy Lee

    Jones) are seen back on Earth, going through the motions of brokering peace among New York City's undercover alien population and "neuralyzing" eyewitnesses with sub-Bondian one-liners.

    Jones is as laconic as always, though even Smith seems notably dialed down this time, with his bellows maintaining an inside-voice volume and his eyebrows rarely extending past half-arch. The conversational rhythms between the two partners have slowed, and J begins to interrogate K about his continued reticence to open up to him, even after 15 years of working together. The funereal mood then culminates in an actual funeral.

    Then, just as one has begun to wonder where all this ennui and Oedipal anxiety is heading, escaped alien Boris travels back in time to 1969 -- when the young Agent K initially foiled his evil scheme, leading to Boris' imprisonment -- and kills the intergalactic lawman, with Agent J the only one who notices

    something is wrong in the present day. With Boris' evil brethren now angling for planet-wide invasion, J must travel back to the summer of '69 himself to protect his young partner (now played by Brolin), and put Boris down for good.

    Most time-travel plots reveal holes upon later reflection, but this one is so openly nonsensical, with its own rules so arbitrarily applied, that scrutiny is a killjoy. This may rub some auds the wrong way, though "Men in Black 3" is at its best when it simply owns its own absurdity. (At one point, we learn that ruptures in the space-time continuum cause headaches, which in turn produce a powerful craving for chocolate milk.)

    Now back in New York of the '60s, Smith's J serves as the straight man for some expectedly groanable time-period gags, though there are thankfully fewer of these than one might initially fear. (A trip

    to Andy Warhol's Factory in search of aliens is too obvious by half, though Bill Hader's turn as Warhol goes a long way toward justifying it.)

    Fortunately, J isn't stranded too long before running into Brolin's young Agent K, at which point the pic perks up noticeably. Brolin puts in a performance of almost eerie verisimilitude (indeed, there are brief shots where one almost suspects Jones has served as Brolin's stand-in), nailing Jones' Texas drawl and granite facial tics while subtly suggesting a childlike spirit hidden beneath. The pic never overdoes the character's youthfulness, of course; casting a 44-year-old thesp to play K at age 29 is one of its better in-jokes.

    Aside from Brolin's K, the pic introduces a delightfully Vonnegutian new character in Michael Stuhlbarg's Griffin, a weirdly adorable humanlike creature who can see all possible outcomes of any given scenario. (His description of the wild combination of

    variables that had to line up to allow the Miracle Mets' victorious '69 season is the closest this series has ever veered toward poetry.) That this creature is forced to serve as conduit for the film's undeservedly sappy ending may cut down his overall grade, but he reps a nice addition nonetheless.

    As in the past editions, Rick Baker's alien character designs and makeup remain a high point, and an early shootout in a Chinese restaurant may be the sickest and stickiest sequence in the series' history. Sonnenfeld endeavors to keep a light touch amid the serviceable 3D mayhem, and aside from some weirdly dodgy effects work in seemingly straightforward shots -- a glimpse of the partners riding together in a car has the cutout roughness of an old "Dragnet" episode -- the big moments come off swimmingly. Time-traveling sequences and a climatic battle that takes notes from "Casino Royale's"

    best setpiece are particularly well executed.

    In this age of blockbuster bloat, Sonnenfeld's willingness to wrap things up well before the two-hour mark, as well as his eschewal of sledgehammer product placement, count as gestures of considerable mercy.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di MEN IN BLACK 3

    Links:

    • Will Smith

    • Tommy Lee Jones

    • Michael Stuhlbarg

    • Emma Thompson

    • Alice Eve

    • Josh Brolin

    • Men in Black 3 (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Men In Black 3 - trailer 2

    Men In Black 3 - trailer

    Men In Black 3 - trailer HD

    Men In Black 3 - trailer 2 HD

    Men In Black 3 - trailer (versione originale)

    Men In Black 3 - spot TV 'Inaspettato'

    Men In Black 3 - spot TV 'Vecchia Scuola'

    Men In Black 3 - 'Back in Time' la colonna sonora del film cantata dal vivo dai Pitbull in occasione dell’evento 'Summer of Sony' a Cancún

    Men In Black 3 - featurette (versione originale sottotitolata)

    Men In Black 3 - clip 'Chi sei e cosa sai'

    Men In Black 3 - clip 'Bulba Spinosa'

    Men In Black 3 - clip 'Spegnete quell'accidenti di cellulare'

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