NATALE ALL'IMPROVVISO: DIANE KEATON & CO. NELLA CANONICA 'RIUNIONE DI FAMIGLIA' NATALIZIA PER JESSIE NELSON (MI CHIAMO SAM). E IL CINEPANETTONE IN SALSA YANKEE E' SERVITO!
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by NICK SCHAGER (www.variety.com) - Dal 26 NOVEMBRE
"I Cooper vogliono superare la notte della vigilia senza che nessun altro membro della famiglia scopra che cosa stia veramente succedendo nelle loro vite personali e sperano che gli altri si bevano la versione idealizzata di se stessi che stanno presentando. Quello che otterranno in realtà è notevolmente meglio: verità , contatto e intimità . à colpa di tutti questi fantasmi dei Natali passati, che ci vengono a far visita nella memoria. Ci portiamo dietro cosÏ tanti ricordi delle festività ; ci preoccupiamo per il passato o proiettiamo le nostre paure nel futuro. Quasi mai viviamo il momento. Credo che in questo film tutti riconosceranno anche le pazzie della propria famiglia!... Questa storia è complicata e caotica. Si svolge completamente intorno a un unico giorno, che cambierà tutto, la vigilia di Natale. Ogni membro della famiglia Cooper si ritrova a Natale a un punto di svolta della propria vita. Mi è sembrato tutto molto reale, non patinato. Tutti i personaggi cercano di presentare agli altri una versione di loro stessi che non ha nulla a che fare con quello che veramente gli sta succedendo dentro".
La regista Jessie Nelson
"La gente passa tanto tempo a rimuginare sul passato o a essere arrabbiata per il passato, sia per i torti subiti che per quelli fatti, contemporaneamente preoccupandosi per il futuro, con il risultato di perdersi completamente il presente. Ă generazionale. Quando sei giovane provi con tutte le tue forze ad avere successo. Con lâetĂ ti rendi conto che quello che conta è vivere il momento".
Lo sceneggiatore Steven Rogers
(Love the Coopers; USA 2015; Commedia; 89'; Produz.: CBS Films/Groundswell/Imagine Entertainment; Distribuz.: Notorious Pictures)
Jon Tenney (Dr. Morrissey) June Squibb (Zia Fishy) Quinn McColgan (Charlotte giovane)
Musica: T Bone Burnett
Costumi: Hope Hanafin
Scenografia: Beth A. Rubino
Fotografia: Elliot Davis
Montaggio: Nancy Richardson
Casting: Mary Vernieu e Venus Kanani
Scheda film aggiornata al:
21 Dicembre 2015
Sinossi:
Charlotte Cooper (DIANE KEATON) ha un semplice desiderio per queste festività ⌠che la sua famiglia viva un Natale perfetto da ricordare per sempre! Ma quattro generazioni del clan dei Cooper, che si ritrovano insieme sotto lo stesso tetto non sono sinonimo di perfezione, anziâŚGioia e conforto non vengono facili a nessuno e, mentre la neve continua a cadere, si vedranno piatti volare e ospiti inaspettati bussare alla porta. Come se non bastasse, i fantasmi dei Natali Passati, Presenti e Futuri emergeranno a tormentare ognuno dei Cooper prima ancora del loro arrivo a casa.
Sam Cooper (JOHN GOODMAN) ha accettato a malincuore la richiesta di Charlotte, sua moglie da quaranta anni, di non rivelare alla famiglia la notizia della loro separazione proprio nel giorno di Natale.
La loro figlia Eleanor (OLIVIA WILDE), una sceneggiatrice senza lavoro, tradita dal fidanzato, perde tempo allâaeroporto cercando di rimandare lâinevitabile delusione che avrĂ la sua famiglia quando scoprirĂ che è di nuovo single. FinirĂ per trovare la soluzione perfetta: il soldato Joe (JAKE LACY), il cui volo per tornare a casa a trovare la sua famiglia è bloccato dalla neve.
Il figlio Hank (ED HELMS) si trova alle prese con le âgioieâ di essere un padre single con tre bambini; la precoce Madison di cinque anni (BLAKE BAUMGARTNER), lâindisciplinato Bo di sette anni (MAXWELL SIMKINS) e il sedicenne Charlie (TIMOTHĂE CHALAMET), che maldestramente si approccia alla sua prima cotta. A complicare il tutto ci si mette anche lâex moglie di Hank, Angie (ALEX BORSTEIN). Il desiderio piĂš importante per Hank? Un lavoro, prima che tutti scoprano che ha perso il suo.
Emma (MARISA TOMEI), la sorella di Charlotte, a causa dellâostinata rivalitĂ con la sorella, si trova a compiere un piccolo furto in un centro commerciale, una situazione imbarazzante che solo lâAgente Williams (ANTHONY MACKIE), anche lui in preda allâansia natalizia, potrĂ sistemare.
Poi câè il padre di Charlotte ed Emma, Bucky (ALAN ARKIN), che inaspettatamente si sente piĂš legato alla cameriera con occhi da cerbiatto, Ruby (AMANDA SEYFRIED), che alle sue stesse figlie.
Infine câè la zia di Sam, Fishy (JUNE SQUIBB) che a causa dellâetĂ e del calo della memoria, è lâunica Cooper che davvero vive nel presente, regalando un sorriso a ogni membro della famiglia, inclusi quelli a quattro zampe.
Come dimenticare, infatti, lâadorato cane di famiglia, Rags. Ă sempre stato presente a ogni Natale, incluso quello che si preannuncia come il piĂš memorabile di tutti!
SYNOPSIS:
When four generations of the Cooper clan come together for their annual Christmas Eve celebration, a series of unexpected visitors and unlikely events turn the night upside down, leading them all toward a surprising rediscovery of family bonds and the spirit of the holiday.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
FLASH MOVIE:
Prendi quattro generazioni di una famiglia a stelle e strisce. I Cooper, ad esempio. E prendi l'occasione di una riunione d'obbligo: il Natale. Il 'cinepanettone' in salsa yankee è servito! Tutto quel che c'è da sapere è scritto nella sinossi, almeno per quel che riguarda i personaggi. Tanti! E molto americano-ortodossi, soprattutto sul piano comportamentale. La famiglia prima di tutto, malgrado le separazioni in corso. E comunque tanti da rendere Love the Coopers (Natale all'improvviso) di Jessie Nelson (Mi chiamo Sam) una di quelle classiche pellicole corali 'all star', festaiole e pirotecniche, in cui ben presto il 'bon ton' di facciata, indossato a forza pur di far sÏ che sia Natale, e in famiglia, a dispetto di tutto e di tutti, inizia a frantumare i pezzi di intonaco - della facciata, appunto - ancora fresco. E allora si che son dolori! Ci si può ridere sopra. PerchÊ no?! Ma
di fronte al 'tormentone' della bambina che dĂ del 'coglione' al proprio nonno, che si fa? Beh, verrebbe da dirla, con il nostrano Benigni (e Troisi al fianco), Non ci resta che piangere!
Secondo commento critico (a cura di NICK SCHAGER, www.variety.com)
THIS SLUSHY HOLIDAY DRAMEDY FOLLOWS A FAMILIAR FAMILY-REUNION TEMPLATE
Fittingly given that its title sounds like a demand, âLove the Coopersâ peddles holiday sorrow, cheer and uplift with off-putting insistence. Director Jessie Nelsonâs dramedy follows a familiar family-reunion template in detailing the Yuletide get-together of the Coopers, a clan fracturing under the weight of divorces, unemployment, unrealized dreams and loneliness â as well as past joys that all its members desperately want to reclaim. Decked out in the usual tinsel-and-mistletoe trappings, the film lurches awkwardly between gloominess and giddiness, never hitting the boisterously bittersweet groove it seeks. Failing to carve out an identity distinct from its many subgenre predecessors, this slushy feel-good saga faces a stormy theatrical forecast at best.
Ten years after âThe Family Stone,â Diane Keaton again takes the lead of a contrived getting-the-relatives-back-together film that eventually employs the threat of tragedy as a device for
familial reconciliation. Before âLove the Coopersâ ventures down that misbegotten path, however, it first delineates the problems of its various interconnected players. Front and center are Charlotte (Keaton) and Sam (John Goodman), who, after 40 years of marriage, still dress in matching flannel outfits (hers, in typical Keaton fashion, buttoned to the top). Identical style choices aside, however, theyâve grown so far apart that theyâve agreed to separate â a decision driven by Charlotteâs interest in fixating on her kids at the expense of Samâs long-coveted trip to Africa. Their estrangement is also related to the fact that, years earlier, Charlotte and Sam lost a young child, though itâs indicative of Steven Rogersâ scattershot and superficial script that said catastrophe is mentioned only in passing, and seems a mere afterthought amid the more pressing crises at hand.
Those involve Charlotte and Samâs son Hank (Ed Helms), a despondent mall photographer who
canât find a new job and is divorcing his wife Angie (Alex Borstein); and their daughter, Eleanor (Olivia Wilde), a failed playwright whoâs carrying on an affair with a married man and would prefer to spend Christmas Eve anywhere other than at her parentsâ house. At an airport bar, she meets Joe (Jake Lacy), a young soldier whose religious Republicanism becomes the immediate butt of liberal Eleanorâs cringe-worthy jokes, but whose earnest demeanor and big smile quickly prove irresistible. In no time, Eleanor is introducing Joe to her own god (Nina Simone) and convincing him â since a blizzard has grounded his deployment flight â to come home with her and pose as her boyfriend.
Meanwhile, Charlotteâs sister Emma (Marisa Tomei) â who, ridiculously, is meant to be only a few years Charlotteâs junior, despite the actressesâ 19-year age difference â is arrested for trying to shoplift a brooch in her
mouth. In the back of the squad car of police officer Williams (Anthony Mackie), she sets about giving the âroboticâ cop some therapist-y advice, which causes Williams, in one of the filmâs innumerable implausible developments, to open up about his homosexuality and the disapproving mother who drove him to live life in the closet. Williams is simply a mechanism designed to help Emma learn that sheâs not alone, and moreover, that she can turn herself into the person sheâs always wanted to be. That makes him about as one-dimensional as the memory-addled Aunt Fishy (June Squibb), who orbits the Coopers like a comic-relief clown programmed only to make funny faces at the dog and, in the storyâs nadir, to expel a rancid fart during Christmas dinner grace.
If that werenât enough, Charlotte and Emmaâs father, Bucky (Alan Arkin), is heartbroken when he learns that his favorite diner waitress, Ruby (Amanda Seyfried)
â with whom he shares a platonic quasi-romantic relationship â is intent on skipping town. Such news compels Bucky and Ruby to rail at each other with the same type of blunt-force honesty that characterizes Charlotte and Samâs contentious rapport. Their no-holds-barred candor soon comes to typify just about every utterance heard in âLove the Coopers,â including the constant narration provided by the family dog, Rags (voiced by Steve Martin), which is so Hallmark-card corny that it sabotages any sense of emotional authenticity or maturity.
An overstuffed turkey about shedding lies and embracing who you are and how you feel, Nelsonâs film courts cheap nostalgic pathos via clips from âCity Lightsâ and âBorn Yesterday.â It also intersperses its action with brief flashbacks to memories â of carefree excitement, of blissful togetherness, of departed loved ones â that continue to haunt these characters. When coupled with Charlotte and Samâs ongoing discussion-cum-argument over
how they drifted apart, âLove the Coopersâ occasionally appears on the verge of ditching its more cloying tendencies and transforming into a thoughtful meditation on how the holidays serve as a time to reflect on and reconnect with family, love and those cherished people and moments (big and small) that once brought such happiness.
Unfortunately, Rogersâ tale is far less concerned with such issues than with tidily pairing off its forlorn single characters and reuniting its betrothed ones â all of which comes about during a climax set at a hospital thatâs shameless in its heartstring tugging. In the process of advancing plot threads to their telegraphed conclusions, the film strands its actors with little to do but bicker, pout, grin and swoon with metronomic predictability. Undermined by an unfocused story that can barely even tell us about these individualsâ deep-seated hang-ups, much less adequately dramatize them, Keaton, Goodman, Helms, Wilde,
Arkin, Seyfried, Tomei and Mackie merely coast by on charisma. Similarly functional, Elliot Davisâ sweeping camerawork around twinkling Christmas-decorated sets fails to energize the hectic proceedings, while the soundtrack, mixing Bob Dylan and Sting tunes with traditional seasonal classics, would be right at home at a Starbucks.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Notorious Pictures e Laura Poleggi (QuattroZeroQuattro)