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Ultimo aggiornamento: 11 Marzo 2022
Colin Farrell è Oswald Cobblepot/Pinguino in The Batman di Matt Reeves:
"La prima volta che ho visto il make up del mio personaggio, era su una scultura che Mike Marino aveva realizzato per costruire Oz. Guardandolo prendere forma su di me ho provato un senso di paura, minaccia. Ma confesso anche di simpatia per un personaggio che amerei approfondire, con tutte le sue cicatrici. Ho immaginato che fosse una persona che ne aveva passate molte, e che sicuramente era stato spesso frainteso nella sua vita. Ma davvero: non ci siamo spinti molto in profondità nel film. Ho solo 6, forse 7 scene. Essendo avido per natura, ne voglio altre... La mia insegnante di dialetto, con la quale lavoro da molti anni, è meravigliosa. Jessica Drake sa essere anche una rottura di palle, ma è per questo che è pagata... Le sono molto grato per il suo tempo, la sua attenzione e il lavoro sul dialetto fatto insieme. Abbiamo indagato sul background socioeconomico, emotivo e psicologico. La nostra voce è il risultato di dove siamo cresciuti. Questo è l’aspetto più importante di un accento: il modo in cui suoniamo, il modo in cui ci articoliamo, la nostra cadenza… È questione di design... Tutto mi è stato chiaro il giorno della prova costume. Quando fai l’attore da così tanti anni, per me sono 20 oramai, ti abitui un po’ al dietro le quinte, diventa routine. Ma quel giorno invece è stato magico: sono stato come trasportato e la voce alla fine è uscita da sola. Indossare una maschera come quella del Pinguino è una cosa molto potente. Nascondersi in quel modo, pensavo potesse essere limitante, invece è stato l’opposto. È stata una liberazione assoluta. La prima volta che l’ho sentito, quando è uscita la voce e stavo camminando, è stato bello... Senza le sue nemesi, l’Uomo pipistrello non esisterebbe. Loro lo rendano ciò che è. Sono un po’ il suo riflesso. La domanda è: lui agisce per senso di giustizia o per espiare le sue 'colpe' e la sua oscurità interiore?".
Colin Farrell
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