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    Home Page > Movies & DVD > Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito

    COCO AVANT CHANEL-L'AMORE PRIMA DEL MITO: AUDREY TAUTOU VESTE I RAFFINATI PANNI DEL MITO GABRIELLE 'COCO' CHANEL NEL BIOPIC DI ANNE FONTAINE

    "Ero interessata non tanto all’elemento moda, quanto al carattere di questa donna eccezionale. Mi colpiva il fatto che si fosse fatta da sé. Una ragazza che veniva dalle campagne francesi, povera, senza istruzione, ma dotata di una personalità straordinaria e destinata a precorrere i tempi... Dovevo pensare se era possibile concentrarsi sul primo periodo deIla sua vita - gli anni della formazione, su quello che era successo prima che Chanel stessa si rendesse conto del suo splendido destino. Così ho letto la biografia scritta da Edmonde Charles-Roux, 'Chanel and Her World: Friends, Fashion, and Fame'. Un’altra condizione fondamentale era trovare un’attrice che potesse incarnare un personaggio del genere, e non qualcuno che la imitasse o fosse solo una pallida replica di Chanel... Fin dal mio primo incontro con Audrey, sono stata colpita dalla sua forza di volontà, dalla sua audacia, dall’intensità del suo sguardo. Chanel guardava tutto. La sua cultura non veniva dallo studio, ma dall’osservazione. Non avevo ancora scritto nemmeno una riga della sceneggiatura quando ho incontrato Audrey, ma sapevo che se lei si fosse fidata di me e se la produzione avesse accettato di concentrarsi sugli anni della formazione, avrei potuto imbarcarmi nell’avventura di girare il mio primo film storico... Mi ha interessato molto vedere Coco costruire il proprio destino davanti ai nostri occhi. Con lei non c’era niente di programmato, non voleva una carriera che la portasse al successo; inventava. Non aveva l’ambizione o gli strumenti per adattarsi al mondo borghese - quelle porte le erano sbarrate - così ha attirato l’attenzione su di sé con il massimo della provocazione. Non voleva rispettare quel mondo, ma adattarlo alla sua personalità. Amava anche il rischio. Mi è piaciuta molto l’idea che fosse una specie di clandestina quando ha iniziato il suo percorso nel mondo. Al suo arrivo a Royallieu, Balsan le proibisce di lasciare la sua stanza. E lei ha sempre mantenuto un segreto emblematico sulle sue origini, abbellendo la storia della sua infanzia".
    La regista e co-sceneggiatrice Anne Fontaine

    (Coco Avant Chanel FRANCIA 2009; biopic; 110'; Produz.: Haut et Court/Ciné@/Warner Bros./France 2 Cinéma/Canal+/CinéCinéma/France 2 (FR2)/Films Distribution/Cofinova 5/Banque Populaire Images 9/Scope Pictures; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito

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    Titolo in italiano: Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito

    Titolo in lingua originale: Coco Avant Chanel

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Anne Fontaine

    Sceneggiatura: Anne e Camille Fontaine

    Soggetto: Dal libro di Edmonde Charles-Roux, Chanel and Her World: Friends, Fashion, and Fame.

    Cast: Audrey Tautou (Gabrielle 'Coco' Chanel)
    Benoît Poelvoorde (Étienne Balsan)
    Alessandro Nivola (Arthur 'Boy' Capel)
    Marie Gillian (Adrienne Chanel)
    Emmanuelle Devos (Emilienne d'Alençon)
    Régis Royer (Alec, le jockey)
    Etienne Bartholomeus (Maître d'hôtel Balsan)
    Yan Duffas (Maurice de Nexon)
    Fabien Béhar (Patron Boutique)
    Roch Leibovici (Jean, le palefrenier)

    Musica: Alexandre Desplat

    Costumi: Catherine Laterrier

    Scenografia: Olivier Radot

    Fotografia: Christophe Beaucarne (A. F. C.)

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Una bambina che viene mandata con la sorella in un orfanotrofio nel centro della Francia e ogni domenica aspetta invano che arrivi il padre a cercarla…
    Un’artista di cabaret con una voce fioca che canta per un pubblico di soldati ubriachi…
    Una umile sartina, che cuce orli nel retro di una sartoria di provincia…
    Una giovane, magrissima mantenuta, a cui Etienne Balsan, il suo amante, offre un rifugio sicuro, tra ozi e piaceri…
    Una donna innamorata che sa che non sarà mai la moglie di nessuno e rifiuta di sposarsi persino con Boy Capel, l’uomo che ricambia il suo amore…
    Una ribelle che trova opprimenti le convenzioni del suo tempo e indossa gli abiti dei suoi amanti…
    Questa è la storia di Gabrielle “Coco†Chanel che, da ostinata orfana, attraverso un percorso straordinario, diventa la leggendaria creatrice d’alta moda che ha incarnato la donna moderna ed è diventata un simbolo di successo, libertà e stile.

    Dal >Press-Book< di Coco Avant Chanel - L'Amore prima del mito

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Lei ha creato la morbidezza e la semplicità nell’abito. Lei ha creato una femminilità che si avvicinasse ai fabbisogni del nuovo ruolo della donna. Lei ha di fatto creato la donna moderna. Lei ha creato il suo stesso mito, ovvero Coco Chanel. L’icona della moda novecentesca non è stata solo questo, ma molte altre cose e, soprattutto, è stata una donna dai mille volti e dalle molte esperienze. Brucianti, strazianti avvenimenti hanno reso la sua esistenza lunga e operosa: la morte della madre durante l’infanzia, l’abbandono del padre in un istituto di monache, una timida carriera di cantante, cortigiana di un monotono ed egoista signorotto di campagna, Etienne Balsan, il complicato amore con l’inglese Boy Capel finito sul ciglio di una strada sterrata e che per primo la incoraggia verso il percorso che la farà diventare leggenda. Tutti questi gli elementi che hanno contribuito a trasformare la piccola Gabrielle in

    Coco.
    Il saccheggiamento cinematografico e televisivo della figura della straordinaria Coco Chanel negli ultimi mesi ha invaso le produzioni europee e in questo momento è al suo apice: dopo la miniserie italo-americana (prodotta per la nostra Rai e il canale via cavo statunitense Lifetime Television) trasmessa nell’autunno 2008, a cui erano la nostra Barbora Bobulova e un’altra leggenda (stavolta del cinema) come Shirley MacLaine a dare volto alla geniale Coco, hanno fatto seguito due produzioni francesi per il grande schermo, ovvero questa fatica Warner Bros. ora nelle nostre sale intitolata Coco avant Chanel- l’amore prima del mito e il più indipendente Coco Chanel & Igor Stravinsky, passato come film di chiusura al festival di Cannes e a quanto sembra dalle voci circolate sulla croisette il vero vincitore di questo match tutto all’insegna della vita della immortale stilista francese.
    Infatti, dopo aver visto questo biopic “ufficialeâ€, come non dare torto alle dicerie che

    lo vedono come l’esito più approssimativo. Anne Fontaine dirige un film sontuoso e ben confezionato (fotografia calda e avvolgente, commento musicale di Alexandre Desplat invasivo e decorativo), come è logico che sia, ma il risultato è laccato e, fondamentalmente, inutile. Con uno stile morbido, come era quello stesso degli abiti Chanel, ma non seguendo la grande praticità o l’anarchia di fondo con la quale la grande stilista francese vestì le donne del suo tempo, la pellicola sceglie toni e ambientazioni patinate, mentre l’approccio biografico seguito è quasi identico alla miniserie dello scorso anno realizzata da Christian Duguay, ovvero racconta la vita della Chanel nella sua prima fase, prima che lei diventi l’icona della moda e la donna di successo che è stata, ma, in questo caso, con minori dettagli storiografici e più attenzione alle vicende amorose del personaggio. L’unica cosa in più, rispetto al lavoro televisivo, è una maggiore cura

    nei dettagli estetici e, ovviamente, nella ricostruzione degli abiti che sono la vera anima di un’opera fine a se stessa. Tutto questo, però, non basta a rendere il risultato sufficiente, causa una regia lenta, didascalica, quasi inesistente, una sceneggiatura banale, che quando coinvolge troppe teste, ben quattro in questo caso, non può che essere anche piuttosto confusa e, soprattutto, una Audrey Tautou che per quanto si sforzi sembra sempre Audrey Tautou. E l’essenza, mancante, di Coco avant Chanel-l’amore prima del mito sembra più quella di una noiosa e approssimativa biografia americana che quella di una pellicola dal raffinato gusto francese.

    Commenti del regista

    "Il film in costume è un genere pericoloso, perché è facile cadere nella trappola del format televisivo. Fin dall’inizio, abbiamo deciso di evitare i lati negativi, pittoreschi e pesanti del film storico... La collaborazione di Chanel ci è stata indispensabile, in particolare per la sequenza della passerella, in cui era impensabile non avere abiti della Maison. Tutti i vestiti di quella sequenza vengono dal Conservatoire Chanel. Ho incontrato Karl Lagerfeld parecchie volte, gli abbiamo mostrato i disegni degli abiti che Catherine Leterrier stava realizzando... Il film doveva essere come il personaggio di Coco Chanel. Lei era una giovane donna che non stava mai ferma, quindi le riprese dovevano pulsare e la macchina da presa doveva avere una certa sensualità e del movimento. Spesso abbiamo usato una macchina a spalla per girare... ".

    Commenti dei protagonisti:

    AUDREY TAUTOU (Gabrielle 'Coco' Chanel):

    "Dentro di me speravo che mi facessero un’offerta con un punto di vista particolare, perché la modernità del personaggio, il suo spirito e la posizione che ha conquistato per le donne mi intrigavano. E così, quando Anne Fontaine ha spiegato come intendeva sviluppare il soggetto, sono stata immediatamente d’accordo... Anne mi ha permesso di sviluppare il carattere di Chanel approfondendo tutti gli aspetti del personaggio, sfumando le emozioni, facendo emergere la fragilità e la dolcezza, ma anche la sua imperiosità e il suo orgoglio. Il fatto che sia una donna a dirigere il film aiuta a esprimere quanto fosse difficile a quei tempi essere 'il sesso debole'. L’intelligenza di Anne Fontaine, il suo tatto, la sua visione globale del personaggio e della storia hanno avuto una enorme importanza nella sua direzione".

    Altre voci dal set:

    Lo scenografo OLIVIER RADOT:

    "Bisogna essere attenti a focalizzarsi più sul soggetto che sul periodo, e creare un mondo aderente alla storia, ai sentimenti e al punto di vista del regista. E’ questo che conferisce sostanza al film. Invece di fotocopiare gli archivi, preferisco interpretare, usare un’idea in una situazione diversa, sentirmi libero di cogliere l’essenza, la sensazione. Comunque ci sono pochissimi riferimenti che mostrano Chanel negli anni della sua formazione. La cosa che ho trovato più interessante è stata ritrovare la fonte delle sue creazioni. All’inizio del film abbiamo rivolto un’attenzione particolare ai set dell’orfanotrofio e di Aubazine, sottolineando la grafica, il contrasto tra il bianco e il nero. La divisa di Aubazine, gonna nera e camicia bianca, ha influenzato chiaramente il suo stile. Come riemerge alla fine, quando Coco Chanel osserva una magnifica sfilata dai gradini della Maison Chanel... Abbiamo visitato decine di castelli, ma poi abbiamo finito con lo scegliere il primo che avevamo visto! Alcuni erano troppo ricchi di decorazioni, altri troppo pomposi. Alla fine abbiamo preferito il castello di Millemont a Yvelines, che risale al XVIII secolo e che con la sua facciata bianca e la sua raffinata semplicità avrebbe potuto ispirare Coco. E’ in questo ambiente che scopre il mondo... Chanel incarna l’eleganza francese. E’ un personaggio così parigino che sarebbe stata una vergogna non girare in Francia... Una delle qualità di Anne (Fontaine) è quella di rifiutarsi di ricorrere ai soliti stratagemmi. Per le scene più spettacolari con tante comparse, ha preferito condizioni naturali, vere a inquadrature panoramiche d’effetto. C’è maggior reazione emotiva quando senti che sta succedendo qualcosa fuori dall’inquadratura. Anne preferisce le piccole dimensioni e gli effetti naturalistici all’ostentazione. In realtà, il suo è un approccio molto attuale. Nello stesso modo, abbiamo smorzato l’immagine pittoresca del caffè concerto -piuttosto volgare e coloratissimo. L’ho ricreato ispirandomi all’American Café di Parigi, con le pareti rivestite di legno scuro. Abbiamo pensato di abbassare i toni di un posto che doveva ospitare Mademoiselle Coco Chanel".

    La costumista CATHERINE LATERRIER:

    "L’obiettivo non era realizzare un film sulla storia della moda. Talvolta ci siamo presi delle libertà con gli anni. Ad esempio, la famosa maglia a strisce marinare indossata da Chanel nelle leggendarie foto degli anni ’30, appare prima nel film, nella scena in cui Coco passeggia sulla spiaggia con Boy e nota i maglioni dei marinai che stanno tirando su le reti da pesca. In un altro momento, quando Anne voleva che immaginassi come fosse nata l’idea della famosissima borsa Chanel, ho preso una pezza di vecchio cotone nero trapuntato, quello che i contadini usavano per i loro vestiti, e gli ho dato la forma di una borsa, come se la giovane Coco l’avesse realizzata con uno scampolo ricevuto dalle zie... Nella moda, ogni stilista ha linea, colori e materiali propri, Chanel è immediatamente riconoscibile. Quello che Karl Lagerfeld ha fatto adattando lo stile Chanel al futuro, io l’ho fatto tornando al passato. Sono andata indietro nel tempo, disegnando i primi modelli che Chanel avrebbe potuto creare e che avrebbero determinato il suo stile. Lo stile Chanel è inconfondibile nel taglio, per come cade la stoffa e per la perfetta semplicità delle rifiniture. Gli abiti disegnati per il film dovevano avere un livello da haute couture... Per me la difficoltà è stata contrapporre l’eleganza dello stile semplice e fluido di Chanel con la moda del ‘900. Volevo conservarne la bellezza, con le bluse che esaltano il seno, i nastri, il merletto, le piume e i fronzoli, ma mostrandone l’aspetto eccessivo e appariscente, per opporlo così alle linee fluide e pulite di Chanel... Ho trovato spighette di cotone, nastri di seta, bottoni e altri accessori al mercato delle pulci e dagli antiquari. Ho perfino scovato una collana di platino e diamanti appartenuta a Mademoiselle Chanel al Louvre des Antiquaires. Nel film, questo magnifico gioiello adorna il delicato collo di Audrey Tautou nella scena del ristorante, dove indossa un abito da sera nero con lustrini. Audrey ha mostrato grande interesse per i costumi e durante le prove degli abiti l’ho vista trasformarsi in Coco Chanel".

    Il direttore della fotografia CHRISTOPHE BEAUCARNE:

    "Anche se era nata in campagna, Coco venne chiusa in orfanotrofio in tenera età. Da allora in poi è vissuta nella soffitta della domestica e in un fumoso cabaret, ma improvvisamente, in quel castello, ha scoperto le meraviglie della natura. Ho cercato di trasmettere, con le inquadrature e la luce, il senso di liberazione che Chanel deve aver provato in quel luogo. Dopo la severità di Aubazine, dove abbiamo usato molto bianco e nero, ci voleva la luce del sole, inquadrature più ampie e un’atmosfera di festa, che corrispondeva alla personalità di Balsan. Per questo momento luminoso e spensierato, insieme allo scenografo Olivier Radot, avevamo in mente 'Il Grande Gatsby'... Nella sequenza finale sulle scale della Maison Chanel in Rue Cambon, l’illuminazione che ho voluto si univa alla luce residua per dare un senso ellittico alla scena, dove le favolose modelle che percorrono la passerella si vedono solo riflesse negli specchi. Lì era importante suggerire la visione intima di Chanel".

    Il musicista ALEXANDRE DESPLAT:

    "Penso che Coco Chanel avesse uno sguardo esigente nei confronti della vita, come Audrey Tautou. Tutte e due hanno la stessa gravità e intensità. Lei non guarda semplicemente, osserva con estrema attenzione. Coglie un dettaglio, un colore, una forma che diventa sua una volta superato il filtro. E quindi mi auguro di essere riuscito a fare altrettanto con la colonna sonora: cogliere l’intensità del suo personaggio, non solo il piacere. Lei ha molto coraggio e vuole cambiare le cose, questo mi piace molto - gli artisti che mostrano la strada, una strada diversa, che non seguono solo la corrente. La mia musica dovrebbe accompagnare questo atteggiamento".

    Links:

    • Anne Fontaine (Regista)

    • Audrey Tautou

    • COCO AVANT CHANEL - L'AMORE PRIMA DEL MITO - INTERVISTA alla regista ANNE FONTAINE (Interviste)

    • COCO AVANT CHANEL - L'AMORE PRIMA DEL MITO - INTERVISTA all'attrice AUDREY TAUTOU (Interviste)

    • COCO AVANT CHANEL - L'AMORE PRIMA DEL MITO - INTERVISTA all'attore BENOÃŽT POELVOORDE (Interviste)

    • COCO AVANT CHANEL - L'AMORE PRIMA DEL MITO - INTERVISTA all'attore ALESSANDRO NIVOLA (Interviste)

    • COCO AVANT CHANEL - L'AMORE PRIMA DEL MITO - INTERVISTA al musicista ALEXANDRE DESPLAT (Interviste)

    • GEMMA BOVERY - INTERVISTA alla regista ANNE FONTAINE (Interviste)

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