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    GIANNI E LE DONNE

    61. Festival del Cinema di Berlino (10-20 Febbraio 2011) - 'Berlinale Special' - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dall'11 FEBBRAIO

    (Gianni e le donne, ITALIA 2011; commedia; 90'; Produz.: BiBi Film/
    Isaria Productions in collaboraz. con Rai Cinema; Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana Gianni e le donne

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Gianni e le donne

    Titolo in lingua originale: Gianni e le donne

    Anno di produzione: 2011

    Anno di uscita: 2011

    Regia: Gianni Di Gregorio

    Sceneggiatura: Gianni Di Gregorio

    Cast: Gianni Di Gregorio (Gianni)
    Valeria de Franciscis Bendoni (la madre)
    Alfonso Santagata (Alfonso)
    Elisabetta Piccolomini (la moglie )
    Valeria Cavalli (Valeria)
    Aylin Prandi (Aylin)
    Kristina Cepraga (Kristina)
    Michelangelo Ciminale (Michelangelo )
    Teresa Di Gregorio (Teresa)
    Lilia Silvi (Lilia)
    Gabriella Sborgi (Gabriella)

    Musica: Ratchev e Carratello (Suono: Gianluca Costamagna e Alessandro Molaioli)

    Costumi: Silvia Polidori

    Scenografia: Susanna Cascella

    Fotografia: Gogò Bianchi

    Montaggio: Marco Spoletini

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Sessant'anni ben portati, Gianni è un uomo normale, di natura mite e un'immensa capacità di sopportazione. Un giorno l'amico Alfonso gli apre gli occhi: tutti suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, hanno l'amante. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. Ma come un vecchio motore che si rimette in moto, produce fracasso fumo e poco arrosto.

    IN DETTAGLIO:

    Gianni, sessant’anni ben portati, è un uomo normale, diciamo così. Ha una natura mite e un’immensa capacità di sopportazione. È al servizio di sua moglie che lavora e ha mille impegni, della figlia che adora, del fidanzato della figlia, giovane nullafacente che si è piazzato in casa e che ormai lui ama come un figlio. Senza contare cani, gatti... Dulcis in fundo, c’è sua madre, novantenne nobildonna decaduta, che si ostina a vivere nella vecchia villa alle porte di Roma senza badare a spese, con badanti che vanno e vengono. La sua vitarella scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, del resto è in baby pensione e di tempo ne ha fin troppo. Un giorno, l’amico Alfonso gli fa aprire gli occhi: tutti i suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, dietro la rispettabile facciata, hanno delle storie. Tutti, anche i vegliardi che vegetano nel 'baretto' sotto casa, hanno l’amante. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. C’è Gabriella, irraggiungibile e desiderata per anni, c’è Valeria, il meraviglioso primo amore, la bellissima Cristina, badante della mamma, c’è la vicina di casa, incarnazione della bellezza e della giovinezza, ci sono le infinite donne possibili che abitano il mondo… Gianni, come un vecchio motore che si rimette in moto, produce fracasso, fumo e poco arrosto.

    Nota: Si ringrazia Azzurra (Studio Nobile Scarafoni)

    Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)

    Gianni (Gianni Di Gregorio), a sessant’anni, ha raggiunto praticamente la pace dei sensi e la sua vita scorre placida fra commissioni, passeggiate e faccende domestiche. D’altronde la (baby) pensione gli permette di avere anche fin troppo tempo libero. Di natura mite e con un’immensa capacità di sopportazione, Gianni ormai vive solo per stare al servizio della moglie - che lavora e va sempre di corsa - della figlia che adora, del fidanzato di quest’ultima - un nullafacente che gli si è piazzato in casa ma che lui ama come un figlio - del cane, senza però dimenticarsi di sua madre, novantenne nobildonna decaduta, che si ostina a vivere nella vecchia villa alle porte di Roma credendo ancora di disporre di risorse illimitate, con badanti che vanno e vengono.
    Un giorno, l’amico Alfonso fa scoprire a Gianni un mondo fino a quel momento a lui sconosciuto confidandogli un segreto: tutti i

    suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, hanno delle storie. Tutti, in un modo o in un altro, si sono fatti l’amante insomma. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. E così entrano in scena Gabriella, desiderata da sempre; Valeria, il meraviglioso primo amore; Cristina, la bellissima badante della madre; la vicina di casa, sensuale incarnazione della giovinezza; e tante, tante altre ancora. Ma come si riesce a far diventare realtà quelle che fino a qualche tempo fa non si osava nemmeno chiamare fantasie?

    Dopo Pranzo di ferragosto, piccolo capolavoro che aveva fruttato al regista/attore Gianni Di Gregorio un David di Donatello e un Nastro d’Argento, l’applauso unanime della critica e un certo successo anche al botteghino, con Gianni e le donne si cerca in qualche modo di rinverdire i fasti di appena due anni fa. Deragliando. Il fil rouge di Di Gregorio mostra infatti ben presto

    la corda. Nel film gli echi di Pranzo di ferragosto si sprecano, tuttavia stavolta mancano leggerezza e senso dello stupore. Gianni e le donne promette e non mantiene, cercando di inerpicarsi per strade fin troppe irte che appartengono alla commedia francese, più che di casa nostra. Va riconosciuta l’ironia, il senso della misura e del disincanto, la capacità di portare lo spettatore a fare il tifo per il povero Gianni che cerca con timida galanteria di realizzare una delle sue fantasie - che sono davvero basic, senza acrobazie o eccentricità - con qualcuna delle signore o signorine che ruotano intorno a sé; come va riconosciuta la capacità del regista di insinuarsi nella storia da attore senza rubare la scena a nessuno, anzi, facendo palesemente da spalla a quelli che per chiunque altro sarebbero comprimari.

    Non è però sufficiente. Alla fine dei novanta minuti di Gianni e le donne resta quella

    fastidiosa sensazione di aver assistito ad un’occasione mancata. Il piccolo immaginario del regista, popolato stavolta non solo di anziane arzille e combattive - su tutte citiamo Valeria de Franciscis, che strappa sorrisi anche al più smaliziato dei pubblici - ma anche da giovani bellezze e da una curiosa aurea di irreale, che sposta il film quasi in un buco spazio-tempo che rende l’oggi lontano, senza però per questo finire nel passato, diventano delle zavorre che Di Gregorio mostra di non voler mollare. Con maggiore sedimentazione e forse meno pretese, Gianni e le donne ne avrebbe guadagnato.

    La considerazione da fare, inoltre, è che se i Garrone, Sorrentino, Molaioli sono riconosciuti come il nuovo corso del cinema d’autore nazionale; Di Gregorio, insieme a Lucini, Brizzi, Genovese, fa parte della schiera di quei registi che stanno riesumando una commedia italiana innocua e gradevole che riesce, volente o nolente, a riempire le sale. Ma

    Di Gregorio, atteso com’era alla prova del nove (il secondo film), sarà ora costretto a fare un piccolo passo indietro rispetto ai compagni di squadra.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di GIANNI E LE DONNE

    Links:

    • 61. Festival del Cinema di Berlino (10-20 Febbraio 2011) - AL VIA LA 'BERLINALE 2011'. Si apre con i fratelli COEN ('TRUE GRIT-IL GRINTA'). Italiani in sezioni minori con 'QUALUNQUEMENTE' e 'GIANNI E LE DONNE'. (Speciali)

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    Galleria Video:

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