'TUTTA LA VITA DAVANTI' - INTERVISTA a PAOLO VIRZI' (A cura dell'inviata CATERINA D'AMBROSIO)
25/03/2008 -
25 marzo 2008 - Roma, Cinema Adriano. Il regista PAOLO VIRZI’ ha presentato alla stampa il suo nuovo film TUTTA LA VITA DAVANTI, un viaggio nel mondo della sottoccupazione e della precarietà. INTERVISTA a PAOLO VIRZI’ (A cura dell’inviata CATERINA D’AMBROSIO)
Come è nata l’idea di questo film?
“Si è trattato di un vero e proprio lavoro di documentazione. Ci siamo ispirati a un un blog tenuto da una ragazza sarda che aveva passato un mese e mezzo in uno di questi avveniristici call center. In quel blog aveva riversato tutta la sua rabbia e tutte le speranze andate deluse, facendo
un racconto agghiacciante di una realtà che pochi conoscono”.
Come avete deciso di trattare un tema così importante?
“Ci abbiamo messo dentro tanta curiosità ma – paradossalmente – anche pietà verso la società italiana di questi anni. Non volevamo fare un film lagnoso. Volevamo tracciare un ritratto di allegra riscossa e di critica ironica. Il viaggio che Marta (Isabella Ragonese, ndr) fa è un viaggio senza pregiudizi nell’Italia di oggi, ma è soprattutto un viaggio nella vita”.
Lei in questo film ha voluto mettere sotto la lente di ingrandimento proprio il lavoro dei giovani…
“Sì, ma soprattutto quello che definisco un grande scempio nazionale: costringere tanti ragazzi di talento a fuggire all’estero o costringerli a farli lavorare a condizioni terribili”.
Per questo film ha voluto accanto a sé ancora Massimo Ghini e Sabrina Ferilli. Come mai?
“Tra Massimo, Sabrina e me c’è una sorta di fratellanza, una visione comune della vita. Una sensibilità comune. Loro hanno saputo interpretare al meglio quello che volevo rappresentare. Hanno interpretato due personaggi non esattamente positivi eppure sono riusciti a renderli quasi simpatici…”.
Valerio Mastandrea interpreta invece il ruolo di un sindacalista. Un sindacalista che non riesce però a battere come vorrebbe un mercato del lavoro divenuto ormai selvaggio….
“Il sindacalista Conforti è un sindacalista retorico, come lo definisce Marta. Un sindacalista che ricorda le manifestazioni alle quali partecipava da piccolo, quando la classe operaia era un tutt’uno e si sentiva più forte. Le stagioni delle manifestazioni di massa delle tute blu sono finite perché quel mondo non esiste più. Io mi auguro che aziende come quella rappresentata nel mio film abbiamo più filo da torcere in futuro. Se la legge 30 ha avuto il merito di introdurre la flessibilità nel mondo del lavoro è vero anche che molte aziende ne hanno abusato”.
Sembra uno scenario apocalittico…
“Apocalittica è la vita stessa. Cinica e beffarda. Eppoi non è vero che non c’è soluzione. La protagonista del film una soluzione, anche solo per sé, la crea”.
|