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JIMMY'S HALL - UNA STORIA D'AMORE E LIBERTÀ: IL TANDEM LAVERTY-LOACH (IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA) COLPISCE ANCORA AL CUORE CON UN ALTRO AFFRESCO EPOCALE DI DENUNCIA
Dal 67. Festival del Cinema di Cannes - RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by SCOTT FOUNDAS (www.variety.com) - Dal 18 DICEMBRE
"In un film bisogna fare emergere la vita interiore, le contraddizioni, i dubbi e le motivazioni di un personaggio, se non ci si vuole ritrovare con la pallida imitazione di una figura pubblica. La nostra poteva essere solo una storia 'liberamente ispirata' alla vita e ai tempi di Jimmy, e non un biopic convenzionale. Sappiamo che Jimmy portò con sé dagli Stati Uniti alcuni dischi di Paul Robeson, ma chissà se tra quei dischi ce n’era anche qualcuno di Bessie Smith? E’ possibile che un animo giovane e curioso come Jimmy andasse a ballare lo Shim sham e il Lindy hop al Saxony Hotel di Harlem – l’unico locale negli Stati Uniti in cui bianchi e neri potevano ballare insieme in pubblico – quando viveva a New York? Nessuno lo sa, ma nella nostra versione immaginiamo di sì".
Lo sceneggiatore Paul Laverty
"E’ una storia che offre moltissimi spunti. Tanto per cominciare, contraddice l’idea di una sinistra cupa e deprimente, nemica del divertimento e della gioia di vivere. Poi, dimostra come la religione organizzata tenda a coalizzarsi con il potere economico: lo ha fatto nel caso di Jimmy Gralton e continua a farlo. Chiesa e Stato diventano agenti di oppressione. Quelli che sembravano progressisti hanno fatto un passo indietro: la gente pensava che Éamon de Valera, il presidente della repubblica irlandese, avrebbe incoraggiato la libertà di espressione e la tolleranza, mentre la prima cosa che fece fu di guadagnarsi l’appoggio della Chiesa. I princìpi erano sacrificabili sull’altare della realpolitik".
Il regista Ken Loach
Galleria Fotografica:
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