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LUNCHBOX: COME SUA OPERA PRIMA, IL REGISTA INDIANO RITESH BATRA CONFEZIONA UNA DELICATA STORIA D'AMORE EPISTOLARE NELLA MUMBAI DEI NOSTRI GIORNI
RECENSIONE - Premio del Pubblico al 62. Festival del Cinema di Cannes - Dal 28 NOVEMBRE
"Mi trovo spesso a scrivere storie che raccontano quanto possa essere bizzarra la vita che ti fa trovare qualcosa di straordinario anche nell’ordinario. C’è una eco fortissima di questo in 'Lunchbox', dove i personaggi scoprono che hanno dimenticato segmenti importanti della propria vita, perché non hanno avuto nessuno a cui raccontarli fino a quel momento. La linea sottile di confine nel film tra il 'verismo' e l’aspetto fantastico e sognante, mette alla prova la capacità dello spettatore di credere ancora che tutto possa accadere nella vita...
Entrambi i protagonisti di 'Lunchbox' vivono in una prigione. Ila è rinchiusa nella prigione del suo matrimonio e Saajan è prigioniero del suo passato. La storia racconta di come il destino guidi le nostre esistenze e di come spesso possiamo scegliere, quando lo vogliamo veramente, di trasformare la nostra vita. Un altro ruolo centrale nel film è quello di Shaikh, un nuovo collega di ufficio di Saajan che quest’ultimo dovrà formare perché possa prendere il suo posto, quando lui andrà in pensione. Shaikh è un sopravvissuto. E’ un orfano, ha scelto il suo nome e si è costruito una vita in una città difficile come Mumbai. Apparentemente infantile e ingenuo, Shaikh non ha accettato il suo destino senza combattere. A poco a poco la relazione tra il giovane Shaikh e il maturo Saajan si trasformerà in un rapporto padre e figlio e aiuterà Saajan ad emergere dalla prigionia del suo passato".
Il regista Ritesh Batra
Galleria Fotografica:
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