I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal Festival del Cinema di Venezia 2020 - Coppa Volpi alla 'Miglior Attrice' (Vanessa Kirby); NOMINATION agli Oscar e ai Golden Globes 2021 per la 'Migliore Attrice Protagonista' (Vanessa Kirby) - Dal 5 Maggio 2021
(Pieces of a Woman; CANADA/UNGHERIA 2020; Drammatico; 128'; Produz.: BRON Studios, Creative Wealth Media Finance, Little Lamb; Distribuz.: Lucky Red, Netflix)
Martha e Sean, una giovane coppia di Boston, sono in attesa del loro primo figlio; hanno preso la decisione inusuale di partorire in casa. Quando Martha va in travaglio, Sean chiama Barbara, la loro ostetrica, la quale non è disponibile e pertanto invia loro un'altra di nome Eva. Durante le contrazioni Martha soffre di nausea e dolori ed Eva si accorge che il battito cardiaco del bambino è sceso pericolosamente. Sean si preoccupa, specialmente quando l'ostetrica gli dice di chiamare un'ambulanza. Martha dà alla luce una bambina che inizialmente sembra sana, ma poi comincia a diventare cianotica. Eva cerca inutilmente di rianimarla, ma la neonata va in arresto cardiaco e muore.
Il mese seguente, Martha e Sean prendono un appuntamento con un medico legale; Sean vuole scoprire cos'ha portato alla morte della figlia, mentre Martha è riluttante. La coppia apprende che non è ancora stata stabilita la causa del decesso, ma la bambina si trovava in un ambiente a scarso contenuto di ossigeno e pertanto viene avviata un'indagine contro Eva. Sean se ne va sopraffatto dalla scoperta, mentre Martha decide di donare il corpo della bambina per scopi scientifici.
Il rapporto tra Martha e Sean diventa teso, così come quello tra Martha e sua madre Elizabeth, la quale vorrebbe seppellire la neonata per farle un funerale. Inoltre, i due diventano profondamente depressi. Sean ha un rapporto sessuale con Suzanne, la cugina della moglie, e riprende a fare uso di cocaina dopo sette anni di astinenza. Suzanne, che è anche l'avvocato che sta portando avanti l'indagine contro Eva, lo informa che una potenziale causa contro la donna potrebbe rivelarsi molto redditizia.
Mesi dopo, Martha testimonia al processo di Eva. Il giudice le consente di rivolgersi alla corte e la donna afferma che Eva non è da ritenersi responsabile per il decesso della neonata. Il mese seguente, Martha disperde le ceneri di sua figlia nel fiume dal ponte che Sean ha contribuito a costruire.
Qualche anno dopo, Martha è diventata madre di una bambina.
Synopsis:
Martha and Sean are a Boston couple on the verge of parenthood whose lives change irrevocably when a home birth ends in unimaginable tragedy. Thus begins a yearlong odyssey for Martha, who must navigate her grief while working through fractious relationships with her husband and her domineering mother, along with the publicly vilified midwife, whom she must face in court. A deeply personal, searing, and ultimately transcendent story of a woman learning to live alongside her loss.
Mundruzkó". Entrambi consapevoli della scelta stilistica a ‘forte impatto emotivo’, hanno portato sul grande schermo con coraggio questo dramma sulla perdita, che, quella sorta di prologo, ripresa in tempo reale, ha richiesto il veto di visione ai minori di 14 anni. Ma non sarà strano se la vicenda, così come ripresa in tutti i suoi passaggi, potrà disturbare anche gli adulti, magari i più sensibili.
fatto che l’ostetrica che si aspettavano, non potendo essere presente, invia una sostituta, (la Eva di Molly Parker). In queste cose la fiducia è importante ma, per quanto ognuno si impegni in ogni modo, incluse Martha/Kirby, un po' dissestata e impaurita ma decisa a partorire in casa, e la stessa ostetrica, il parto si presenta nella normalità ma complicato e carico della sofferenza che ben conoscono le donne che hanno provato sulla propria pelle la stessa esperienza. Quando finalmente la bambina nasce, resta però in vita per pochi minuti ed è l’inizio della fine, non solo per la bambina, ma per entrambi i genitori. I flash in sottofondo attestano foto fatte subito dopo la nascita. E questo rappresenterà un fattore di una certa importanza molto più tardi: quando il film, cadenzato con date mensili da cronistoria, tra silenzi assordanti e aggressioni verbali, inizierà il viatico di un’altra sofferenza, integrata con
narrazione, Mundruzkó opera per sottrazione in tutto il resto, lasciando all’essenza di certi risvolti, il campo libero per esprimersi nella sola idea. La sua è peraltro una ripresa spesso indiretta, che invece di filmare il soggetto, filma qualcos’altro che comunque a quello riconduce: così, per dire che Martha/Kirby ha poi superato il trauma e ha avuto un’altra bambina, filma un albero di mele su cui la bambina si arrampica per mangiare un frutto, stessa predilezione della madre. L’essenza della maternità , il resto non conta, appartenendo comunque ad un’altra storia.