I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dalla 76. Mostra del Cinema di Venezia - Fuori Concorso - Il nuovo film di Gabriele Salvatores ispirato ad una storia vera parla anche la lingua di Pier Paolo Pasolini - Dal 24 Ottobre
(Se ti abbraccio non aver paura; ITALIA 2019; Drammatico; 97'; Produz.: Indiana Production Company con Rai Cinema in co-produzione con EDI Effetti Digitali Italiani; Distribuz.: 01 Distribution)
Sceneggiatura:
Gabriele Salvatores, Umberto Contarello e Sara Mosetti
Soggetto: Ispirato al romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas (Marcos Y Marcos editore). La vera storia di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in moto per tre mesi tra Stati Uniti e Sud America.
Cast: Valeria Golino (Elena) Giulio Pranno (Vincent) Diego Abatantuono (Mario) Claudio Santamaria (Willy) Daniel Vivian (Dragan) Tania Garribba (Lorena) Maria Gnecchi (Danja) Luka Sokota (nuotatore) Maruša Majer (Anja)
Andrea e Franco Antonello sono padre e figlio. Il figlio è un adolescente affetto da autismo, ha tanta voglia di vivere e non vuole trascorrere il tempo sotto una campana di vetro. Il padre decide così di partire insieme a lui per 3 mesi: un viaggio in moto on the road tra paesaggi bellissimi, tra Stati Uniti e Sud America.
Willi, che voleva fare il cantante, senza orario e senza bandiera, è il padre naturale del ragazzo e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che non ha mai visto e scopre che non è proprio come se lo immaginava. Non sa, non può sapere, che quel piccolo gesto di responsabilità è solo l’inizio di una grande avventura, che porterà padre e figlio ad avvicinarsi, conoscersi, volersi bene durante un viaggio in cui avranno modo di scoprirsi a vicenda, fuori dagli schemi, in maniera istintiva. E anche Elena e Mario, che si sono messi all’inseguimento del figlio, riusciranno a dirsi quello che, forse, non si erano mai detti.
Domenico Modugno Cosa sono le nuvole - a sua volta titolo dell’episodio di Capriccio all’italiana diretto da Pier Paolo Pasolini - si è lavorato sulla vera storia di Andrea e Franco Antonello, padre, e figlio autistico, che hanno viaggiato in moto per tre mesi tra Stati Uniti e Sud America, raccontata da Fulvio Ervas nel romanzo Se ti abbraccio non aver paura. Ne è nato un affresco con una partenza strepitosa ed autoriale che, nel maturare la sua raffigurazione, stempera i suoi colori e le emozioni, sfociando in un fraseggio spesso tiepido, e a tratti poco tornito nei particolari, lasciati andare, così come capita.
Dello spiazzante avvio fa parte la didascalia allegorico-metaforica, alquanto poetica:
“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui lo sa, e vola lo stessoâ€. Avvio ben supportato dal ciclonico ingresso in scena del giovane autistico Vincent/Pranno, in preda
all’altro, si presenta alla loro porta il padre naturale Willy (Claudio Santamaria), cantante di moderato successo, in particolare in Slovenia e Croazia, dove si è fatto un nome d’arte, per così dire, come “Il Modugno della Dalmaziaâ€. L’accoglienza di Willy/Santamaria non poteva certo essere al suono della fanfara, fatta eccezione proprio per Vincent/Pranno, che non sta più nella pelle per l’emozione di aver conosciuto il padre naturale. Tant’è che, al mattino, quando Vincent a casa non si trova più, in realtà è scappato nascondendosi proprio nel camion del padre Willy/Santamaria che ha un planner di tournee e che, in teoria, non potrebbe certo occuparsi del ragazzo. Loro malgrado, insieme, daranno inizio ad un viaggio ‘on the road’ che, imprevedibilmente, fornirà elementi di nuova formazione per entrambi, così come per i genitori, Mario/Abatantuono-Elena/Golino, pure in viaggio sulle loro tracce.
Si è tanto inneggiato alla rivelazione come cantante di Claudio Santamaria ma, senza
che lei era incinta di lui, è tanto ‘strano’ quanto, in altro modo, più legato alla bottiglia che all’autismo, è strano suo padre. Un tratto che li accomuna e che li avvicina fino ad arrivare a toccare quel tipo di intesa che sancisce un legame. Un legame talmente forte da non poter lasciare più andare. E’ quanto si percepisce da quel finale pasticciato e confuso in cui si remixano i ruoli in un frullatore di emozioni volatili, in cui sembra non aver più importanza tra chi va e chi resta.
Perle di sceneggiatura
"Ora capisco cosa cercavi di dirmi e quanto soffrivi sapendo di avere ragione. Ma avrei potuto dirti, Vincent, che questo mondo non è adatto a uno così bello come te" - Vincent - Don Mc Lean