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    DIFRET - IL CORAGGIO PER CAMBIARE: IL REGISTA ZERESENAY BERHANE MEHARI METTE IN LUCE LE PRATICHE DISCRIMINATORIE VERSO LE DONNE CHE ANCORA OGGI VENGONO PERPETUATE NELLA SOCIETA' PATRIARCALE ETIOPE

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Candidato etiope all'oscar 2015 e vincitore di numerosi premi internazionali tra cui il Premio del Pubblico al Sundance Film Festival e il Premio del Pubblico al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, Sezione Panorama - Dal 22 GENNAIO

    "Quando ho visto Difret per la prima volta ho pianto per i primi 20 minuti… ma poi ho sorriso per il resto del tempo, pensando che non vedevo l’ora che il mondo potesse vederlo, perché questo film era in grado di provocare un cambiamento. Inoltre è straordinario il modo in cui è stato realizzato: Difret è un’opera d’arte eccezionale e dimostra come la legge possa porre fine all’ingiustizia e aiutare le persone più vulnerabili".
    La produttrice esecutiva Angelina Jolie

    (Difret; ETIOPIA/USA 2014; Drammatico; 99'; Produz.: Haile Addis Pictures in associaz. con Truth Aid; Distribuz.: Satine Film)

    Locandina italiana Difret - Il coraggio per cambiare

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    Titolo in italiano: Difret - Il coraggio per cambiare

    Titolo in lingua originale: Difret

    Anno di produzione: 2014

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Zeresenay Mehari

    Sceneggiatura: Zeresenay Mehari

    Soggetto: Tratto da una storia vera, il film narra la storia vera di una ragazzina etiope che sfida le leggi della telefa, il rituale del rapimento e del matrimonio tramite violenza, e di una giovane donna avvocato che la aiuta a difendersi.

    Cast: Meron Getnet (Meaza Ashenafi)
    Tizita Hagere (Hirut Assefa)
    Haregewoin (Membere Yohannes)
    Shetaye Abreha (Etaferawteshager)
    Mekonen Laeake (Sig. Assefa)
    Meaza Tekle (Sig.ra Assefa)
    Deribwork Assefa (Sig.ra. Belaynesh)

    Musica: David Schommer e David Eggar

    Costumi: Helina Desalegn

    Scenografia: Dawit Shawel

    Fotografia: Monika Lenczewska

    Montaggio: Agnieszka Glinska

    Makeup: Temima Hulala

    Casting: Girma Adane

    Scheda film aggiornata al: 04 Febbraio 2015

    Sinossi:

    A sole tre ore da Addis Abeba, Hirut, una sveglia ragazzina di quattordici anni, mentre sta tornando a casa viene aggredita e rapita da un gruppo di uomini a cavallo Hirut riesce ad afferrare un fucile e, nel tentativo di fuggire, spara uccidendo Tadele, ideatore del rapimento nonché suo “aspirante futuro sposoâ€.
    Nel villaggio di Hirut e Tadele, così come nel resto dell’Etiopia, la pratica del rapimento a scopo di matrimonio, è una delle tradizioni più antiche e radicate, e la ribellione di Hirut, che uccide l’uomo che l’ha scelta, non le lascia possibilità di scampo. Nel frattempo, ad Addis Abeba, una giovane donna avvocato, Meaza Ashenafi, si batte con tenacia e determinazione per difendere i diritti dei più deboli; tramite l’attività di ANDENET, un’sssociazione di donne avvocato, offre assistenza legale gratuita a coloro che non se la possono permettere. Obiettivo di Meaza è far rispettare la legge ufficiale del Paese, rendendo cosi inefficaci le decisioni prese, secondo conseuetudine, dai consigli tradizionali popolari.
    Meaza viene a conoscenza dell’arresto di Hirut e cerca di farsi affidare il caso per dimostrare che la ragazzina ha agito per legittima difesa e proteggerla quindi dalla vendetta dei familiari del defunto e dal carcere a vita imposto dalla legge. Pur di salvarla, Meaza è disposta a correre il rischio di vedere vanificati i risultati ottenuti fino a quel momento dall’Associazione, e a mettere in gioco il suo stesso futuro.

    Commento critico (a cura di GABRIELE OTTAVIANI)

    Ha ragione da vendere Angelina Jolie, produttore esecutivo della pellicola, quando dice che si tratta di un film importante, da vedere per la storia che racconta, per il messaggio, perché dà voce a chi voce solitamente non ha, perché apre uno spiraglio di luce su pagine della nostra storia colpevolmente nell'oblio, vicinissime a noi, nel tempo e nello spazio (l'Etiopia, in fondo, non è mica Alpha Centauri...), ma che ignoriamo, non immaginiamo nemmeno, non riusciamo a comprendere, a conciliare con l'idea, filtrata e deformata dalle nostre lacune culturali, che abbiamo di certi luoghi e di certe società, e con quella del nostro tempo, del nostro mondo, quello in cui viviamo.

    L'importanza, civile, etica, morale, è il pregio maggiore di questo film, che non si può dire né brutto né recitato male, ma che suona un po' datato: è ambientato negli anni Novanta, ma più che altro sembra girato negli anni

    Novanta, pare venire dal passato, mostra la corda per quanto riguarda la parte tecnica, è un abito fatto da un sarto un po' frettoloso. Inoltre è retorico, ma forse non può non esserlo, proprio perché certi dialoghi e certe affermazioni sono per noi talmente inconcepibili da risultare inimmaginabili: dunque, proviamo per esse ripulsa.

    Hirut ha quattordici anni. Ha appena preso un bel voto a scuola, uno dei tanti. Il maestro inoltrerà domanda perché sia ammessa alla classe successiva. Felice, sta tornando a casa. Degli uomini la rapiscono. La imprigionano. Uno di loro la picchia. La violenta. Il giorno dopo, lei riesce a impossessarsi di un fucile. Scappa. La inseguono. Lei spara. Non ha altro modo per difendersi, per aver salva la vita, per tornare dai suoi cari. Uccide lo stupratore. Io l'avrei abbracciata e le avrei detto "brava", in tutta onestà, che Dio mi perdoni. Loro invece la portano dalla

    polizia. Ed è già fortunata che non la sgozzino in mezzo al nulla come un capretto. Delle guardie civili infatti la prendono in custodia, salvandola da altri aguzzini, e la conducono in centrale. Perché ha ucciso. Un uomo, per giunta. Quello che voleva sposarla. E per questo l'ha rapita. Perché la amava. E gli uomini quando si innamorano rapiscono, è la tradizione. Lei, invece, ha osato ribellarsi, tuona la gran parte degli altri abitanti maschi del suo villaggio a tre ore da Addis Abeba, e quindi deve pagare. Deve morire. Questo dicono di questa Santa Maria Goretti africana i suddetti individui. Che non avranno gli strumenti culturali che noi evoluti o presunti tali abbiamo la fortuna di avere, ma forse sono anche, almeno un po', semplicemente, meramente, puramente cattivi. E basta. Fortunatamente c'è un'avvocatessa, che non ha paura di andare contro tutto e tutti, a partire da una burocrazia che

    a voler essere gentili è quantomeno farraginosa, e da una mentalità che nemmeno nel Pleistocene: è una storia vera, che parla a tutti noi.

    Altre voci dal set:

    "Quando ho visto Difret per la prima volta ho pianto per i primi 20 minuti… ma poi ho sorriso per il resto del tempo, pensando che non vedevo l’ora che il mondo potesse vederlo, perché questo film era in grado di provocare un cambiamento. Inoltre è straordinario il modo in cui è stato realizzato: Difret è un’opera d’arte eccezionale e dimostra come la legge possa porre fine all’ingiustizia e aiutare le persone più vulnerabiliâ€. Angelina Jolie - Global Summit to End Sexual Violence, Londra.

    “Il film racconta il coraggio di una ragazza etiope e l’empatia nei suoi confronti da parte di una donna avvocato. E’ una storia di coscienza che dovrebbe ispirare tutti noi". John Kerry, Segretario di Stato Americano.

    "Un film coraggioso che racconta una lotta esemplare per il rispetto e la dignità". Didier Burkhalter, Presidente della Confederazione Elvetica, in occasione del lancio dell’evento “Democrazia senza Frontiereâ€.

    “Sfidare le tradizioni è importante ma richiede tempo... anche in Europa avvenivano matrimoni forzati e credo sia possibile anche per i Paesi in via di sviluppo, e in particolare per l’Africa, arrivare al rispetto dei diritti umani e dell’individuo. L’importante è la consapevolezza sempre maggiore che le giovani donne oggi hanno, e il non volere più tornare indietro" Navy Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

    Bibliografia:

    Meaza Ashenafi nel 2003 è stata insignita del Premio Nobel Africano (The Hunger Projects Prize) per il suo impegno a difesa dei diritti delle donne in Etiopia.

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di DIFRET - IL CORAGGIO PER CAMBIARE

    Links:

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    Galleria Video:

    Difret-Il coraggio per cambiare - trailer

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 1

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 2

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 3

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 4

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 5

    Difret-Il coraggio per cambiare - clip 6

    Difret-Il coraggio per cambiare - featurette 'Angelina Jolie presenta il trailer italiano' (versione originale sottotitolata)

    Il giudizio della critica

    The Best of Review

    International Press

    Basato su una storia vera, Difret - Il coraggio per cambiare scava tra le pieghe delle convenzioni sociali, mettendo in luce una forma di patriarcato aggressivo e consolidato che, in Etiopia, continua a perpetuare pratiche discriminatorie nei confronti delle donne. Il film ritrae la complessità di un Paese in cui è in atto una trasformazione per il raggiungimento di pari diritti tra uomo e donna, dando voce alla coraggiosa generazione che “osa†battersi per il cambiamento. (Sundance Film Festival)

    Italian Press

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