Peter Greenaway, 'tanti progetti e un film a Lucca'. 'Il regista dovrebbe creare come un pittore'
05/10/2023
- Peter Greenaway, 81 anni, gira con sei sceneggiature sotto il braccio in cerca di produttori, ma un progetto ce l'ha davvero ed è Lucca Mortis: "Un film che sarà incentrato molto sulla città e sulla sua architettura, che come sapete è una delle mie passioni".
È quanto racconta alla quarta edizione del Matera Film Festival 2023, in programma fino al 7 ottobre. Ma il regista britannico guarda anche a Matera, dove è ospite, e pensa anche a un progetto su un personaggio come San Giuseppe. Per quanto riguarda Lucca Mortis, con protagonista Morgan Freeman, il film racconta la storia di uno scrittore newyorkese che prende un anno sabbatico per visitare questa città toscana alla ricerca delle sue origini.
"Ci sarà inevitabilmente un parallelo fra le torri gemelle di New York e quelle di Lucca, e anche quelle della vicina Pisa e di Bologna. Un parallelo, se si vuole, tra mortalità e immortalità, in quanto quelle moderne sono spesso miserabilmente in rovina mentre le antiche sono ancora lì al loro posto".
E ancora Greenaway: "Io ho ormai ottant'anni e penso inevitabilmente molto alla fine di tutte le cose e spesso, sarà l'età, rifletto sull'attuale diffusione dei suicidi in Giappone e negli Stati Uniti". Regista, sceneggiatore, montatore, scrittore e pittore britannico, non manca di rivendicare ancora una volta l'importanza della pittura anche per chi si misura con il cinema.
"Un regista secondo me dovrebbe essere per prima cosa un pittore. Il fatto è che il cinema è un'arte giovanissima rispetto alla pittura che ha più di 40.000 anni. Un esempio: un film di Charlie Chaplin e uno di Martin Scorsese non sono poi così lontani l'uno dall'altro. E con questo voglio dire che il cinema è qualcosa che ancora deve mostrare la sua vera natura.
Oggi conta troppo il profitto e poco il sentimento, invece bisognerebbe affrontare un film come lo si fa con un quadro". Il futuro del cinema? "Difficile rispondere: prima si vedevano i film in posti pubblici tutti insieme, adesso è invece una cosa più personale, individuale, privata. Non so dove andremo a finire, ma sicuramente a una creatività sempre più libera".
Sul progetto di un film dedicato a San Giuseppe dice solo: "È una cosa che mi è venuta in mente proprio qui a Matera dove Pasolini ha girato il Vangelo secondo Matteo. Ora Giuseppe è una figura molto complessa, problematica, che mi piacerebbe affrontare. Sono rimasto molto affascinato dal suo rapporto con la paternità e da come ha dovuto affrontare questa difficile sfida con se stesso. E poi una cosa divertente, mia figlia quando aveva sei anni mi ha chiesto: perché Gesù ha due padri? Una domanda a cui ovviamente non ho saputo rispondere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
(ANSA CINEMA)
|