"Ho cominciato a scrivere il copione del film 'These Final Hours' verso la fine dell’estate del 2009. Lo spunto da cui sono partito era l’idea di un amore in un mondo di fantascienza nel quale personaggi diversissimi sono costretti ad unirsi per far fronte ad un evento catastrofico. A cominciare da '28 Giorni Dopo' fino ad episodi di 'Ai Confini della Realtà ' degli anni ’60 come 'The Midnight Sun', sono sempre stato intrigato da questo tipo di situazioni e soprattutto dall’elemento del 'e tu che cosa faresti?'. Gli aspetti e le prospettive umane all’interno dei film di fantascienza sono gli elementi che mi hanno sempre catturato maggiormente, ma anche quelli che più rapidamente vengono accantonati. Immaginare e scrivere 'These Final Hours' è stato un personale tentativo per raccontare come le persone potrebbero reagire ad un improvviso e drastico cambiamento del mondo cercando anche di rispettare i canoni del genere fantascientifico. La stesura della prima bozza è coincisa con la visione di un video animato di 10 minuti su YouTube, che mostrava cosa sarebbe accaduto se la Terra fosse stata colpita da un asteroide. Veniva rappresentata la devastazione del pianeta, progressivamente sbucciato come un’arancia nell’arco 24 ore fino a diventare una palla di fuoco. Ho provato ad immaginare che se l’Australia fosse stata, ipoteticamente, uno degli ultimi luoghi sulla Terra ad essere colpito da una catastrofe simile, avremmo potuto raccontare una storia che si sviluppasse nel corso di una giornata in un crescendo di ansia e terrore".
Il regista e sceneggiatore Zak Hilditch
(These Final Hours; AUSTRALIA 2013; Sci-Fi; 87'; Produz.: 8th In Line in associazione con XYZ Films; Distribuz.: Indie Pictures)
Cast: Nathan Phillips (James) Angourie Rice (Rose) Jessica de Gouw (Zoe) Kathryn Beck (Vicky) Daniel Henshall (Freddy) Sarah Snook (Mamma di Mandy) Lynette Curran (Mamma di James) Zaydah-lee (Sorella di James) Peter Docker (Selvaggio) Troy Coward (Vincitore alla roulette russa)
Musica: Cornel Wilczek; Alex Akers (musica della festa)
Costumi: Marcia Ball
Scenografia: Nigel Devenport
Fotografia: Bonnie Elliot
Montaggio: Nick Meyers ASE
Effetti Speciali: Pierce Davison, David Norton-Woad e Jeremy Shaw (effetti speciali); Nathan Stone (supervisore effetti visivi)
Casting: Jane Norris
Scheda film aggiornata al:
01 Dicembre 2014
Sinossi:
IN BREVE:
E' l’ultimo giorno sulla Terra, 12 ore prima che un evento catastrofico cancelli la vita come noi la conosciamo James (Nathan Phillips) attraversa le strade di una città ormai senza legge per trascorrere le sue ultime ore partecipando alla festa delle feste e celebrare la fine del mondo. Lungo la strada salverà la vita ad una bambina di nome Rose (Angourie Rice) che è alla disperata ricerca del proprio padre. Inaspettatamente sempre più coinvolto e responsabilizzato nei confronti di Rose, con il passare delle ore James si ritroverà ad interrogarsi su ciò che realmente conta nella vita.
SYNOPSIS:
A self-obsessed young man makes his way to the party-to-end-all-parties on the last day on Earth, but ends up saving the life of a little girl searching for her father. Their relationship ultimately leads him on the path to redemption.
It's the last day on earth, twelve hours before a cataclysmic event will end life as we know it. James makes his way across a lawless and chaotic city to the party to end all parties. Along the way, he somewhat reluctantly saves the life of a little girl named Rose who is desperately searching for her father. Stuck with the unexpected burden of responsibility, James is forced to come to terms with what really matters in life as the final hours tick away.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
NELLE FAUCI DELLA FOLLIA AD UN PASSO DA UNA FINE INESORABILE, SENZA APPELLO. TRA SUICIDI DI MASSA E BACCANALI POST-MODERNI SI FA LARGO UN GENERE DI AMORE CHE VALE SEMPRE LA PENA DI COLTIVARE FINO ALL'ULTIMO ISTANTE. ECCO L'APOCALITTICO SCI-FI SEMI-INDIPENDENTE DI ZAK HILDITCH
ridurrà la Terra a sbucciarsi come un'arancia bruciando come una palla di fuoco. Ma se si fosse voluto dare un titolo alternativo, o apporre un rafforzativo sottostante, questo sarebbe stato: E tu cosa faresti?. Non tragga in inganno il sottotitolo apposto nella locandina italiana 'Non è mai troppo tardi trovare qualcuno per cui vale la pena vivere'. L'happy ending in These Final Hours non è contemplato, almeno non nel senso fisico del termine. Ma facendo ricorso ad altre sfere non è da escludere un ribaltamento di piani.
Ora, lo stesso giovane regista australiano Zak Hilditch, evidentemente più navigato sul corto che non sul lungometraggio, sa bene quanti metri di celluloide si siano stesi in quel di Hollywood in materia 'catastrofico-apocalittico-fantascientifica'. E la stessa idea di amore in un mondo sci-fi da cui dice di aver preso le mosse, è un'idea che, per altri versi, ha spesso lubrificato le diverse storie variamente
intessute sul genere. Lo stesso Hilditch non fa mistero delle sue fonti di ispirazione - come poteva non averne in seno ad uno dei generi cinematografici più gettonati? - che si appuntano su 28 giorni dopo (2002) oltre ad alcuni episodi della serie televisiva degli anni Sessanta, in particolare The Midnight Sun). Ma sembra essersi dimenticato di un classico, di cui, in These Final Hours, malgrado la veste per certi versi di marca 'indipendente', ha senz'altro mantenuto le coordinate emotive, per raggiungere poi persino una parentela strettissima nel finale. Sto pensando al Deep Impact di Mimi Leder (1998), per il quale valeva la stessa domanda: 'e tu cosa faresti?' In quel caso anche la Jenny Lerner di Tea Leoni scopre proprio sul limitare della fine, dov'è che deve essere. Ad Hilditch va d'altra parte il merito di aver usato lo sfumato in punta di dissolvenza in bianco ed un sonoro
Facile immaginare come molti possano dare di matto in vario modo, dando sfogo a rabbia e violenza represse, diventando cacciatore di uomini (l'uomo con l'ascia), liberando i più biechi e bassi istinti (i due pedofili), o facendola finita prima della fine stessa con suicidi di massa familiare etc. Ogni legge e convenzione legale e/o morale si scioglie come neve al sole. Ma Hilditch se la prende davvero comoda per tracciare la sua mappa del bestiario umano reattivo alla fine imminente, tra rigurgiti di memoria - di un riluttante abbandono della donna amata - riflessioni filosofico esistenziali via radio ed episodi di disperata reattività a grappolo. Fino ad immaginarne la celebrazione con un genere di 'festa-carnaio' a base di droga e sesso liberi e a cielo aperto: una sorta di baccanali post-moderni, le cui scene di sesso compulsivo collettivo, se non fosse per lo sguardo opportunamente fugace e cronachistico, avrebbero offeso
la sofisticata eleganza di Stanley Kubrick nella famosa sequenza dell'orgia in Eyes Wide Shut.
In These Final Hours bisogna portarsi molto in avanti, verso la seconda metà di questo percorso, per poter assistere con piena partecipazione, ad un vero e proprio decollo nelle alte sfere di quell'intensità emotiva che non si lascia dimenticare facilmente: quando quella fuga senza meta del nostro protagonista (il James di Nathan Phillips) con l'ardente desiderio di scappare - il raggiungere la location della festa non è che un pretesto fittizio - dopo esser inciampato casualmente in Rose (Angourie Rice), la bambina in cerca del padre, non si vedrà costretto a rallentare, scoprendo di essere in fuga solo da se stesso. E' in questo tratto che si annida il riscatto di These Final Hours, di cui la stessa locandina si fa potente portavoce, con la visione artistica di un neo-romanticismo contemporaneo: una speciale sintesi figurativa dell'amore e
della compassione umana.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Indie Pictures e Lorena Borghi (Studio Sottocorno)