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HOME EDUCATION - LE REGOLE DEL MALE
I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Il regista e sceneggiatore Andrea Niada, qui al suo debutto cinematografico, cattura una star come Julia Ormond per un horror maturato da un'idea concepita per un cortometraggio di laurea - Dal 30 Novembre
"È un progetto che si è trasformato. Era nato 8 anni fa quando ero alla scuola di cinema. Speravo potesse essere qualcosa che mi avrebbe aiutato a lungo, e l’ho modificato molte volte. A un certo punto andava girato in Inghilterra, poi ne avevo fatta una versione che era buona per essere girata in America e alla fine invece l’ho fatto in Italia... Inizialmente la storia era ambientata in Inghilterra, quando abbiamo deciso di girarlo in Italia lo abbiamo voluto delocalizzare. Ma se vedi è anche fuori dal tempo, non ci sono segni di tecnologie moderne. Così è un po’ più una favola e sì, anche un po’ più esportabile. Comunque all’inizio, nel supermercato si vedono i funghi silani in vendita, chi è più acuto può capire che siamo in Calabria... il tema della morte è centrale un tema che non viene trattato particolarmente e c'è da dire una cosa, non è trattato in maniera completamente realistica, neanche nel film, perché c'è l'elemento fantastico di mezzo. Tutto parte dall'incapacità di queste tre persone nell'accettare la mortalità. Quindi, partendo in primis dal padre... per me l'obiettivo era la genesi delle teorie di questa famiglia, il punto di riferimento che ha creato questo modo di pensare e questo sistema di credenze... così vediamo una madre che si è attaccata alla visione di questo uomo, cercando una spiegazione alle domande in gioco. In un contesto del genere troviamo pure una figlia che ha assorbito quello in cui credono i genitori portandolo a un estremo. Si tratta di un modo patologico di affrontare qualcosa di molto complesso e angosciante... A me interessano i personaggi che cambiano ma vanno peggiorando. Di sicuro mi intrigava molto la dinamica che tutti i carnefici, di base, a un certo punto sono stati delle vittime. Quindi, appunto, capovolgere anche come uno si relaziona ad alcuni personaggi, empatizza con loro vedendoci delle vittime e vuole che siano salvati, e alla fine, secondo me, c'è una sorta di emancipazione nel racconto. Mi sono divertito molto a costruire la narrazione e, nel lavorare con Rocco, Lydia e Julia, si è sempre trattato di trovare una tridimensionalità ai personaggi. A me l'horror che interessa di più è quello radicato nella realtà, in una psiche che è comunque comprensibile, con la quale puoi empatizzare anche se è un po' malata"
Il regista e sceneggiatore Andrea Niada
"(la morte)... si tratta di un tabù perché è una delle paure che accomunano davvero tutti gli esseri umani. E quello che ho trovato interessante dell'esplorare in questo film è proprio l'aspetto ossessivo legato al non accettare la dimensione della morte a tal punto dal dover creare una realtà parallela. Il fatto che ci sia questo bilanciamento quasi perfetto e delicato tra le domande che ti poni alla fine e i due modi di leggere l'azione a schermo mi è piaciuto molto, e quindi anche il fatto di affrontare la morte e tutto ciò che ad essa è legato".
L'attore Rocco Fasano
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