I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dalla 15. Festa del Film di Roma - Selezione Ufficiale 2020 e Alice nella città - Dal Sundance Film Festival 2020 - Dalla regista di Mamma Mia! e The Iron LadyPhyllida Lloyd - Dal 17 Giugno -
(Herself; IRLANDA/REGNO UNITO 2020; Drammatico; 97'; Produz.: BBC Films, British Film Institute, Element Pictures, Merman Films, Screen Ireland; Distribuz.: BIM Distribuzione)
Soggetto: È la storia di una donna che ce la fa. Che lotta per ricostruirsi una vita, per dare un futuro alle sue figlie, e che cerca di lasciarsi alle spalle un marito violento.
Cast: Clare Dunne (Sandra) Harriet Walter (Peggy) Conleth Hill (Aido) Molly McCann (Molly) Ruby Rose O'Hara (Emma) Cathy Belton (Jo) Rebecca O'Mara (Grainne) Ericka Roe (Amy) Ian Lloyd Anderson (Gary) Sean Duggan (Ciaran Crowley) Aaron Lockhart (Tomo) Anita Petry (Rosa) Dmitry Vinokurov (Dariusz)
Musica: Natalie Ann Holt
Costumi: Consolata Boyle
Scenografia: Tamara Conboy
Fotografia: Tom Comerford
Montaggio: Rebecca Lloyd
Effetti Speciali: Kevin Byrne (supervisore)
Casting: Louise Kiely
Scheda film aggiornata al:
02 Novembre 2021
Sinossi:
Dopo tanto tempo, Sandra (Clare Dunne), giovane donna e madre, trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che sembra non poterla proteggere e con l’obiettivo di creare un ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola una casa tutta per loro. Non tutto andrà bene ma durante l’impresa troverà la forza di ricostruire la sua vita e riscoprirà se stessa, anche grazie all’appoggio di un gruppo di persone disposte ad aiutarla e a darle sostegno.
Per Sandra e le sue figlie la nuova vita che verrà per fortuna non sarà mai più come quella di prima.
Short Synopsis:
This is the story of young mother Sandra who escapes her abusive husband and fights back against a broken housing system. She sets out to build her own home and in the process rebuilds her life and re-discovers herself
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Da donna a donna: la regista di Mamma mia! e The Iron Lady Phillida Llloyd punta l’obiettivo con piena sensibilità solidale sulla protagonista di La vita che verrà -Herself. Storia di un disagio familiare per violenza domestica, in cui, appunto, una giovane donna, madre di due figlie - la Sandra di Clare Dunne, co-autrice anche della sceneggiatura - tenta di ritrovare la luce in fondo al tunnel in seno al suo calvario domestico. Se alla violenza assistono anche i figli, il trauma non solo è assicurato, ma è anche amplificato, e l’emergenza diventa della massima urgenza. Non sembra dello stesso parere la burocrazia.
Quel che più fa impressione, in questo film ‘piccolo’ per una ‘piaga sociale monumentale’, di marca ‘indipendente’, che perciò ha visto la sua naturale e logica anteprima al Sundance Film Festival, sono alcuni passaggi in particolare, tra cui vedere come è stata educata una delle due figlie a
segnalare l’allarme ‘percosse’ del padre sulla madre. Fa impressione tanto quanto il rifiuto della più piccola ad accettare le visite del padre, o, per meglio dire, di vivere con il padre i giorni stabiliti dalla legge. Legge che, in certi casi, può risultare davvero poco illuminata, se in questo scenario, Sandra/Dunne arriva a rischiare di perdere la tutela delle figlie.
Una storia raccontata in toni ‘sommessi’, tali da risultare persino un po' tiepidi, così come la recitazione, alquanto ordinaria, senza uno spiccato protagonismo. E’ probabile che un timbro così dimesso sia stata una scelta consapevole di regia, per dar più respiro al contesto, alla situazione, che al dramma personale interiore vissuto da Sandra, una tra le tante vittime femminili in seno alla famiglia che la società contemporanea partorisce.
La vita che verrà -Herself è comunque una storia di speranza che deve prima passare non solo da sforzi e sacrifici personali, bensì
dalla solidale cooperazione di gente comune, che volontariamente si offre per la costruzione di una casa per Sandra e le sue figlie, in vista di una loro nuova vita futura (‘la vita che verrà ’ del titolo italiano), al riparo dalle ignobili aggressioni del compagno. Possibilità che si concretizzerà tra mille difficoltà , in un’area di terreno inutilizzata, col rischio di andare pertanto sprecata, grazie alla generosità della signora di cui Sandra è collaboratrice domestica e assistente personale. Un esempio concreto di bontà che sembra rubato al mondo delle favole per riaffermare un antico principio, d’altra parte quasi mai messo in pratica nella vita reale: l’unione fa la forza e l’amore, solidale e disinteressato, può smuovere montagne, fino a raggiungere il riscatto per di una vera giustizia e una vita serena e dignitosa.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)