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    STORIA DI UN FANTASMA

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - In Home Video Dal 18 Aprile 2018

    (A Ghost Story; USA 2017; Drammatico; 87'; Produz.: Sailor Bear/Zero Trans Fat Productions (Stati Uniti); Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Storia di un fantasma

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    Celluloid Portraits:



    See Synopsis

    Titolo in italiano: Storia di un fantasma

    Titolo in lingua originale: A Ghost Story

    Anno di produzione: 2017

    Anno di uscita: 2018

    Regia: David Lowery

    Sceneggiatura: David Lowery

    Cast: Casey Affleck (C)
    Rooney Mara (M)
    McColm Cephas Jr. (Adolescente)
    Kenneisha Thompson (Dottoressa)
    Grover Coulson (Uomo sulla sedia a rotelle)
    Liz Cardenas (Linda)
    Barlow Jacobs (Signore in visita)
    Sonia Acevedo (Maria)
    Will Oldham (Pronosticatore)
    Augustine Frizzell (Scrittrice)
    Kesha (Fantasma donna)
    Brea Grant (Clara)
    Carlos Bermudez (Carlos)
    Yasmina Gutierrez (Yasmina)

    Musica: Daniel Hart

    Costumi: Annell Brodeur

    Scenografia: Jade Healy e Tom Walker

    Fotografia: Andrew Droz Palermo

    Montaggio: David Lowery

    Makeup: Amy L. Forsythe (direttrice)

    Casting: Tisha Blood e Matthew West Taylor

    Scheda film aggiornata al: 21 Luglio 2022

    Sinossi:

    In breve:

    Una figura spettrale - che un tempo era stata un uomo - si fa strada verso la sua ex casa, dove sarà destinata a rimanere per sempre. L'uomo è morto qualche tempo prima in un incidente stradale proprio davanti a casa sua. Lì osserva il lamento della sua amante addolorata, avvolto in un lenzuolo bianco.

    In dettaglio:

    C vive insieme a sua moglie M, è un musicista che fatica a comporre e i due abitano in una casa in periferia, nei sobborghi, in mezzo al verde. M vorrebbe trasferirsi mentre a C piace la casa perché, come dirà più avanti, è un posto con un sacco di storia.

    Durante una notte sentono chiaramente il pianoforte suonare ma non trovano nessuno in casa e non riescono a spiegarsi l'accadimento. C muore in un incidente d'auto, ma si risveglia all'ospedale "vestito" nel più classico dei modi con i quali, da bambini, abbiamo imparato a immaginarci e talvolta a impersonare i fantasmi: un lenzuolo biancastro, con due fori per gli occhi.

    E C è a tutti gli effetti un fantasma, un'anima che non è ancora riuscita ad abbandonare questo piano d'esistenza e che probabilmente ha ancora qualche compito o qualche legame. C torna quindi a casa e comincia a osservare M che si trova a elaborare il lutto. Il tempo si distorce per C, che scopre di poter interagire con l'ambiente più o meno come abbiamo sempre visto fare ad altri fantasmi: può alterare l'intensità delle luci, muovere oggetti quali i libri, bicchieri e piatti e addirittura sfiorare il volto di sua moglie mentre dorme.

    Il tempo trascorre in modo anomalo mentre C non riesce a comprendere il suo nuovo ruolo e lo possiamo vedere, in varie scene, immobile mentre fissa sua moglie. Ha anche modo di scorgere e comunicare con un fantasma, nella casa accanto ma inesorabilmente, con il passare dei mesi, forse degli anni, sua moglie riesce a tornare a vivere e un giorno porta a casa un nuovo compagno, evento che provoca la rabbia di C, che agisce quindi sulla dimora turbando M la quale, dopo qualche tempo, decide di andarsene dall'abitazione.

    C sembra invece in qualche modo legato alla casa e continua ad avere una percezione del trascorrere del tempo ben diversa rispetto a quella umana. Prima di andarsene per sempre, M ha scritto qualcosa su un pezzo di carta, che ha poi infilato in una fessura, coprendo il tutto. C cerca di recuperare il foglietto ma non ci riesce, e intanto nella casa intanto passano nuovi inquilini con le loro vite, i loro desideri, speranze, attività, da una madre single con due bambini a una festa che darà l'occasione a un invitato particolarmente pessimista (Will Oldham/ Bonnie Prince Billy) di esprimere, in uno dei momenti centrali dell'opera, la sua visione sulla fondamentale inutilità del cercare di essere ricordati e sul lasciare qualche tipo di eredità dopo la nostra morte.
    E a tutti questi nuovi occupanti che si succedono C manifesterà, o cercherà di manifestare, la sua presenza.
    Il tempo continua a trascorrere fino a quando, inevitabilmente, la casa giacerà vuota e abbandonata: arriveranno degli operai a demolirla, proprio quando C finalmente riesce a estrarre il foglietto con la nota. E molto altro accadrà ancora: molto altro tempo trascorrerà, ma lascio a voi la scoperta degli eventi che ancora ci attendono in questa storia…

    Synopsis:

    In this singular exploration of legacy, love, loss, and the enormity of existence, a recently deceased, white-sheeted ghost returns to his suburban home to try to reconnect with his bereft wife.

    Resonating with vibrant memories and silent echoes of a shared life, the old house is somehow connected to "C", a sensitive composer who is hesitant of leaving it, while his loving wife "M", on the other hand, is keen on moving out, having an indecipherable but grim premonition of danger. Sadly, disaster soon strikes, and C's untethered spectre which detaches from the lifeless body, rises from the mortician's table, and in a swift decision, decides to linger in this dimension to faithfully follow the grieving M back to the old house. As silent as a shadow and as invisible as the air, C's unappeasable phantom observes M's denial and depression gradually turn to acceptance and even hope, as time unravels, moving forward through the decades. In this earth, man struggles to leave his legacy behind. Is this the way to immortality?

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Quando ero piccola ci spostavamo di continuo, scrivevo delle note, le accartocciavo… e le nascondevo in posti diversi, in modo che se fossi tornata, ci fosse un pezzo di me ad aspettarmiâ€

    Sembra quasi un perverso tranello la risata che emerge a schermo ancora spento. Finché non affiorano loro due: la M di Rooney Mara e il C di Casey Affleck, accoccolati tra le lenzuola come un dipinto intimista. Intimista come del resto è tutto questo film, in cui c’è ben poco da ridere! Un filo teso sulla memoria, dopo il prologo che vede i due protagonisti diametralmente opposti sul da farsi: l’attaccamento alla casa in campagna di lui e la voglia di cambiare e andarsene di lei. Quando un solo fotogramma sentenzia l’improvvisa morte di lui a un passo da casa, con il capo reclinato sul volante, sarà per l’appunto il filo teso di una memoria sospesa, quasi senza tempo,

    a guidarci in questa storia che è una parabola esistenziale raccontata senza ricorrere alla narrazione tradizionale. Sembra più la soggettiva di memorie personali a farsi avanti in tutta la fissità di pensiero, depositato sull’orlo di una coscienza: in un tocco unico, guidato da tempi dilatati come non si era mai visto, piani sequenza interminabili, un formato inedito di 4:3, fotogrammi nebulosi ed inquadrature metafisiche costruite con un amore per l’arte in punta di metafora che può solo peccare di perfezione. E un fantasma con i buchi del lenzuolo ad altezza degli occhi oscurati, perchè la sua è una visione tutta mentale, guidata dallo sguardo della memoria.

    Persino un Terrence Malick svanirebbe al confronto con il regista e sceneggiatore David Lowery che, qui, con A Ghost Story, ovvero Storia di un fantasma, riforma la coppia cinematografica Casey Affleck-Rooney Mara di Senza Santi in Paradiso (2013), presentato in anteprima al Sundance Film

    Festival e successivamente in concorso nella sezione Settimana internazionale della critica al Festival di Cannes 2013. E la coppia Mara-Affleck è qui, ora, assolutamente ‘cosmica’ e potente, dall’alto di assordanti silenzi, in svariati piani sequenza che giocano sulla loro estatica fissità. Finché la regia, dopo l’insistita scena-simbolo di un dolore esternato sul mangiare nervosamente ad oltranza una torta al cioccolato fino ad arrivare al vomito, non riesce a visualizzare, in modo straordinario, tutto il sentimento intriso di struggente e lacerante dolore, in un gioco di memoria al quadrato: della giovane vedova M/Mara, e del fantasma C/Affleck sempre presente annullato dal candore di un lenzuolo. Ed è sulle ali di quella elegia musicale composta da C proprio in quella casa - il motivo del legame con il posto - che, in un meraviglioso montaggio alternato tra passato e presente, dove ad un certo punto lei sfiora il lenzuolo del fantasma, si

    rende palpabile quel che si può definire il climax della spiritualità e dell’amore. E’ davvero raro vedere al cinema qualcosa del genere, così delicato e potente al tempo stesso.

    Si tratta dunque di una pellicola d’autore eccentrica e sofisticata, proprio per la cornice stilistica di un racconto inenarrabile se non per immagini. E si lambiscono appena certi luoghi comuni secondo i quali - vedi ad esempio già il popolarissimo Ghost - i trapassati sono in grado di muovere oggetti e far vibrare, accendere e spengere luci: nell’attuale A Ghost Story l’episodio più eclatante si misura con il forte rumore sul pianoforte in piena notte, ma non solo. Ed ecco che il racconto-non racconto apre persino una finestra sul senso dell’esistenza nel mondo tramite il monologo di un soggetto che, tra i convenuti ad una festa nella casa, argomenta sulla spiritualità e sull’umanità, aderendo ad una visione cosmica alquanto cinica, radicata nella

    ciclicità di ogni cosa e persona, dalla nascita fino al suo inevitabile annullamento.

    “Tutto ciò che hai creato, che ti ha fatto diventare importante, svanirà… Ogni atomo in questa dimensione sarà spazzato via come nulla fosse. E tutte quelle minuscole particelle si uniranno nuovamente e l’universo intero verrà risucchiato in qualcosa che sarà troppo piccolo da vedere.
    Quindi puoi scrivere un libro… ma le pagine bruceranno. Puoi cantare una canzone e farla ascoltare agli altri. Puoi creare un’opera teatrale sperando che venga ricordata… continuando ad eseguirla. Puoi costruire la casa dei tuoi sogni… ma alla fine nulla esisterà più dello scavare con le mani per costruire una staccionata. O… scopare
    â€.

    Ma la memoria, foss’anche quella affidata ad una frase, mai rivelata, posta nello stipite della porta, può essere in grado di far ‘esplodere’ quel lenzuolo sotto il quale si annidano il dolore e la malinconia del nostro fantasma, di strapparlo da quella dimensione

    sospesa e fargli trovare quella pace eterna mai raggiunta prima. Laddove si lascia deliberatamente sopravvivere ogni punto di domanda, affinché ognuno possa almeno cercare, se non proprio trovare, la sua risposta.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)










    trailer ufficiale (V.O.):

    Links:

    • Casey Affleck

    • Rooney Mara

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    Galleria Video:

    Storia di un fantasma - trailer (versione originale)

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