Sorrentino, 'Loro' è un film di sentimenti. Servillo, Andreotti introverso, Berlusconi 'divo' da cinema
03/05/2018
- Non è un film politico, nasce infatti come una storia d'amore e soprattutto parla di sentimenti. E proprio quest'ultima parola è quella più citata da Paolo Sorrentino alla conferenza stampa di Loro 2, in sala dal 10 maggio con Universal in 500 copie.
"Mi interessavano i sentimenti che stanno dietro un uomo politico come Berlusconi. Non è né un attacco a lui né una sua difesa. Anche la stessa Veronica è una donna che nasconde tutta una serie di domande. Volevo indagare - sottolinea il regista - i sentimenti dietro. Ci sono tante cose in 'Loro', c'è la paura della vecchiaia e della morte, miei temi da sempre, quasi una mia paranoia, lo spirito del film però era quello di non parlare dei fatti storici, ma dei sentimenti che sono dietro ai fatti".
Dice invece Toni Servillo, che in questa seconda parte racconta un Berlusconi in Sardegna alle prese con i soliti questuanti, con la voglia di tornare al governo comprando sei senatori e con rumorose feste senza 'bunga bunga':
"Ho avuto la fortuna di interpretare il Divo per Sorrentino e mettere a confronto così una figura come Andreotti con quella di Berlusconi. Il primo era un personaggio che ricorda gli imperatori romani, un uomo che si muoveva nei palazzi della politica con introversione. Berlusconi è invece un Divo estroverso che si pone al centro della scena politica, che si fa personaggio da cinema. C'è in lui, in questo Eden sardo, distanza dagli spazi politici. Lui non pianifica, non organizza, ma aspetta solo il momento di tornare in campo".
Sorrentino ci tiene poi a dire: "Non è vero che questo è un film sugli italiani in genere, ne esistono anche altri. Racconto un periodo limitato, quello che va dal 2006 al 2010, un'epoca influenzata ancora dagli anni Novanta. Nel film c'è un timido tentativo di raccontare una certa ambizione che c'era in molti di noi".
'Lui', ovvero Berlusconi, non è migliore di 'Loro', ovvero noi: "Sono lontano dalla voglia di fare classifiche tra le persone. Qui non ci sono né vinti né vincitori - spiega -, racconto di un universo in difficoltà come siamo tutti noi". Quanto alla voglia di dare nomi certi ai molti personaggi, politici e non, evocati nel film, il regista della Grande bellezza risponde: "Lo trovo uno spirito da vecchio rotocalco che non ha senso. Ai personaggi reali ho dato i loro nomi. Ad esempio il personaggio di Bentivoglio non è il ministro Bondi. È vero, scrive poesie come lui, ma le scrivono metà degli italiani".
Infine Elena Sofia Ricci, credibilissima nei panni di Veronica Lario: "Faccio fatica a parlare di un personaggio reale che ho cercato di interpretare per prima cosa leggendo la sua biografia. In questa donna c'è il disincanto della fine di un amore, una grande malinconia. C'è poi la paura di invecchiare, una cosa che riguarda tutte noi donne. Io non vedevo più me stessa né Veronica interpretandola, ma tutte le donne che vivono quegli stessi sentimenti. Lei rappresenta metà dell'Italia, uomini e donne. Siamo andati a vedere 'loro' e, alla fine, abbiamo visto noi, ma sempre con un senso di profonda pietas".
(ANSA CINEMA)
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