UN LIBRO PER TUTTE LE STAGIONI, A COMINCIARE DA ADESSO: ‘SERGIO LEONE. QUANDO IL CINEMA ERA GRANDE’ DI ITALO MOSCATI, EDITO DA LINDAU
01/08/2008
- Vi raccomandiamo vivamente una corsa il libreria, anche se fa caldo. La cosa è piuttosto urgente! E non solo per i cinefili. Sarete ricompensati, gratificati da una lettura fresca e invitante, vivace e fluida, perfettamente in grado di dissetare l’ardente voglia di rivisitare quell’indimenticabile, grande cinema italiano, targato SERGIO LEONE. Non una biografia. Non un trattato di cinematografia., bensì un racconto di vita e di arte intrecciate tra loro, magari partendo proprio da celebri sequenze dei suoi film, condotto con l’effervescente leggerezza propria del romanzo, non privo delle sue schegge umoristiche, talora vagamente sarcastiche. Una lettura che vi condurrà dritti al cuore dell’arte e della vita di questo geniale inventore “epico”, e dunque eternamente vivo, quale si considera oggi SERGIO LEONE sul piano internazionale. Un cinema che tradisce una conoscenza dell’Italia a livello viscerale: da quella contadina fino a quella del cosiddetto ‘miracolo economico’. ITALO MOSCATI (ben noto scrittore, regista e sceneggiatore, oltre che critico teatrale e cinematografico), prestigioso autore di questa ‘necessaria rilettura’, ci sottoscrive che quell’Italia SERGIO LEONE “L’ha rappresentata in modo indiretto, costruendo un gran gioco di metafore in cui spettatori diversi possono ritrovarsi, a seconda degli occhi che sappiano guardare”. Cavalcando i ritmi di una prosa unica, MOSCATI mira – riuscendoci in pieno – ad introdurci nell’intima natura dell’artista e dell’uomo richiamando alla memoria collettiva celebri sequenze di quella “manciata di film” che, dalla trilogia del dollaro, inaugurata con Per un pugno di dollari (1964) esattamente quarantatré anni fa, ha fatto di SERGIO LEONE un modello imprescindibile per la cinematografia internazionale d’autore. A cominciare da STANLEY KUBRICK (Arancia meccanica) e SAM PECKINPAH (Il mucchio selvaggio), entrambi dichiaratisi suoi debitori.
Un esempio per tutti: vi siete mai chiesti perché quando maestosi destrieri dominavano i western classici, nella scena iniziale di Per un pugno di dollari campeggia un bel ‘mulo’ in mezzo a terre desolate? Per questa scelta ‘fuori dal coro’, un esempio speculare all’impronta di tutto il suo cinema, SERGIO LEONE ha avuto i suoi buoni motivi. Non siete curiosi di sapere? Non vi viene la voglia di andare in avanscoperta di questo ‘pianeta’ paradossalmente (considerando i fiumi di parole spesi negli anni) ‘inesplorato’? Non siete ansiosi di ‘scoprire’ “chi era, o meglio, chi è, SERGIO LEONE?”. Io credo di si.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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