Martin Scorsese, Trump sembra ami umiliare le persone. Premiato il regista: 'Il mio cinema è religione in cerca di redenzione'
12/06/2025
- "Il cinema ti porta fuori dalla solitudine, dall'isolamento, ti rende una persona migliore, ti cambia la vita, ti permette di fare un pellegrinaggio religioso".
Così a Taormina un Martin Scorsese che, dopo l'incontro stampa abbandona subito i temi politici come Trump, scontri a Los Angeles… e dà il meglio di sé con gli studenti dove invece racconta quello che lui ama davvero: il cinema come religione. Il regista di 'Toro scatenato' e 'Taxi Driver', 82 anni, al Festival di Tiziana Rocca dove riceve stasera il premio alla carriera dice poi del suo legame con la religione, di sacerdote fallito per mancanza di chiamata: 'Sono cresciuto a Manhattan in una famiglia fortemente cattolica e devo dire che da allora non ho mai smesso di credere che la religione non rappresenti la verità proprio come il cinema. Ho continuato da allora a cercare Gesù attraverso i miei film. C'è tanta religione in 'Taxi driver' e in 'Toro scatenato' perché i loro protagonisti cercano in fondo solo la redenzione vivendo in un mondo orribile. Anche io - conclude - ho trovato la verità attraverso la meditazione e la preghiera".
"Sono deluso da Donald Trump e credo che un atteggiamento come il suo, basato su rabbia e odio, finisca per essere controproducente perfino per sé stesso - aveva detto nell'incontro stampa. In questa amministrazione non vedo compassione. Anzi, sembra che si compiaccia del contrario: ferire, umiliare." Parla invece bene di Papa Leone XIV: "Quando penso a lui, non penso al fatto che sia americano. Per me ogni buon Papa è il Papa di tutti. Lo stesso discorso valeva per Papa Francesco. Non pensavo a lui come al Papa argentino, ma come a un uomo capace di abbracciare tutta l'umanità." Sugli scontri razziali a Los Angeles sottolinea: "In fondo è la storia d'America che si ripete. Il conflitto è inevitabile in ogni società dove un gruppo già insediato si confronta con l'arrivo di un altro. È accaduto ai cristiani e agli ebrei, così come ad Alessandria d'Egitto e nella stessa Sicilia".
E aggiunge: "Girando 'Killers of the Flower Moon' in Oklahoma, ha toccato con mano quanto profonde siano le ferite sociali in alcune comunità americane. Mi sono trovato in mezzo a una società spaccata. Per creare una comunità unita ci vuole tempo, coscienza, cultura."
Sul fronte progetti ha parlato di 'Aldeas - A New Story' documentario con la partecipazione di Papa Francesco, che esplora il lavoro di Scholas Occurrentes, un movimento educativo globale istituito dal Papa per promuovere una "cultura dell'incontro" tra giovani di tutto il mondo. E ancora un film sulla figura di Gesù nel mondo contemporaneo da girate in bianco e nero. "Un'idea che mi accompagna fin dagli anni Sessanta, quando immaginavo di girare nel Lower East Side, tra i vicoli e i palazzi scrostati dove sono cresciuto. Ma la visione de Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini mi bloccò. Oggi ho un nuovo progetto ispirato al libro 'Vita di Gesù' di Shūsaku Endō. Potrei partire da lì. Mi concedo ancora sei mesi per capire come affrontarlo."
I film che hanno cambiato la vita a Martin Scorsese? "Sono tanti - dice - sicuramente 'Paisà', 'Ladri di biciclette' che ho visto quando avevo cinque anni e poi 'Citizen Kane' e i film di Cassavetes". Dal regista, infine, anche un messaggio alle nuove generazioni: "I giovani che crescono in ambienti violenti spesso non se ne rendono conto e vanno invece aiutati a capire. Bisogna fare poi molta attenzione alla rabbia. A volte può anche essere giusta, può spingerti ad agire, ma può anche -conclude - consumarti."
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(ANSA CINEMA)
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