79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (31 agosto-10 settembre 2022) - Refn, in Copenhagen Cowboy le mie supereroine. Debutta a Venezia fuori concorso, prossimamente su Netflix
10/09/2022
- ROMA, 09 Settembre - Un western, una favola, un noir, una storia di supereroine: sono fra le anime, secondo il regista danese Nicolas Winding Refn, di Copenhagen Cowboy, la serie a tinte neon in sei episodi al debutto fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e prossimamente su Netflix.
Un racconto che ha per protagonista la 19enne Miu (Angela Bundalovic), ragazza apparentemente senza passato, con misteriosi poteri che la rendono una merce preziosa, da vendere e scambiare. Quando Miu non riesce ad esaudire il desiderio della potente Rosella di avere un figlio, finisce nella rete di traffici umani e di stupefacenti del mondo criminale di Copenhagen, ricco di misteri e presenze altrettanto inquietanti.
Nel cast, fra gli altri, anche Lola Corfixen (la figlia del regista), Zlatko Buric e Andreas Lykke Jorgensen. Il modo migliore per esplorare i generi "è cercare continuamente di distruggerli" spiega in conferenza stampa il regista. Stavolta sono partito da "questa idea di Miu. Ho fatto film in passato incentrati su personaggi maschili interpretati, fra gli altri, da Mads Mikkelsen e Ryan Gosling. Stavolta volevo fare lo stesso, ma con una donna: sono partito da un personaggio femminile e ho pensato di affiancargliene altri: l'ho pensata come una mia versione di una superhero series. Non sapevo come chiamare la protagonista e mi è venuta in mente la linea di Prada... così l'ho chiamata Miu". Angela Bundalovic ha puntato il lavoro sul personaggio "nel suo muoversi lentamente, nel suo silenzio. Nicolas voleva fosse un essere fatto principalmente di energia".
Per Refn (anche motore del restauro dell'erotico Therese and Isabelle di Radley Metzger, presentato a Venezia Classici, ndr) "questa serie è come la storia di origine di un supereroe, lo scoprire una razza aliena che vive sulla Terra". E' stato il suo primo progetto dal ritorno in Danimarca dopo molti anni di lavoro all'estero. "Mi ha bloccato in Danimarca la pandemia - spiega -. E' stato come rimettere insieme una banda. Non sapevo cosa aspettarmi ma è stata una bellissima esperienza".
(ANSA CINEMA)
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