Dopo The Others il regista cileno, spagnolo d'adozione, Alejandro Amenábar, di nuovo a Venezia con Mare Dentro. Ed è successo pieno!
Non un giudizio di parte sull’eutanasia, ma uno spaccato di cronaca sulla drammatica, estrema decisione che portò il tetraplegico Ramón Sampedro a porre fine alla sua vita, alcuni anni fa in Spagna, superando annose controversie legali e religiose in nome della personale visione di difesa della vita con dignità, della vita come diritto e non come obbligo: un dramma che nella trasposizione in celluloide vede la strabiliante performance del trasformista Javier Bardem, l’anima portante del film capace di far rivivere l’essenza del vero Ramón. (P. Ferretti, www.celluloidportraits.com)
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Dopo l'Oscar per MARE DENTRO, ALEJANDRO AMENABAR invita ora lo spettatore a "vivere la realtà di una civiltà remota" con il suo AGORA, ambientato nella mitica Alessandria d'Egitto di duemila anni fa, vale a dire in un'epoca di grande turbolenza, quando si assisteva alla drammatica distruzione del massimo scrigno del sapere: la sua Biblioteca.
"Una delle cose che ci hanno sorpreso di più durante la nostra ricerca è stato scoprire che c'erano due biblioteche ad Alessandria. La prima è bruciata quando è arrivato Giulio Cesare. Il film invece parla della seconda biblioteca e Ipazia (RACHEL WEISZ) è stata protagonista dell’epoca della sua distruzione. E' un periodo storico che non è mai stato affrontato al cinema e abbiamo pensato che potesse affascinare il pubblico". Alejandro Amenábar
"Da anni pensavo a un film sul diavolo, ma non trovavo mai l'approccio giusto. Ho cucito una storia che tenesse insieme il demonio, i labirinti della mente umana e la psicosi collettiva (La vicenda è ambientata negli anni Novanta) quando il fenomeno delle sette era lo spauracchio del nord America. Per lo stile invece ho guardato ai thriller americani anni Settanta: 'Rosemary's baby', 'Il maratoneta', 'Tutti gli uomini del presidente'. Mi interessava esplorare i demoni interiori piuttosto che le spaventose entità che hanno sempre popolato il genere. E dunque 'Regression' è un film sulla menzogna, e sulla manipolazione, affrontate a tre livelli. Quello attivo: menti a una persona. Quello interiore: menti a te stesso. Quello collettivo: un'intera società viene fuorviata. Più che la capacità di mentire mi sconvolge la volontà di credere che ha l'essere umano... tutti i miei film dialogano con la religione. Come raccontavo prima sono cresciuto in un collegio cattolico, in Spagna, e conosco bene quella cultura. I miei problemi con la fede si sono sviluppati di pari passo con i miei film. Quando ho fatto 'The Others' ero diventato agnostico e quando ho girato 'Mare dentro' (2004) mi sono reso conto che ero diventato ateo. Ovviamente non per questo mi sento meno spirituale. Mi piace pensare che c'è qualcosa oltre a noi, anche se non è quello che mi hanno insegnato". Alejandro Amenabar
"... Sto facendo un esame di coscienza e ricordo che quando iniziai alla Facoltà, consideravo il cinema in modo molto mercenario: volevo fare qualsiasi cosa avesse a che fare con il mondo dell'audiovisivo e basta. 'Tesis', del 1995, nasce in un’epoca in cui nella televisione generalista c'era molto reality, con storie di crimini come quello di 'Alcácer': era molto presente nel film. E così in quasi tutti, anche in 'Regresión', dove si parla di come creiamo i nostri demoni e come questo può rendere fanatiche molte persone. E Ágora, ovviamente, sui cicli storici che si ripetono, con la ragione contro la violenza: questo c’è anche qui, in 'Mientras dure la guerra'..." Alejandro Amenábar
Dopo The Others il regista cileno, spagnolo d'adozione, Alejandro Amenábar, di nuovo a Venezia con Mare Dentro. Ed è successo pieno!
Non un giudizio di parte sull’eutanasia, ma uno spaccato di cronaca sulla drammatica, estrema decisione che portò il tetraplegico Ramón Sampedro a porre fine alla sua vita, alcuni anni fa in Spagna, superando annose controversie legali e religiose in nome della personale visione di difesa della vita con dignità, della vita come diritto e non come obbligo: un dramma che nella trasposizione in celluloide vede la strabiliante performance del trasformista Javier Bardem, l’anima portante del film capace di far rivivere l’essenza del vero Ramón. (P. Ferretti, www.celluloidportraits.com)
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Dopo l'Oscar per MARE DENTRO,
ALEJANDRO AMENABAR invita ora lo spettatore a "vivere la realtà di una civiltà remota" con il suo AGORA, ambientato nella mitica Alessandria d'Egitto di duemila anni fa, vale a dire in un'epoca di grande turbolenza, quando si assisteva alla drammatica distruzione del massimo scrigno del sapere: la sua Biblioteca.
"Una delle cose che ci hanno sorpreso di più durante la nostra ricerca è stato scoprire che c'erano due biblioteche ad Alessandria. La prima è bruciata quando è arrivato Giulio Cesare. Il film invece parla della seconda biblioteca e Ipazia (RACHEL WEISZ) è stata protagonista dell’epoca della sua distruzione. E' un periodo storico che non è mai stato affrontato al cinema e abbiamo pensato che potesse affascinare il pubblico".
Alejandro Amenábar