"Per me un film comincia sempre con qualcosa di molto vago – uno stralcio di conversazione, un’occhiata a una scena dal finestrino di un’auto, un raggio di luce o delle note musicali. 'Biutiful' è cominciato in un freddo mattino d’autunno del 2006, quando io e i miei figli stavamo preparando la colazione e io ho messo per caso un CD del Concerto per Piano in Sol maggiore di Ravel. Alcuni mesi prima avevo messo lo stesso concerto per piano di Ravel durante un viaggio in macchina con la mia famiglia da Los Angeles al Festival Cinematografico di Telluride. Il paesaggio della zona dei Four Corners era mozzafiato ma quando il pezzo di Ravel è finito, entrambi i miei figli hanno cominciato contemporaneamente a piangere. La malinconia, il senso di tristezza e bellezza che questo brano di musica contiene per loro era travolgente. I miei figli non potevano sopportarlo né spiegarlo. Lo sentivano e basta. Quando hanno sentito di nuovo il piano di Ravel quella mattina, mi hanno entrambi chiesto di togliere il CD. Si ricordavano molto chiaramente l’impatto emotivo e la commozione che avevano provato ascoltando quella musica. Quella mattina un personaggio ha bussato alla porta della mia mente e ha detto: 'Hola, il mio nome è Uxbal'. Durante i tre anni successivi avrei trascorso la mia vita con lui. Non sapevo cosa volesse, chi fosse o dove stesse andando. Era sfuggente e pieno di contraddizioni. Ma, a essere sincero, sapevo come volevo presentarlo e come volevo farlo finire. Sì, avevo solo l’inizio e la fine...". Alejandro González Iñárritu
"Mi interessava esplorare la lotta contro il proprio io interiore e l’idea che il successo, a prescindere da quanta ricchezza e celebrità porti con sé, è sempre fugace. Quando cerchi qualcosa, dai agli altri il potere di legittimarti, e quando lo ottieni ti accorgi che la gioia è provvisoria... Riggan è profondamente umano. Lo vedo come una sorta di Don Chisciotte, con l’umorismo che nasce dalla discrepanza permanente tra le sue ambizioni grandiose e la realtà mediocre che lo circonda. Fondamentalmente, è la storia di tutti noi. Amo i personaggi imperfetti, insicuri, guidati da
dubbi e contraddizioni… vale a dire tutti coloro che
conosco. Le scelte passate di Riggan sono state poco felici e quest’ultima coinvolge tutte le persone che lo circondano. Riggan ha sempre confuso l’amore con l’ammirazione e solo quando capisce l’irrilevanza di quest’ultima può iniziare a imparare, non senza difficoltà, ad amare se stesso e gli altri... 'Birdman' è il super-io di Riggan e, dal suo punto di vista, Riggan ha perso la testa per una commedia che chiaramente non è alla sua portata. Dal punto di vista di Riggan, è 'Birdman' ad essere impazzito. In realtà entrambe le prospettive sono
irrilevanti... Ecco la definizione moderna di realizzazione: le persone vogliono diventare famose subito, non attraverso un percorso professionale portato avanti negli anni. In un solo
secondo si possono ricevere 800.000 ‘Mi piace’ su un qualunque social network e per alcuni questo è un traguardo di per sé, anche se fugace. L’immediatezza dei social network può facilmente distorcere la realtà, specialmente di uno come Riggan, la cui ambizione di celebrità ha creato delle aspettative che ancora non ha soddisfatto. Riggan deve affrontare una situazione nuova e il cambiamento è difficile. 'Birdman' è la storia di un uomo che cerca di dimostrare di essere qualcosa
che va oltre il ‘Mi piace’. Ma nel mondo attuale, dove l’ironia la fa da padrona, chiunque voglia essere onesto e coscienzioso viene spesso messo da parte. È un mondo assurdo e surreale. Alla fine, ho solo cercato di narrare in modo divertente i disastri della natura umana che dobbiamo riconciliare, se non con le nostre carenze e gli errori del mondo, almeno con il modo in cui li affrontiamo e li viviamo". Alejandro González Iñárritu
"Per me un film comincia sempre con qualcosa di molto vago – uno stralcio di conversazione, un’occhiata a una scena dal finestrino di un’auto, un raggio di luce o delle note musicali. 'Biutiful' è cominciato in un freddo mattino d’autunno del 2006, quando io e i miei figli stavamo preparando la colazione e io ho messo per caso un CD del Concerto per Piano in Sol maggiore di Ravel. Alcuni mesi prima avevo messo lo stesso concerto per piano di Ravel durante un viaggio in macchina con la mia famiglia da Los Angeles al Festival Cinematografico di Telluride. Il paesaggio della zona dei Four Corners era mozzafiato ma quando il pezzo di Ravel è finito, entrambi i miei figli hanno cominciato contemporaneamente a piangere. La malinconia, il senso di tristezza e bellezza che questo brano di musica contiene per loro era travolgente. I miei figli non potevano sopportarlo né spiegarlo. Lo sentivano e basta. Quando hanno sentito di nuovo il piano di Ravel quella mattina, mi hanno entrambi chiesto di togliere il CD. Si ricordavano molto chiaramente l’impatto emotivo e la commozione che avevano provato ascoltando quella musica. Quella mattina un personaggio ha bussato alla porta della mia mente e ha detto: 'Hola, il mio nome è Uxbal'. Durante i tre anni successivi avrei trascorso la mia vita con lui. Non sapevo cosa volesse, chi fosse o dove stesse andando. Era sfuggente e pieno di contraddizioni. Ma, a essere sincero, sapevo come volevo presentarlo e come volevo farlo finire. Sì, avevo solo l’inizio e la fine...".
Alejandro González Iñárritu
(SEGUE nel PRESSBOOK di BIUTIFUL)