WOLFGANG PETERSEN, il germanico che mise radici negli States: una regia di polso con un pizzico di ironia. Energico infaticabile con humour per mettere a fuoco un caleidoscopio umano sul filo della tensione.
La predilezione, al di là del genere cinematografico, per un’anima filmica legata al dramma, rende inevitabile il protagonismo indiscusso di un filo tensivo acuminato come la lama di un coltello. Ciò gli rende particolarmente fertile il terreno per articolare sequenze dominate da azioni emozionali forti e toccanti sia dal punto di vista umano che da quello scenografico-spettacolare delle scene da girare. Discorso calzante e valido per Virus letale, dramma morale e sociale: una corsa contro il tempo e contro chi giuoca sporco trovandosi al di sopra di ogni scrupolo morale fregandosi di conseguenze devastanti come il rischio di una contaminazione su larga scala a dimensione appunto letale. Il tocco minimalista del focus sul dettaglio fino al claustrofobico lo ha dominato in U-Boot e Air Force One (supporto di contesti musicali trionfalistici ed enfatizzanti il dramma). Il genere avveniristico fantascientifico abbracciato con Il mio nemico è l’occasione per non lasciarsi travolgere dalla tentazione di elaborare uno spettacolo dominato dagli effetti speciali, così opta felicemente per il trionfo del registro umano tra estremi di diversità in estreme condizioni comuni per la sopravvivenza........ (Segue)
PENSARE IN GRANDE E' D'OBBLIGO QUANDO SI TRATTA DELL'ACQUA, LA FORZA PIU' TEMIBILE DELLA NATURA
Il regista WOLFGANG PETERSEN è abituato a pensare in grande: dall'epico Troy al trionfalistico Air Force One. Figurarsi quando si tratta dell'acqua, da lui stesso considerato "il più pericoloso, drammatico e imprevedibile degli elementi". Basta pensare al mitico Das Boot, con cui Petersen si è imposto a livello internazionale, seguito da La tempesta perfetta e ora da Poseidon.
WOLFGANG PETERSEN, il germanico che mise radici negli States: una regia di polso con un pizzico di ironia. Energico infaticabile con humour per mettere a fuoco un caleidoscopio umano sul filo della tensione.
La predilezione, al di là del genere cinematografico, per un’anima filmica legata al dramma, rende inevitabile il protagonismo indiscusso di un filo tensivo acuminato come la lama di un coltello. Ciò gli rende particolarmente fertile il terreno per articolare sequenze dominate da azioni emozionali forti e toccanti sia dal punto di vista umano che da quello scenografico-spettacolare delle scene da girare. Discorso calzante e valido per Virus letale, dramma morale e sociale: una corsa contro il tempo e contro chi giuoca sporco trovandosi al di sopra di ogni scrupolo morale fregandosi di conseguenze devastanti come il rischio di una contaminazione su larga scala a dimensione appunto letale. Il tocco minimalista del focus sul dettaglio fino al claustrofobico lo ha dominato in U-Boot e Air Force One (supporto di contesti musicali trionfalistici ed enfatizzanti il dramma). Il genere avveniristico fantascientifico abbracciato con Il mio nemico è l’occasione per non lasciarsi travolgere dalla tentazione di elaborare uno spettacolo dominato dagli effetti speciali, così opta felicemente per il trionfo del registro umano tra estremi di diversità in estreme condizioni comuni per la sopravvivenza........ (Segue)