BRAD PITT (Coppa Volpi alla 64a Mostra di Venezia per L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford) è una tra le star statunitensi più versatili per varietà di ruoli scelti, tanto amata dal pubblico quanto il suo benemerito collega e amico GEORGE CLOONEY, con cui condivide senz’altro il podio del plauso di critica e pubblico. Eppure, con un carnet così nutrito di personaggi anche molto diversi tra loro, non c’era mai stato quello del bandito leggendario. Con L'assassinio di Jesse James sembra aver voluto, peraltro con una certa nonchalance, colmare questa lacuna. Il tipico film con cui appagare se stesso prima ancora che il suo pubblico.
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Dopo Se7en, IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON segna per BRAD PITT il ritorno nell’entourage operativo del regista DAVID FINCHER, per interpretare un personaggio quasi ‘surreale’ che anziché ‘fare’, si direbbe piuttosto ‘vivere’ momenti incredibili. Così, in una sorta di percorso a ritroso, con Benjamin PITT ha raccolto la sfida di vestirne i panni in tutte le età della sua intera vita. Vale a dire far propri tutti i graffi e le ammaccature che segnano l'esistenza di questo suo 'curioso' personaggio. Cosa che sembra averlo attratto non poco: “Mi piace l’idea delle ammaccature. La gente lascia una sorta di impronta, c’è qualcosa di molto poetico e appagante in questo. Questo non significa sentirsi sconfitti o non lottare per quello che si vuole, significa accettare l’inevitabile della vita. La gente viene e va, se ne va per scelta o perché muore. La gente se ne va come te ne andrai tu un giorno – è inevitabile. La questione è come affrontarlo”. Il che reca un messaggio di fondo: “Il film analizza l’idea in cui Fincher crede – il fatto che siamo responsabili delle nostre vite. Siamo responsabili dei nostri successi e delle nostre sconfitte, non possiamo addossarle a nessun altro. Sicuramente il destino ha un ruolo, ma alla fine siamo noi a decidere”.
(P. Ferretti, "www.celluloidportraits.com")
BRAD PITT veste i panni del Tenente Aldo Raine in BASTARDI SENZA GLORIA di QUENTIN TARANTINO:
''Otto anni di lavoro lo (Quentin Tarantino) hanno portato a una sceneggiatura perfetta, ha lavorato con me aiutandomi a inventare l'accento del mio personaggio. Il mio Aldo Raine ha una parlata cosi' musicale che i miei figli lo imitano continuamente: avete idea di quanto sia divergente sentir quella cadenza da una piccola bimba asiatica? (…) Lui (Tarantino) mi diceva di cambiare quel che non mi convinceva nel copione, io non ho avuto bisogno di spostare neanche una virgola… era un set multilingue e cosi' dovrebbero essere tutti i film, perche' il mondo non e' solo il tuo paese natale, e fare cinema solo per i tuoi connazionali e' sbagliato, oltre che poco intelligente. Io, per esempio, senza questa Babele non avrei scoperto il rispetto e l'abnegazione per i propri ruoli degli attori tedeschi''.
L’attore Brad Pitt (San Sebastian-Spagna)
A cinque anni di distanza da L'ASSASSINIO DI JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT FORD che gli valse la COPPA VOLPI alla 64. Mostra del Cinema di Venezia, BRAD PITT torna al 'gangster movie' con il regista ANDREW DOMINIK e la sua nuova pellicola COGAN - KILLING THEM SOFTLY per vestire ancora i panni di un freddo sicario (Jakie Cogan) e dunque con ben pochi scrupoli sul da farsi.
“Cinque anni fa, non sapevo nulla sugli zombie. Ora, io mi considero un esperto. Il libro di Max tratta il genere degli zombie come la causa di una pandemia globale, che si diffonde tanto rapidamente quanto il virus SARS a cui abbiamo assistito ultimamente. Cosa succede quando si oltrepassano i limiti? ... Cosa succede se ci rendiamo conto che tutto ciò che per noi è importante diventa completamente inutile? Cosa succede se le strutture del potere e le norme sociali vengono cancellate? Come faremo a sopravvivere?... Questi zombie fanno paura come l'inferno, e la riuscita del film credo faccia leva su molti fattori. Ma soprattutto, è un passatempo estivo e francamente, è una cosa che volevo fare per i miei figli... Gerry non vola, né lotta con i cattivi ... Non ha superpoteri. Lui è un padre di famiglia, con l’unico intento di metterla al sicuro. Per fare questo, può contare solo sulla sua testa, i suoi istinti e la sua esperienza". Brad Pitt
BRAD PITT è Don 'Wardaddy' Collier in FURY di DAVID AYER:
"Wardaddy è il comandante del carro armato, la sua responsabilità è quella di proteggere la vita dei suoi uomini. Su di lui grava la responsabilità delle loro azioni, del loro morale e del rispetto ferreo delle regole. Sono le sue decisioni a determinare chi se la caverà e chi no. All’inizio del film il gruppo ha perso uno dei cinque commilitoni ed un nuovo 'ragazzino' viene catapultato nella nostra 'famiglia'. Il problema non è solo il fatto che sia nuovo, ma che non ha alcuna esperienza a bordo di un carro armato ed è quindi un serio rischio per la nostra sopravvivenza. Se non agisce nel modo migliore, tutta la squadra è in pericolo e degli uomini moriranno. Si inserisce tra noi con grande innocenza, ma il problema è: come puoi istruire un ragazzino in un giorno soltanto? Sarà compito di Wardaddy farlo diventare più duro e perfettamente addestrato per mettere al sicuro le vite di tutti gli altri". Brad Pitt
"Con quella sua scarna eleganza narrativa, Angie ha scritto un film molto europeo. A noi attori il compito di renderlo personale. Così personale da assumere contorni indistinti. Abbiamo così tanta storia e reciproco rispetto… attese reciproche e una famiglia nostra. E’ stato uno dei ruoli più impegnativi che abbia mai interpretato, ma, allo stesso tempo, sotto il segno di una grande libertà, perché eravamo liberi di sperimentare e recitare. E’ stato, stranamente, un contesto più sicuro di qualunque set sul quale mi sia mai trovato e ci siamo lasciati andare... E’ la storia di coppie diverse in fasi diverse della vita. Ci sono Lea e François, appena sposati ed eccitati dalle potenzialità del futuro; Michel e Patrice, la cui amicizia è stata fortificata e indurita, addolcita e allargata dall’esperienza; e poi ci sono i nostri personaggi, Roland e Vanessa, che vivono una fase in cui ogni traccia di novità è sfumata e tutto è emerso in superficie. E’ il classico punto in cui si può passare oltre e uscirne rafforzati o andare ciascuno per la propria strada" Brad Pitt
"I nostri personaggi si basano sulla tipica relazione tra un attore e il suo stuntman che si instaurava in quell’epoca. Abbiamo discusso di celebri coppie attore/stuntman come Steve McQueen e Bud Ekins, Burt Reynolds e Hal Needham. Sul set abbiamo anche avuto l’enorme piacere di parlarne direttamente con Burt: all’epoca questo rapporto era molto più stretto rispetto ad oggi" Brad Pitt
VINCITORE del PREMIO OSCAR 2020 come 'Miglior Attore Non Protagonista' (C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino) in cui Brad Pitt interpreta lo stuntman Cliff Booth. E a proposito di questo suo personaggio considera:
"I nostri personaggi si basano sulla tipica relazione tra un attore e il suo stuntman che si instaurava in quell’epoca. Abbiamo discusso di celebri coppie attore/stuntman come Steve McQueen e Bud Ekins, Burt Reynolds e Hal Needham. Sul set abbiamo anche avuto l’enorme piacere di parlarne direttamente con Burt: all’epoca questo rapporto era molto più stretto rispetto ad oggi"
(www.celluloidportraits.com)