ANTHONY MINGHELLA a proposito del suo approccio alla scrittura di un film (in occasione di Complicità e sospetti, 2006):
"Per quanto possa sembrare strano, quando scrivo non penso mai agli attori. Nel senso più banale scrivere è un’indagine in se stessi. Quando creo un personaggio come quello della rifugiata bosniaca Amira, in realtà sono Amira, penso a me stesso. Non si tratta di un processo meccanico, non significa semplicemente immaginare altre persone; è qualcosa di peculiare e articolato, difficile da descrivere a parole. Come sceneggiatore il mio obiettivo è andare a fondo nel mio tumulto interiore e riflettere, soffrire e gioire, tentando di dare voce alle emozioni. Quando questo processo si conclude e ti rendi conto di aver creato, come in questo caso, due donne che potrebbero essere interessanti, allora la scrittura si fa più meccanica perché sai che avrai due donne al centro del film, che dovranno avere un aspetto necessariamente diverso, così come caratteristiche e temperature emotive distinte...".
Con Complicità e sospetti il regista e neo direttore del British Film Institute a Londra ANTHONY MINGHELLA (Il paziente inglese, Il talento di Mr. Ripley, Ritorno a Cold Mountain), getta uno sguardo inquietante sulla metropoli londinese, cogliendo l'opportunità per una riflessione in seno al 'melting pot' della città, emblema di multietnicità, stracolma di gente di cultura diversa ma, soprattutto, 'invisibile' quale è la moltitudine di kossovari, sloveni, bosniaci, brasiliani, messicani, nigeriani e ganesi che la abita. Una riflessione scomoda che abbraccia il tema attuale dell'immigrazione, a cavallo tra sospetti e pregiudizi.
(P. Ferretti, "www.celluloidportraits.com")
ANTHONY MINGHELLA a proposito del suo approccio alla scrittura di un film (in occasione di Complicità e sospetti, 2006):
"Per quanto possa sembrare strano, quando scrivo non penso mai agli attori. Nel senso più banale scrivere è un’indagine in se stessi. Quando creo un personaggio come quello della rifugiata bosniaca Amira, in realtà sono Amira, penso a me stesso. Non si tratta di un processo meccanico, non significa semplicemente immaginare altre persone; è qualcosa di peculiare e articolato, difficile da descrivere a parole. Come sceneggiatore il mio obiettivo è andare a fondo nel mio tumulto interiore e riflettere, soffrire e gioire, tentando di dare voce alle emozioni. Quando questo processo si conclude e ti rendi conto di aver creato, come in questo caso, due donne che potrebbero essere interessanti, allora la scrittura si fa più meccanica perché sai che avrai due donne al centro del film, che dovranno avere un aspetto necessariamente diverso, così come caratteristiche e temperature emotive distinte...".
Con Complicità e sospetti il regista e neo direttore del British Film Institute a Londra ANTHONY MINGHELLA (Il paziente inglese, Il talento di Mr. Ripley, Ritorno a Cold Mountain), getta uno sguardo inquietante sulla metropoli londinese, cogliendo l'opportunità per una riflessione in seno al 'melting pot' della città, emblema di multietnicità, stracolma di gente di cultura diversa ma, soprattutto, 'invisibile' quale è la moltitudine di kossovari, sloveni, bosniaci, brasiliani, messicani, nigeriani e ganesi che la abita. Una riflessione scomoda che abbraccia il tema attuale dell'immigrazione, a cavallo tra sospetti e pregiudizi.
(P. Ferretti, "www.celluloidportraits.com")