Dopo Confessions of a Dangerous Mind (Confessioni di una mente pericolosa, 2002) con cui GEORGE CLOONEY esordisce alla regia, la 62a Mostra ne conferma i tratti di raffinato filmaker e manager della produzione in celluloide. Il suo film Good Night, and Good Luck lo conferma infatti artista di gran classe a tutto tondo. E in tal senso, per una volta - accade raramente - critica e pubblico si trovano sulla stessa lunghezza d'onda...
Sulla scia dei fratelli COEN, ce ne parla GEORGE CLOONEY stesso (Burn After Reading, 2008):
"Quando dirigo un mio film cerco sempre di organizzare il set e la lavorazione seguendo l'esempio dei Coen perché il loro stile è il più semplice di tutti. Ti lasciano provare alcune tue idee ma alla fine è la loro maniera di vedere le cose a prevalere perché hanno già tutto chiaro in mente e sanno esattamente quello che vogliono. Non li ho mai visti provare o cose simili. Ho imparato a utilizzare gli storyboard – vale a dire la visualizzazione delle scene – e a mettere da parte le pagine della sceneggiatura che vengono distribuite a tutti sul set nel giorno in cui si gira quella scena in particolare. Guardare lo storyboard è utilissimo al punto da aver scritturato per i film che ho diretto l'autore dello storyboard, J. Todd Anderson che usano sempre i Coen".
Ecco di nuovo GEORGE CLOONEY dietro la macchina da presa, così come davanti, questa volta al fianco di RENÉE ZELLWEGER per LEATHERHEADS (IN AMORE NIENTE REGOLE): commedia brillante ispirata ai leggendari esordi del football professionale americano nel 1925. Vale a dire un'altra inedita esplorazione sulle origini di un qualcosa su cui vale la pena di indagare un pò più a fondo, con carisma e con quel velo di ironia che non guasta mai.
GEORGE CLOONEY dirige, co-sceneggia, co-produce ed interpreta (Governatore MiKe Morris ) LE IDI DI MARZO, film che ha aperto i battenti alla 68. Mostra del Cinema di Venezia (31 Agosto-10 Settembre 2011). Il suo personaggio, il Governatore Mike Morris, è travolto da uno scandalo sessuale mentre è in corsa per la Presidenza degli Stati Uniti:
"Definirei questa pellicola un thriller politico, mentre non penso che sia un film politicizzato... I democratici preferiranno l'inizio del film, invece i repubblicani ameranno la fine. Insomma, può riuscire a coinvolgere tutti. Forse si tratta di un film politico, ma comunque è un film politico che non ha uno scopo preciso, un aspetto che era molto importante per noi... Il candidato non esisteva nella rappresentazione sul palcoscenico e di conseguenza non aveva battute. Per creare una narrazione forte, abbiamo ideato un personaggio, un candidato a cui Stephen e tutti gli altri credono, per poi rimanere sconvolti quando scoprono la verità. All'inizio sembra innocente e degno di rispetto, fino a quando scopriamo che non è così... 'Farragut North' è perfetto per un testo teatrale, ma ci sembrava troppo particolareggiato per una pellicola. Abbiamo collocato le primarie al 15 marzo e ci sono diversi temi shakespeariani nel film". George Clooney
DIRIGERE SE STESSO - Com’è per Clooney l’esperienza di dirigersi in un ruolo da protagonista?
"È una cosa che impari a fare nei corsi di recitazione e che viene chiamata director-proof. Quando recito, non mi curo minimamente delle indicazioni che mi sono dato come regista." George Clooney (Monuments Men, 2014)
IL TOCCO DI STILE di GEORGE CLOONEY REGISTA:
"George è un tutt’uno con la macchina da presa, cosa che riesce a pochissimi registi. Non gira un’infinità di scene, perché ha già le idee chiare sul montaggio e quindi gira soltanto le scene necessarie. In questo modo tutti restano focalizzati: quando la macchina da presa è accesa, è molto probabile che la ripresa sarà quella definitiva". Matt Damon (Monuments Men, 2014)
"In effetti, non abbiamo mai pensato che questo fosse un film di guerra, quanto piuttosto un film sul più grande furto della storia. E poi, il primo giorno sul set, tutti hanno indossato uniformi ed elmetti... Abbiamo ideato alcune scene più funzionali all’evoluzione della narrazione, ma molte cose che al pubblico appariranno ridicole o strane, al punto da non ritenerle reali, ebbene, quelle sono accadute per davvero". George Clooney
"Nel corso delle nostre ricerche, abbiamo visto che la gente che protestava aveva formato una specie di muraglia intorno alla casa dei Meyer, sventolavano bandiere confederate, bruciavano croci e raccoglievano firme per una petizione nella quale chiedevano che quella famiglia se ne andasse. Nel film noi usiamo proprio le parole usate in quella petizione... Quando vedi un film che parla di razzismo e di atteggiamenti bigotti degli anni ‘50 o ‘60, è sempre ambientato nel Sud. Siamo abituati che siano persone con accento del Sud a usare quel tipo di linguaggio, ma - lo dico come uno che viene dal Kentucky - è importante discutere del fatto che queste sono persone che vengono dalla Pennsylvania e da New York, che usano le minoranze come capri espiatori. Questo tipo di atteggiamento esiste nel Nord Est; non è difficile immaginare che succeda un po’ ovunque... Nel corso del film usiamo materiale ripreso dal documentario. A volte c’è bisogno di vedere come sono andate davvero le cose ed è sconvolgente per il pubblico di oggi, ma la verità è questa e i fatti non sono successi troppo tempo fa" George Clooney
“E’ una storia di crescita, la storia di un giovane uomo e delle figure maschili di riferimento. Charlie è lo zio che tutti noi vorremmo aver avuto... Ben Affleck è un attore meraviglioso a cui, per la verità, non sono state offerte molte parti adeguate a far emergere il suo talento. Ora ha un’età che lo rende perfetto per certi ruoli, l’attore giusto nel tempo giusto per questo Charlie” George Clooney