"... Ho fatto tanti lavori per sostenermi, venivo dalla parte più bassa della bassa società, non avevamo soldi, vivevo con mamma e i miei nonni, mio padre non c'era. Eravamo nel South Bronx, che di per sé dice molto. Avevo tanti amici di strada, lì era la mia vita, e ho imparato tutto con loro. Ma ero fortunato perché vivevo in una grande città come New York. A sedici anni andavo al Greenwhich Village e bazzicavo nell'ambiente artistico di allora, teatri off-off, bar, club undergorund, facevo sedici spettacoli a settimana in una cantina e alla fine giravo con un cestino per raccogliere i soldi. Ma sapevo che questo era quello che volevo fare e che avrei trovato il modo di farcela, perché amavo farlo ... (oggi) Recito Shakespeare, Oscar Wilde, poesie, faccio concerti, percorro strade alternative, sono pronto a fare cose un po' fuori dalla norma. Me ne frego. Me lo posso permettere. Certo, ho avuto alti e bassi, ma devo dire che i miei figli più giovani hanno influito molto sulle mie decisioni artistiche e professionali negli ultimi quindici anni. Sono stato padre da giovane e sono stato padre quando sono diventato un uomo di mezz'età. E le varie dimensioni della paternità hanno decisamente agito sull'artista che si agita dentro di me". Al Pacino
Al Pacino