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Ultimo aggiornamento: 02 Luglio 2014
HAYAO MIYAZAKI - LA CITTA' INCANTATA:
"La città incantata non è un film nè satirico nè cinico. Conosco cinque ragazzine di 10 anni circa. Le vedo ogni volta che vado nel mio chalet di montagna. Un giorno ho cominciato a chiedermi quali fossero i loro sogni e le loro speranze. Ho iniziato a leggere lo Shojo mangas (Fumetti particolarmente amati dal pubblico femminile, anche romanzi rosa e libri per l’infanzia, n.d.t.). Il suo tono estremamente romantico mi ha disgustato e così ho cercato qualcosa che potesse veramente attirare la loro attenzione. Tranne pochi ed eccellenti autori come Osamu Tezuka, mi sono reso conto che non c'è nessuno, nemmeno io, che si preoccupi dei problemi e delle esigenze delle ragazzine. Al tempo stesso, però, le edicole sono piene di riviste e pubblicazioni dirette ai maschi della stessa età, che trattano argomenti che hanno a che vedere con i loro bisogni. E' per questo, che ho deciso di scrivere qualcosa che attirasse soprattutto le bambine. Qualcosa al quale potessero pensare e fare riferimento quando immaginano il loro futuro ed i loro rapporti con la società. In un mondo in cui sono iperprotetti, dove non possono giocare a meno di non fare parte di un club ristretto con regole rigide ed inflessibili, i bambini si stanno consumando. Chihiro soffre della stessa sindrome. La rabbia sul suo volto è quella tipica dei bambini che non hanno più abbastanza tempo per giocare. Ma quando si trova ad affrontare un problema, la combattente che c'è in lei viene in superficie. La sua abilità nell'adattarsi e nell'usare la sua capacità di giudizio vengono fuori. Non volevo dipingerla come un'eroina perfetta e carina. Il suo fascino doveva scaturire dal suo cuore e dalla profondità della sua anima...".
Hayao Miyazaki
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