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Dalla 62a Mostra alla sala cinematografica : LA SECONDA NOTTE DI NOZZE
â... Questo viaggio che una madre disperata e di dubbi costumi e un figlio disonesto e supponente compiono, vede rovesciato l'itinerario verso il nord che tanti meridionali avrebbero affrontato in cerca di opportunitĂ , solo pochi anni dopo. Il benessere viene in questo caso cercato proprio in quelle regioni del sud dalle quali in seguito i giovani piĂš intraprendenti si allontaneranno in cerca di fortunaâ.
Il regista Pupi Avati
La seconda notte di nozze, Italia 2005; drammatico; Durata:103â; Produz.: DueA Film/Rai Cinema; Distribuz. in Italia: 01 Distribution
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Titolo in italiano: La seconda notte di nozze
Titolo in lingua originale:
La seconda notte di nozze
Anno di produzione:
2005
Anno di uscita:
2005
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura:
Pupi Avati
Soggetto: Tratto dallâomonimo romanzo di Pupi Avati
Cast: Antonio Albanese (Giordano Ricci) Neri Marcorè (Nino Ricci) Katia Ricciarelli (Lilliana Vespero) Angela Luce (Suntina Ricci) Marisa Merlini (Eugenia Ricci) Robert Madison (Enzo Fiermonte) Tony Santagata (Ugo Di Dante) Sandro Dori (Notaio Colliva) Mia Benedetta (Mariagrazia) Manuela Morabito (Estrelita) Valeria DâObici (Mamma di Clara)
Costumi: Francesco Crivellini
Scenografia: Simona Migliotti
Fotografia: Pasquale Rachini
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
âPuglia immediato dopoguerra: Giordano Ricci (Antonio Albanese) è un omone dalla barba ispida che smina i campi di Torre Canne. Nessuno si oppone a questa sua attivitĂ perchĂŠ a causa di âcerte malinconie passate a cui i medici non hanno saputo trovare rimedio neanche con la scossaâ Giordano è da tutti considerato un malato di mente â in quanto tale piĂš sacrificabile di una persona sana. Le uniche a preoccuparsi sono le vecchie zie (Angela Luce e Marisa Merlini) che gestiscono la fabbrica di confetti di famiglia. La vita di Giordano cambia allâimprovviso con lâarrivo di una lettera da Bologna. La mittente è sua cognata Lilliana (Katia Ricciarelli), vedova di suo fratello da pochi mesi, amata segretamente durante lâadolescenza. Giordano, felice, non esita ad invitarla nella grande masseria di Torre Canne suscitando le ire delle zie. Nino (Neri Marcorè), il giovane e scaltro figlio di Lilliana, e la donna partono cosĂŹ alla volta della Puglia con unâauto prontamente rubata dal ragazzo. Lâaccoglienza nella masseria è gelida: le zie non nascondono la loro ostilitĂ , Giordano è gentile ma lâemozione lo rende ancora piĂš impacciato del solito e Lilliana si rende conto con dolore delle sue condizioni psichiche. Lâaffetto di Lilliana per Giordano, per questo uomo cosĂŹ buono, cresce nel tempo, soprattutto in seguito a due eventi: Giordano riesce a fare avere a Nino un posto da avvocato presso un notaio e poi lo toglie dai guai quando Nino ne combina unâaltra delle sue (seduce la figlia del notaio stesso per farsi dare i soldi necessari a finanziare il nuovo film del suo attore preferito: Enzo Fiermonte). Ma il tempo mette a posto tutto e qualcosa di miracoloso accadrĂ allâinterno della masseria. Anche le vecchie zie accetteranno la presenza di Lilliana nella grande casa con Giordano vicino a lei".
Dal >Press-Book< di La seconda notte di nozze
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
PUPI AVATI GETTA UN OCCHIO AFFETTUOSO SULLA PUGLIA DELL'IMMEDIATO DOPOGUERRA. UN DRAMMA VENATO DI SCHEGGE UMORISTICHE CON L'INEDITA E MELODRAMMATICA COPPIA ANTONIO ALBANESE - KATIA RICCIARELLI PER UN''INDIMENTICABILE NOTTE DI NOZZE'. UN FILM NOSTALGICO SU TEMI FORSE UN POâ TROPPO INFLAZIONATI. IL CHE NON SIGNIFICA CHE NON SIANO IMPORTANTI. GRANDE PERFORMANCE DI ANTONIO ALBANESE, QUESTA VOLTA MELODRAMMATICA, APPENA VELATA DA SCHEGGE DI UMORISMO SOFT. PROTAGONISTA ANCHE LA VISCERALE PASSIONE PER IL CINEMA DEL REGISTA PUPI AVATI, MANIFESTA NELLE NUMEROSE APPARIZIONI DI LOCANDINE DI FILM E DI INCURSIONI IN VECCHI CINEMATOGRAFI.
Il film apre e chiude con il drammatico ritornello di una voce fuori campo che informa come Maria, andando un giorno a scuola in bicicletta, saltò in aria, facendo tanta luce. Il fatto è che aveva solo 9 anni. E non a caso questa storia, giunta al suo termine, reca una dedica rivolta a tutti i bambini che allâepoca âfecero tanta |
luceâ. Lâepoca è quella dellâimmediato dopoguerra in una Puglia che, come numerosi altri posti, reduci di guerra, si porta dietro la ineluttabile conseguenza di mine disseminate qua e lĂ per i campi, a tutto rischio e pericolo di chi è sopravvissuto. Adesso si deve sopravvivere alle mine e a rischio sono soprattutto i bambini. In questo scenario che, diciamo cosĂŹ, ha un poâ la funzione di una cornice generale, si intessono varie storie locali: in primo luogo quella di Giordano (Antonio Albanese), un malinconico personaggio non proprio integro mentalmente che, dopo lâevento funesto della bambina, si ostina volontariamente ad occuparsi di sminare il territorio, oltre ad aiutare le due zie (Anna Luce e Marisa Merlini) nella gestione della fabbrica di confetti di famiglia. Non si può non rilevare l'appunto del regista sull'innocenza dell'infanzia nella sequenza che ritrae dei ragazzi spettatori delle operazioni di sminamento da parte di Giordano, pronti ad |
esplodere in grida di gioia e festosi applausi, dopo che una mina è stata fatta brillare. Un'operazione di per sè drammatica che nell'animo di un bambino con non troppe opportunità di distrazione, può, deve, diventare un gioco, un motivo di intrattenimento.
E qui, il regista Pupi Avati apre una finestra di osservazione su un paragrafo di artigianato locale, dando alla macchina da presa il tempo sufficiente per riprendere le varie operazioni di confezione dei confetti, cosĂŹ come ne apre unâaltra sul cinema stesso, anchâesso colto nella veste dimessa e polverosa dei gloriosi anni della celluloide di Aldo Fabrizi e Anna Magnani: abbondano le immagini di locandine cinematografiche e le incursioni in vecchie sale di proiezione, nonchĂŠ rimandi specifici allâattore Enzo Fiermonte, ammirato, nutrendo personali velleitĂ di recitazione, da un personaggio in particolare, il giovane scaltro e opportunista con pochi scrupoli, Nino (Neri Marcorè), figlio di Liliana (Katia Ricciarelli), vedova del |
fratello di Giordano. Perno del nuovo incontro tra questi due zoppi nuclei familiari, quello di Giordano con le due zie e quello di Liliana e di suo figlio Nino, la realtĂ tipica dei cosiddetti sfollati post bellici, che, perduti i loro averi, si ritrovano alla fame, costretti a vivere di stenti e a spingersi dove spira piĂš forte il vento di ogni opportunitĂ di sopravvivenza. La dinamica dello svolgimento degli eventi, nutriti da inevitabili contrasti pilotati soprattutto dalle vecchie zie di Giordano, ostili piĂš che mai nei confronti di Liliana, si vena di sottili schegge di umorismo sotto controllo quanto basta per mantenere sempre viva la vena nostalgica e malinconicamente pietosa stesa sui protagonisti di uno spaccato epocale che induce inevitabilmente alla compassionevole commozione.
Eccellente lâinterpretazione di Antonio Albanese appuntata su un personaggio che, malgrado i suoi limiti e le sue fisime mentali, conserva intatti sani principi e valori morali |
e una bontĂ dâanimo incontaminata e consapevole. Proprio la sua generositĂ e il desiderio di dare concretezza ai sentimenti nutriti da vecchia data nei confronti di Liliana, lo porterĂ verso la sua prima notte di nozze, la seconda per Liliana, vincolata però dallâaccordo tragicomico stipulato tra i due, e su cui sfuma lâultimo ciak dellâintera vicenda.
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