THE BEST OF 'CINEMA SOTTO LE STELLE' (Cinema all'aperto - Estate 2015) - RECENSIONE - Dal 26 MARZO
"Il tema della famiglia è ricco, tocca emozioni diverse e momenti di vita che sono fondamentali per un adolescente. In questo film mi interessava raccontare il punto di vista di questa ragazza nella singolarità di questa famiglia di sordi e come lei costituisca un ponte con quelli che ci sentono. Ma paradossalmente il suo dono, il canto, è una specie di tradimento nei confronti dei genitori che non ne hanno accesso. L'adolescenza è ricca, contraddittoria per questo interessa i registi. Spesso l'umore degli adolescenti tocca gli eccessi, reagiscono in modo esagerato nel bene e nel male. I sentimenti sono forti e il corpo non è ancora formato completamente. La grande scoperta del proprio corpo e il passaggio verso il mondo adulto è un percorso violento e interessante. Accompagnare questa ragazza nel superamento delle sue paure e nel trovare se stessa mi piace e credo abbia parlato agli spettatori".
Il regista Eric Lartigau
(La famille Bélier; FRANCIA 2013; Dramedy; 106'; Produz.: Jerico/Mars Films/France 2 Cinéma; Distribuz.: BIM)
Soggetto: Bérangère Saint-Bézar. Ispirato al libro di Véronique Poulain Les Mots qu'on ne me dit pas.
Cast: Louane Emera (Paula) Karin Viard (Gigi) François Damiens (Rodolphe) Eric Elmosnino (Monsieur Thomasson) Roxane Duran (Mathilde) Luca Gelberg (Quentin) Ilian Bergala (Gabriel) Stephan Wojtowicz (M. le Maire) Bruno Gomila (Rossigneux) Céline Jorrion (Giornalista) Jérôme Kircher (Dr. Pugeot) Clémence Lassalas (Karène)
Musica: Evgueni Galperine e Sacha Galperine
Costumi: Anne Schotte
Fotografia: Romain Winding
Montaggio: Jennifer Augé
Scheda film aggiornata al:
23 Agosto 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Tutti i componenti della famiglia Belier sono sordomuti tranne Paula, la primogenita di 16 anni. Paula è un'interprete indispensabile per i suoi genitori e il fratello minore, preziosa per il funzionamento della loro fattoria. Un giorno, spinta dal suo insegnante di musica che ha scoperto il suo dono per il canto, decide di fare le selezioni per una nota scuola di canto parigina. Una scelta di vita che significherebbe la distanza dalla sua famiglia e un passaggio inevitabile all'età adulta.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Il titolo tradisce già l'approccio tutto nuovo, o perlomeno inusuale, adattato alla commedia adolescenziale, rivisitata qui in chiave familiare e senza cadere in patetismi già visti. Ironico al punto giusto e mai saccente, ripropone una popolarità perduta che riesce a condire affetti e romanzo di formazione casa-scuola, grazie al cast scelto con peculiarità caricaturale ma con vigore e slancio estremamente genuino ed efficace. Nessun cliché ma scene leggermente portate al paradosso per condurre il pubblico al riso privo di preconcetti sguaiati tipici invece di certa commedia di genere. La Francia mostra ancora una volta di saper tracciare, al pari dell'Inghilterra, la commedia di costume all'europea, diversa nello spirito dal dirompente americanismo ma vicina al pubblico anche dei più giovani: e non è affatto un caso se nelle vene di Louane Emera scorre sangue da generazione "talent show". In cerca del suo ruolo nel mondo, non è soltanto lei protagonista
della storia, ma anche la sua esuberante famiglia che oltre a dare il titolo, rende ricca di suoni e colori la scena. Merito della regia è agli occhi di tutti soprattutto questo, l'essere riusciti a dare un suono e una personalità al mondo tutt'altro che vuoto dei sordomuti. Ben lontani dal cliché, eliminati i fastidiosi e triti concetti di "normalità" e "handicap", si tratteggiano anche i due mondi, fatti di sensazioni e pulsazioni, di genitori e figli, mettendo da parte con un giocoso umorismo la lezione patetica sulle differenze e la varietà che il mondo ogni giorno ci offre.
Un occhio di riguardo è rivolto anche alla riflessione attualissima sul progresso smodato che impone nuove regole alle campagne, all'urbanistica e alla produzione agricola, che porta la famiglia Belier a mettersi in politica per difendere la tipicità locale.
La colonna sonora diventa poi la scala mobile delle emozioni che sospingono lo
spettatore, immergendolo direttamente nella tradizione francese di quel Sardou celeberrimo cantautore, verso il finale non molto a sorpresa ma certamente lieto.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano BIM Distribuzione e Samanta Dalla Longa (QuattroZeroQuattro)