LA SEDIA DELLA FELICITA': L'ULTIMO SORRISO IN CELLULOIDE DI CARLO MAZZACURATI
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'Summer 2014' - Dal 31° Torino Film Festival - RECENSIONE - Dal 24 APRILE
"L’ispirazione di questo film nasce da un paesaggio umano e fisico che conosco bene, il nordest, che pur avendo una sua identità precisa credo possa raccontare bene anche il resto dell’Italia. C’era poi il desiderio di narrare una storia in tono comico senza però perdere realismo né verità. Volevo anche che l’umanità di questo racconto emergesse a volte attraverso le forme del grottesco a volte in toni più lirici, ma la cosa che più mi stava a cuore era di riuscire a tenere insieme il senso di catastrofe, in cui sembra che tutti stiamo cadendo, con l’energia e la voglia di riscatto che nonostante tutto si sente nell’aria".
Il regista, co-sceneggiatore e co-soggettista Carlo Mazzacurati
(La sedia della felicità; ITALIA 2013; Commedia; 90'; Produz.: Bibi Film/RAI Cinema in associazione con Casino Municipale di Campione d’Italia ai sensi delle norme sul Tax Credit; Distribuz.: 01 Distribution)
Un tesoro nascosto in una sedia; un'estetista e un tatuatore che, dandogli la caccia, si innamorano; un misterioso prete che incombe su di loro come una minaccia. Dapprima rivali, poi alleati, i tre diventano protagonisti di una rocambolesca avventura che, tra equivoci e colpi di scena, li vedrà lanciati in un inseguimento, dai colli alla pianura, dalla laguna veneta alle cime nevose delle Dolomiti, dove in una sperduta valle vivono un orso e due fratelli...
Commento critico (a cura di MARIA PAOLA FORLANI)
L’aspetto più emozionante e più bello de La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati, l’ultimo film di questo originale regista che ci ha lasciato solo tre mesi fa, e che ci ha sempre raccontato e descritto piccole e grandi storie, con i suoi personaggi di provincia colmi d’ironia e malinconia, mentre la felicità, la speranza, la gioia di vivere conduce la storia di questo bellissimo film. Film che commuove, che diverte, che appassiona e che rappresenta una specie di saluto, un commiato gioioso all’arte del cinema da lui tanto amata, al suo pubblico, ai suoi attori ed amici (tutti presenti in questo film) e a quel mondo del quotidiano e normale, che Carlo ha sempre voluto narrare.
Dice il regista presentando l’opera alla stampa :
"L’ispirazione di questo film nasce da un paesaggio umano e fisico che conosco bene, il nordest, che pur avendo una sua identità precisa credo possa raccontare bene
anche il resto d’Italia. C’era il desiderio di narrare una storia in tono comico senza però perdere realismo, né verità. Volevo anche che l’umanità di questo racconto emergesse a volte attraverso le forme grottesche a volte in toni più lirici, ma la cosa che più mi stava a cuore era riuscire a tenere insieme il senso di catastrofe, in cui sembra che tutti stiano cadendo, con l’energia e la voglia che nonostante tutto si sente nell’aria".
Nel film del regista padovano viviamo corse, furti per necessità, sgambetti, richieste d’aiuto alquanto bizzarre e molti altri avvenimenti eccentrici che irrompono come fulmini sullo schermo. Il film La sedia della felicità è una commedia davvero scoppiettante, un crescendo di situazioni comiche, rappresentate da grandi attori che certo nel raffigurarle e nel viverle con il loro “amico regista” debbono averli molto divertiti. Da Raul Cremona che si disegna i baffi e diviene un prestigiatore accolto
nelle convention di gelatai, a Roberto Citran, collezionista, ad Antonio Albanese che fa se stesso e il gemello, sino a Fabrizio Bentivoglio ed Orlando esperti d’arte.
La trama e, soprattutto i dialoghi, sono accorti e raffinati nella loro sagacia e mai banali. Grande prova di stile e di saggezza che Mazzacurati dimostra nella direzione degli attori che rimangono sempre dentro i loro confini di tensione emotiva e gestualità composta.
Si narra di due commercianti, Dino il tatuatore (Valerio Mastroandrea) e Bruna l’estetista (Isabella Ragonese), che lavorano l’uno di fronte all’altra. Entrambi giovani, spiantati e quasi disperati. Un giorno un Tir li fa conoscere ed il gioco è fatto e poche ore dopo iniziano una folle ricerca di uno stock di orripilanti sedie zebrate con lo schienale ad elefante. Bruna, infatti, per arrotondare e racimolare i soldi per il suo nuovo centro estetico, si reca in carcere a far le unghie a
una dama dell’alta borghesia (Katia Ricciarelli) finita dietro le sbarre. Quest’ultima sul letto di morte le svela il segreto - “dentro ad una seggiola esiste un tesoro”. La coppia improvvisata, che unisce le forze per il bene comune, si ritrova quindi ben presto tra i piedi padre Weimer (Giuseppe Battiston) che incombe su di loro come una minaccia e la commedia entra nel vivo!
"Avevo da anni in un cassetto una novella regalatami da mia sorella, studiosa di letteratura russa - spiegò Mazzacurati durante l’ultimo Torino Film Festival dove nel novembre 2013 avvenne la preview del film. – Le chiesi se era vero che il film di Mel Brook, 'Il mistero delle 12 sedie', era tratto da questo racconto russo. Lei mi disse di sì, la novella nasceva da una trasmissione radiofonica di due autori sovietici (Liv e Petrov), l’avevano composta per la radio negli anni ’30 e
poi l’avevano scritta e pubblicata ottenendo una fortuna talmente dilagante che il racconto divenne popolare tra i bambini quanto Pinocchio da noi".
Nel film La sedia della felicità, dove, Carlo Mazzacurati ha riunito, appunto, gran parte dei “suoi” attori d’elezione, un cammeo è riservato a Gian Luca Farinelli, che attore non è bensì il direttore della Cineteca di Bologna, di cui il regista padovano è stato un molto amato presidente. La scena è girata nel cimitero di Verona, dove finiscono i tre protagonisti del film alla ricerca delle loro sedie. Bruna (Isabella Ragonese) scopre che una tomba visibilmente in abbandono accoglie i resti della sua maestra. Gian Luca Farinelli, chinato, sta sistemando i fiori nella tomba accanto, sulla cui lapide si legge il nome di Italo Farinelli. <>, spiega cortesemente Gian Luca a Bruna. <>, domanda
lei. <>.
Al regista scomparso il 22 gennaio, il Lumiére ha dedicato una bella retrospettiva dal titolo “Fantastic Mr. Carlo”. E per l’occasione ha esposto “La sedia della felicità” che lo scenografo Giancarlo Basili ha realizzato per il set, ora nel foyer del cinema. Proprio quella, Kitschissima, con lo schienale scolpito a forma di testa d’elefante e la tappezzeria tigrata, che compare nel film.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano 01 Distribution e Valentina Calabresi (Way to Blue)