TRE ALL'IMPROVVISO: OGNUNO HA UNA SUA PROPRIA VISIONE DELLA VITA PERFETTA. KATHERINE HEIGL E JOSH DUHAMEL ANCHE, MA CIRCOSTANZE STRAORDINARIE POTREBBERO FAR LORO CAMBIARE IDEA
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 3 DICEMBRE
âVolevo fare a tutti i costi questo film, perchĂŠ la sceneggiatura mi ha fatto ridere e commuovere. La cosa piĂš importante per me è realizzare unâesperienza emotiva, soprattutto quando si ha una storia con sentimenti cosĂŹ contrastanti... Conosciamo tutti quel tipo di appuntamenti che iniziano male e finiscono peggio... Oltre alla storia, il motivo che mi ha spinto a realizzare questo film è stato il desiderio di lavorare con Katherine Heigl. Sapevo quanto fosse brava sia nella commedia che nel dramma e per me era una sorta di personificazione di Holly...â.
il regista Greg Berlanti
(Life as we Know It, commedia romantica; 112'; Produz.: Warner Bros. Pictures in associazione con Village Roadshow Pictures presentano una produzione Gold Circle Films/Josephson Entertainment; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Sceneggiatura:
Ian Deitchman & Kristin Rusk Robinson
Soggetto: Ognuno ha una visione diversa della vita perfetta. Per Holly Berenson significa trasformare il suo piccolo caffè in un ristorante, che forse un giorno avrĂ parecchie sedi. Per Eric Messer vuol dire passare da tecnico a direttore sportivo di una rete televisiva nazionale. Ma la vita che pianifichiamo raramente è quella che viviamo. Eâ questo che succede a Holly e Messer quando i loro migliori amici, Alison e Peter Novack muoiono tragicamente. I due, che si sono sempre tollerati a mala pena, ora si ritrovano a essere gli affidatari della bimba dei Novak, Sophie.
Holly Berenson (Katherine Heigl) è una ristoratrice sulla via del successo e Eric Messer (Josh Duhamel) il promettente direttore sportivo di una rete televisiva. Dopo un disastroso appuntamento al buio, lâunica cosa che hanno in comune è il disgusto reciproco e lâamore per Sophie, la loro figlioccia. Ma quando diventano le uniche persone che Sophie ha al mondo, Holly e Messer sono costretti a mettere da parte ogni antagonismo. Mandano allâaria ogni ambizione di carriera e la loro vita sociale, per trovare una sorta di pace armata e convivere sotto lo stesso tetto.
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
Non va troppo per il sottile questa commedia di Greg Berlanti, giovane sceneggiatore di serie tv â Everwood, Brothers & Sisters, Jack & Bobby - che è passato dietro la macchia da presa cinematografica per raccontare, come nelle sue serie, una storia che determina un cambiamento nella vita di qualcuno attraverso la morte improvvisa di qualcun altro. La struttura narrativa si adagia su stereotipi grossolani: genitori di neonata morti e migliore amica di lei e migliore amico di lui devono occuparsi della piccola. Originale! Ovviamente se i due incaricati della questione si detestano e hanno caratteri totalmente antitetici la situazione non può che fare scintille fino allâinevitabile risultato finale, che non sarĂ certo una coltellata nella schiena!
Il regista mescola, cosĂŹ, due tipologie di commedia; quella escatologica iniziale, dove al centro della situazione vi è lâincapacitĂ da parte di due single rampanti di crescere una bimba di pochi mesi, e
quella romantica classica. In entrambi i casi i clichĂŠ sono assicurati. Come se questi clichĂŠ non bastassero escono fuori anche quelli di una commedia con Katherine Heigl (anche produttrice insieme alla madre Nancy). Ormai lâattrice, dopo aver appeso al chiodo il camice di Izzy Stevens nel suo fortunato ruolo in Greyâs Anatomy, si è giĂ auto-condannata a quello di trentenne âper fettinaâ.
Dopo 27 volte in bianco e La dura veritĂ lo stereotipo dellâarcigna, paranoica e pianificatrice trentenne le si è cucito addosso e proprio non vuole liberarsene, e cosĂŹ uno dopo lâaltro confeziona personaggi banali e auto-compiaciuti di donnette isteriche che ostentano disprezzo per lâuomo rude e maschilista, ma che sotto sotto cercano solo quella medesima tipologia, meglio se capace di dominarle. Non si sa se questo offende piĂš la categoria maschile, descritta nella solita banalizzazione di rudi maschi cafoni, ma con bicipiti ben sviluppati, che sanno guardare solo
lo sport alla tv, ruttare e dormire con le scarpe, oppure le donne che ostentano un finto femminismo per poi rivelarsi adoratrici della quintessenza del machismo imperante. Paradossalmente una struttura come questa che cita le schermaglie della commedia classica viene rivoltata: infatti mentre allâepoca veniva fatta per smascherare e far crollare il clichĂŠ nei rapporti tra uomo e donna (nonostante lâhappy end obbligatorio), oggi serve per rinforzarli, nutrirli di tutto il loro cattivo gusto. E se in amore i segnali sono contrastanti, in cucina sicuramente no! Infatti, alle molte banalizzazioni ne subentra unâaltra: la protagonista è titolare di una pasticceria. In quante commedie, negli ultimissimi anni, la protagonista è una provetta cuoca? Sottotesto: la brava massaia deve necessariamente saper cucinare! Considerando che gli americani solamente ora, dopo decenni e decenni di cibo spazzatura e obesitĂ malata, si sono ricordati che mangiare schifezze non fa bene (dopo la sensibilizzazione attraverso gli
orti biologici di Michelle Obama) devono ricordarlo attraverso qualsiasi eroina con pancia piatta del grande schermo che cerca lâamore della sua vita!