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DONNE SENZA UOMINI: DALL'ACCLAMATA VIDEO ARTISTA SHIRIN NESHAT UN DEBUTTO ALLA REGIA APPUNTATA SULL'INCROCIO DEI DESTINI DI QUATTRO DONNE. LO SCENARIO E' QUELLO DI UN TUMULTUOSO COLPO DI STATO NELL'IRAN DEGLI ANNI CINQUANTA
I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’
Dalla 66. Mostra del Cinema di Venezia - LEONE D'ARGENTO per la 'MIGLIOR REGIA' - Dal 12 MARZO
"'Women without Men' descrive un momento fondamentale dell'estate del 1953, quando le speranze di una nazione furono soffocate dalle potenze straniere con un tragico golpe che portò alla Rivoluzione Islamica del 1979. A trent'anni di distanza, mentre vediamo giovani uomini e donne protestare nelle strade dell'Iran nonostante una spietata e brutale repressione, ci rendiamo conto, ancora una volta, che la lotta è viva e vegeta. Posso solo sperare che 'Women Without Men', un film in linea con la mia impostazione artistica globale e nomade, offra un piccolo contributo al vasto racconto della storia contemporanea dell'Iran, ricordandoci la voce di una nazione che fu messa a tacere nel 1953 da poteri interni ed esterni e che è tornata a levarsi con un tono assordante".
La regista e co-sceneggiatrice Shirin Neshat
(Zanan bedoone mardan/Women without Men GERMANIA/AUSTRIA/FRANCIA 2009; drammatico; 96'; Produz.: Essential Filmproduktion/Coop99/Parisienne de Production; Distribuz.: BIM)
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Titolo in italiano: Donne senza uomini
Titolo in lingua originale:
Women without Men
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Shirin Neshat
Sceneggiatura:
Shirin Neshat e Shoja Azari
Soggetto: WOMEN WITHOUT MEN è tratto da Donne senza uomini, romanzo realista e magico di Shahrnush Parsipur, ed è il primo lungometraggio dell'artista iraniana Shirin Neshat.
Cast: Pegah Ferydoni Arita Shahrzad Shabnam Tolouei Orsi Toth
Musica: Ryuichi Sakamoto; Abbas Bakhtiari (musica persiana)
Costumi: Thomas Olah
Scenografia: Katharina Wöppermann
Fotografia: Martin Gschlacht
Montaggio: George Cragg e Julia Wiedwald
Makeup: Heiko Schmidt e Mina Ghoraishi
Casting: Lisa Olah e Markus Scleinzer
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Iran, 1953. Sullo sfondo tumultuoso del colpo di stato appoggiato dalla CIA, i destini di quattro donne confluiscono in uno splendido giardino di campagna dove trovano indipendenza, conforto e amicizia. L'acclamata video artista Shirin Neshat esordisce nella regia cinematografica filmando in modo elegante e incisivo una penetrante riflessione su un momento cruciale della storia del suo paese che ha condotto direttamente alla rivoluzione islamica e all'Iran che conosciamo oggi.
IN DETTAGLIO:
Il film narra la storia delle vite intrecciate di quattro donne iraniane nell'estate del 1953, un periodo catastrofico nella storia iraniana, quando un colpo di stato guidato dagli americani e appoggiato dagli inglesi depose il Primo Ministro democraticamente eletto, Mohammad Mossadegh, e restaurò lo Shah al potere.
Nell'arco di alcuni giorni, quattro donne appartenenti a classi diverse della società iraniana si ritrovano insieme sullo sfondo dei tumulti politici e sociali. Fakhri, una donna di mezza età intrappolata in un matrimonio senza amore, deve fare i conti con i sentimenti che prova nei confronti di una vecchia fiamma che, di ritorno dall'America, è rientrata nella sua vita. Zarin, una giovane prostituta, cerca di fuggire quando si rende tragicamente conto che non riesce più a vedere i volti degli uomini. Munis, una giovane donna con una coscienza politica, deve resistere all'isolamento che le impone il fratello religioso tradizionalista, mentre l'amica Faezeh resta incurante dei disordini nelle strade e sogna soltanto di sposare il dispotico fratello di Munis.
Mentre i tumulti politici crescono nelle strade di Teheran, ognuna delle donne riesce a liberarsi dai propri vincoli. Munis partecipa attivamente alla lotta politica andando incontro alla propria morte. Fakhri spezza le catene del suo stagnante matrimonio, lasciando il marito e acquistando un mistico frutteto nei dintorni della città . Faezeh viene accompagnata nel giardino da Munis e lì affronta la sua ritrovata consapevolezza, mentre Zarin trova sollievo nella sua comunione con la terra. Ma è solo una questione di tempo prima che il mondo fuori dalle mura del giardino penetri nelle vite delle quattro donne, mentre la storia del loro paese prende un tragico corso.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Un universo di simboli il cui centro diviene la figura femminile, che dal giardino ha origine e dal quale assume linfa e rinascita. Un elemento naturale che nel deserto fiorisce di vita o diviene culla sterile di esilio, assecondando i ritmi di una rivoluzione in divenire e che si nutre dei contrasti intestini nazionali. Con un delicato tocco fotografico, Shirin Neshat coglie e cattura con inquadrature che sono veri e propri ritratti, dipinti, cammei di cultura e paesaggio interiorizzati che nell’ampio uso di campi lunghi, panoramiche, soggettive e di riprese a trecentosessanta gradi, definisce e segue il cammino delle quattro protagoniste le cui storie di intrecciano nella vita del giardino. Munis, la ragazza che si interessa di politica, attivista silenziosa e partecipe, impedita dalla figura ombra del fratello che impone la sua presenza relegandola in una casa che è esilio per lei e per il suo pensiero; Fazeh, donna tipicamente |
devota, religiosa, tradizionalista, innamorata che sogna di accasarsi e coronare il suo sogno; Fakhiri, moglie di un generale, non amata e relegata a figura da mostrare nelle numerose feste e ricevimenti; Zarin, prostituta distrutta nel fisico e nella psiche; donne sole e abusate per le quali la presenza maschile è repressione e scelta di chiusura, impedimento e mancanza di una libertà a cui esse contrappongono l’esilio della tenuta che è a metà fra rinascita e fine assoluta. Il cammino per arrivare è sterrato, e l’erba cresce verde intorno ad un ruscello di acqua fresca che si apre verso una porta nella roccia, via per la casa chiusa e protetta e insieme sterminata distesa di alberi. Terra di ricordi per Fakhiri che costruisce il suo microcosmo nella tenuta di famiglia sotto lo sguardo misterioso del custode, sola figura maschile atemporale e presente che pare essere spettatore sereno e sensibile della vita |
delle tre donne assistendole nel loro passaggio al giardino. Quattro donne che per un brevissimo momento saranno capaci di vivere secondo il proprio desiderio di pace e di piacere per ciò che sono, per ciò che sentono: Munis partecipe delle azioni rivoluzionarie e di protesta durante il golpe del ’53, Fazeh e Fakhiri inserite nella realtà di casa in cui realizzare se stesse, Zarin finalmente libera dagli abusi si abbandona alla terra, agli elementi e diviene voce silenziosa della battaglia interiore di sé, specchio di quella combattuta al di fuori delle mura. Un linguaggio che presenta un circolo ciclico di vite e di passaggio attraverso uno sguardo atemporale in cui la compostezza e la sensibilità passa oltre le epoche e il dato storico di riferimento, e con la delicatezza di una scelta che non porta alla denuncia ma tratteggia la composizione lenta e cadenzata di un dipinto fotografico, attraverso |
dettagli onirici, fortemente visionari giocati sul rapporto dei contrasti: di colore bianco e azzurro, o il verde e marrone scuro dei boschi che serrano il giardino, i cui ritmi passano dalla rinascita alla definitiva caduta di un idillio di speranza che resta senza espressione.
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Bibliografia:
Sito ufficiale: "www.donnesenzauomini.it"
Links:
• DONNE SENZA UOMINI - INTERVISTA (ROUND TABLE) alla regista SHIRIN NESHAT (Interviste)
Galleria Fotografica:
1
Donne senza uomini - trailer.flv
Donne senza uomini - clip 'Il Matrimonio'.flv
Donne senza uomini - clip 'Iran Libero!'.flv
Donne senza uomini - clip 'Zarin'.flv
Donne senza uomini - intervista alla regista Shirin Neshat.flv
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