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    ECCO UN'ALTRA STORIA DI ORDINARIA FOLLIA DI MARCA NAZISTA, IN UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO DELLA GERMANIA DEL 1944

    I piÚ votati!!! Il n° 10 nella Top 20 di CelluloidPortraits 2017 - Dal 57. Festival del Cinema di Berlino

    (Die Fälscher AUSTRIA/GERMANIA 2007; drammatico di guerra; 98'; Produz.: Babelsberg Film GmbH/Beta Cinema/Josef Aichholzer Filmproduktion/Magnolia Filmproduktion/Studio Babelsberg Motion Pictures GmbH/Zweites Deutsches Fernsehen-ZDF); Distribuz.: Lady Film)

    Locandina italiana Il falsario-Operazione Bernhard

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il falsario-Operazione Bernhard

    Titolo in lingua originale: Die Fälscher (The Counterfeiters)

    Anno di produzione: 2007

    Anno di uscita: 2007

    Regia: Stefan Ruzowitzky

    Sceneggiatura: Stefan Ruzowitzky

    Soggetto: Dal romanzo del falsario scampato ai campi di concentramento Adolf Burger, The Devil's Workshop (L'officina del diavolo).

    Cast: Karl Makovics (Salomon Sorowitsch)
    August Diehl (Adolf Burger)
    Devid Striesow (SturmbannfĂźhrer Holst)
    August Zirner (Dr. Klinger)
    Veit StĂźbner (Atze)
    Sebastian Urzendowsky (Kolya Karloff)
    Andreas Schmidt (Zilinski)
    Tilo PrĂźckner (Dr. Viktor Hahn)
    Lenn Kudrjawizki (Loszek)

    Musica: Marius Ruhland

    Costumi: Nicole Fischnaller

    Scenografia: Isidor Wimmer

    Fotografia: Benedict Neuenfels

    Scheda film aggiornata al: 20 Luglio 2017

    Sinossi:

    "La vera storia di Salomon Sorowitsch, falsario straordinario e bohémien…
    Dopo essere stato intercettato in un campo di concentramento in Germania nel 1944, accetta di aiutare i nazisti in un’operazione di contraffazione organizzata per finanziare lo sforzo bellico.
    Fu il piĂš grande imbroglio di denaro contraffatto di tutti i tempi.
    Furono stampate oltre 130 milioni di sterline, in condizioni che non avrebbero potuto essere piĂš tragiche o spettacolari.
    Durante gli ultimi anni della guerra, quando il Reich ormai vede la fine vicina, le autorità decidono di produrre delle banconote nelle divise dei loro maggiori nemici di guerra. Sperano di usare i falsi per inondare l’economia nemica e riempire le casse di guerra ormai vuote.
    Nel campo di concentramento Sachsenhausen, due baracche vengono tenute separate dal resto del campo e dal mondo esterno, e trasformate in un attrezzatissimo laboratorio di contraffazione. Nasce così 'l’Operazione Bernhard'. Dei prigionieri vengono trasferiti a Sachsenhausen da altri campi per realizzare il piano: tipografi professionisti, pignoli funzionari bancari e semplici artigiani diventano membri di un commando top-secret.
    Hanno una scelta: se collaborano con il nemico, hanno una possibilità di sopravvivenza, come prigionieri di prima classe in una “gabbia dorata”, con cibo a sufficienza da mangiare e un letto in cui dormire. Se sabotano l’operazione, li attende morte certa.
    Per i 'falsari', non è solo questione di salvare le proprie vite, ma anche le proprie coscienze…".

    Dal >Press-Book< de Il falsario-Operazione Bernhard

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    PRELIMINARIA:

    STORIA DELL''OPERAZIONE BERNHARD' TRA VERITA' E LEGGENDA

    Una baracca con un tavolo da ping-pong, riviste e operette da cabaret come musica di sottofondo – i dettagli sono troppo grotteschi per essere stati pensati da uno sceneggiatore. Queste sono scene vere dal laboratorio dei “falsari” al campo di concentramento Sachsenhausen.
    IL FALSARIO-OPERAZIONE BERNHARD narra la storia di questo laboratorio e dell’”Operazione Bernhard” che gli ha dato vita.
    L’operazione fu lanciata nel 1942 e seguì un piano segreto escogitato dai nazisti sotto la guida dell’allora ispettore Bernhard Krüger, specializzato in contraffazione.
    L’obiettivo dell’operazione era di produrre sterline inglesi e dollari americani falsi per indebolire le economie di quei paesi nemici. Si ritiene anche che i nazisti volessero compiere grandi transazioni finanziarie con quei soldi, come l’acquisto di materiali di guerra, ma gli storici contestano questa teoria.
    I nazisti presero dai campi di concentramento gli operai per il loro progetto.
    Specialisti imprigionati – stampatori professionisti, grafici, tipografi,

    tutti ebrei, buoni cittadini e lavoratori onesti – furono portati a Sachsenhausen per eseguire il piano.
    Produrre denaro contraffatto era l’attività principale della “Gabbia dorata”, come i detenuti chiamavano la loro divisione, ma furono anche prodotti documenti e passaporti per i Servizi Segreti.
    In tutto 134 milioni di sterline furono prodotte a Sachsenhausen, tre volte il fondo monetario della Gran Bretagna. Tra il 1942 e il 1945 furono 140 i prigionieri impegnati nella produzione di banconote da 5, 10, 20 e 50 sterline. Le banconote false dell’”Operazione Bernhard” erano così perfette che era quasi impossibile distinguerle da quelle autentiche.
    Divisi dai prigionieri “normali”, i detenuti dei Blocchi 18 e 19 avevano condizioni di vita decisamente migliori del resto di Sachsenhausen e anche di tutti gli altri campi di concentramento. Mangiavano bene e ognuno aveva un letto su cui dormire; il Kommandant diede loro un tavolo da ping-pong e ogni tanto organizzava

    delle feste per sollevare loro il morale. Anche se non dovevano indossare le divise dei prigionieri, sapevano che i vestiti che portavano erano appartenuti ai detenuti morti nelle camere a gas. E la minaccia di morte era sempre presente se il loro lavoro non risultava all’altezza o veniva sabotato. Molti di loro sospettavano che essere a conoscenza di questa operazione top-secret li avesse comunque destinati alla morte, e che una volta compiuta l’operazione sarebbero stati eliminati.
    Così contraffacevano denaro sotto costante paura della morte, tentavano di escogitare sempre nuove strategie per rallentare la produzione e creare più scarti possibili per guadagnare tempo – anche se erano consci di non poter sabotare il procedimento all’infinito senza rischiare le proprie vite.
    Appena i prigionieri riuscirono a produrre sterline inglesi perfette, venne loro ordinato di contraffare dollari americani.
    Nel 1944 per sostenere il “gruppo dei dollari”, Krüger portò al laboratorio un nuovo prigioniero, Salomon Smolianoff,

    noto come “Sally”, il più famoso falsario d’arte e denaro dell’epoca, un vero artista ebreo-russo.
    È stato lui a ispirare il protagonista de IL FALSARIO - OPERAZIONE BERNHARD, Salomon Sorowitsch.
    Come Sorowitsch, anche Smolianoff finÏ in prigione prima che scoppiasse la guerra perchÊ lasciò che una bella donna lo trattenesse a Berlino una notte di troppo.
    E proprio come è il Kommandant del campo, Friedrich Herzog ad arrestare Sorowitsch, nella realtà fu Berhard Krüger a mettere il “vero Sorowitsch” dietro le sbarre.
    Smolianoff fu mandato al campo di concentramento di Mauthausen nel 1939, e si rese utile con le guardie S.S. come ritrattista e artista.
    Nel 1944 fu trasferito al laboratorio di contraffazione di Sachsenhausen e arrivò “con un po’ di pancetta”, come ricorda un altro protagonista, Adolf Burger.
    Ma l’anno finì senza che Smolianoff avesse prodotto un solo dollaro utilizzabile. Il gruppo riuscì a rallentare l’arduo procedimento di stampa per vari

    mesi. Smolianoff non prese parte alle azioni di sabotaggio come gli altri membri del gruppo; il maestro falsario lavorò duramente e dimostrò le sue abilità. Ma i suoi colleghi volevano ritardare la produzione il più possibile e rovinavano deliberatamente la gelatina necessaria per la stampa. Tuttavia, non fu possibile continuare a farlo all’infinito, e alla fine, riuscirono a produrre i primi dollari perfetti. I falsari, tuttavia, avevano ottenuto il loro scopo: gli Alleati stavano per arrivare, e i tedeschi non poterono più produrre grandi quantità di denaro falso.

    LA FINE DELL’ “OPERAZIONE BERNHARD"

    Ne IL FALSARIO - OPERAZIONE BERNHARD Sorowitsch e i suoi compagni di prigionia vengono liberati da Sachsenhausen. In realtà, i blocchi per la contraffazione vennero smantellati quando crollò il fronte orientale - all’inizio del 1945 - e i russi attraversarono l’Oder dirigendosi verso Berlino.
    I prigionieri e il loro laboratorio furono spostati nelle Alpi e infine trasferiti al campo

    di concentramento di Ebensee a Salzkammergut, in Austria, dove i prigionieri furono liberati dall’esercito americano.
    L’arrivo delle forze alleate impedì ai nazisti di trovare un posto sicuro per nascondere il denaro contraffatto. Gli uomini delle S.S. nel maggio 1945 si videro costretti a gettare nel lago Toplitz molte casse contenenti sterline inglesi false.
    Del maestro falsario Smolianoff dopo la sua liberazione, si perse ogni traccia.
    Si dice che arrivò a Montecarlo poco dopo la guerra, e che perse molti soldi al Casinò. Fu ben presto inserito nelle liste dei ricercati internazionali come falsario, ma si crede abbia anche contraffatto documenti di emigrazione per gli ebrei che tentavano di recarsi in Palestina.
    Smolianoff morì in Argentina negli anni ’60.
    Si ritiene che abbia passato gli ultimi anni della sua vita “riscoprendo” i dipinti degli antichi maestri.

    LE FONTI DELLA SCENEGGIATURA: LE ESPERIENZE DEL TESTIMONE ADOLF BURGER

    Adolf Burger, uno stampatore professionista del villaggio slovacco VelkĂĄ

    Lominca (in tedesco: Grosslomnitz), fu arrestato per ragioni politiche assieme a sua moglie e internato nel 1942. La sua giovane consorte fu uccisa ad Auschwitz-Birkenau, e lui fu mandato dopo un anno e mezzo al campo di concentramento di Sachsenhausen con altri “specialisti” per mettere su il laboratorio segreto dei nazisti.
    Il 5 maggio 1945 fu liberato dalle truppe americane in un sub-campo del campo di concentramento di Ebensee. Tornò in Cecoslovacchia, dove riprese il suo lavoro di stampatore. Le sue memorie sono raccolte nel libro “The Devil’s Workshop. The Counterfeit Money Workshop of the Sachsenhausen Concentration Camp" (Hentrich & Hentrich, Berlino, 2006). Divenne la sua missione spargere i ricordi delle sue esperienze di quel periodo.
    Oggi novantenne, Burger continua a viaggiare instancabilmente, a tenere seminari e a parlare nelle scuole per raccontare ai giovani la sua vita e fornire informazioni su cosa accadde veramente all’epoca.

    LEGGENDE CHE CIRCONDANO "IL TESORO

    NEL LAGO TOPLITZ" – DOVE SI TROVA IL DENARO CONTRAFFATTO DELL’"OPERAZIONE BERNHARD"

    Con il titolo “Geld wie Heu” (Tonnellate di soldi), la rivista “Stern” diede nel 1959, notizia di un ritrovamento sensazionale nel lago Toplitz in Styria (Salzkammergut, Austria) di sterline inglesi false.
    Furono rinvenute nove casse di denaro falso, insieme agli archivi segreti delle S.S.
    Una volta che “Stern” riportò la notizia delle casse di denaro contraffatto, si alzarono sempre più voci riguardo le riserve d’oro e d’oggetti d’arte rubati dal Terzo Reich, che si diceva fossero stati mandati a fondo del lago Toplitz. Le persone del posto ricordano come i soldati li costrinsero a portarli con le loro barche sul lago alla fine della guerra, e ricordano anche le misteriose casse calate in acqua.
    Sorse quindi la leggenda dell’oro sommerso, e il lago divenne la mecca dei cercatori di tesori di tutto il mondo.
    Il lago Toplitz è lungo circa

    due chilometri e profondo 103 metri, e ad una profondità di 20 metri, la sua acqua non contiene più ossigeno. Molti tronchi d’albero che vennero gettati nel lago e non marcirono, resero il lavoro dei sommozzatori difficile e pericoloso.
    Molti cercatori di tesori, tuttavia, hanno tentato la fortuna. Ma nel 1963, dopo misteriosi incidenti e la morte di un giovane sub durante una ricerca non autorizzata, le autorità austriache emisero un divieto contro le immersioni nel lago Toplitz. Per poter mettere fine una volta per tutte alle immersioni pericolose e al mito dell’oro nazista, il ministero degli interni austriaco lanciò un’enorme ricerca. Fino agli anni ’80, i sommozzatori dell’esercito austriaco e la squadra degli artificieri rinvenne non solo altre casse piene di denaro falso e lastre da stampa, ma anche una notevole quantità di materiale bellico nazista. Con le bombe, i razzi, le mine, gli esplosivi e altre armi che

    vi trovarono, il lago divenne noto come “la discarica del Terzo Reich”.

    Dal >Press-Book< de Il falsario-Operazione Bernhard

    COMMENTO CRTICO - FLASH MOVIE:

    ’IL FALSARIO-OPERAZIONE BERNHARD’ NON E’ CERTO UN FILM DAL RESPIRO PROFONDO E, PUR NEL DRAMMA, ACCATTIVANTE, COME AD ESEMPIO ‘SCHINDLER’S LIST’ DI STEVEN SPIELBERG. E, A FARE DA INTERPRETE PROTRAGONISTA NON C’E’ UN LIAM NEESON, COSI’ COME MANCA, PER CONTRALTARE, UNA ‘NEMESI’ DEL CALIBRO DI RALPH FIENNES. IL RESPIRO DE ‘IL FALSARIO’ E’ BEN PIU’ CIRCOSCRITTO E DISCRETO, MA PER SCELTA, NON PER LIMITE. SI TRATTA DI UNA STORIA PARTICOLARE, POCO CONOSCIUTA, E NON PER QUESTO MENO IMPORTANTE. ANZI, L’OPERAZIONE BERNHARD’ HA RAPPRESENTATO UNA LINEA INNERVANTE, ALIMENTATRICE DELLA FORZA NAZISTA IN PIENA GUERRA, DISPERATAMENTE VOLUTA DAL ‘TERZO REICH’ PER SVENTARE IL SUO CROLLO, GIA’ VISIBILE ALL’ORIZZONTE. QUELLA STESSA OPERAZIONE CHE POI, HA INVECE FINITO PER CONTRIBUIRE ALLA CONCRETIZZAZIONE DI QUEL CROLLO, GRAZIE ALL’EROISMO IDEALISTA DI UN GIOVANE E ALLE

    DOTI DI SCALTREZZA E IMPAREGGIABILI SENSO DELL’ONORE E ALTRUISMO UMANITARIO DEL PROTAGONISTA SALOMON SOROWITSCH (KARL MARKOVICS). PER ‘IL FALSARIO’, IL REGISTA VIENNESE STEFAN RUZOWITZKY HA DUNQUE OPTATO PER UNA CIFRA STILISTICA PER COSI’ DIRE, DI ‘ORDINARIA QUOTIDIANITA’’, PREFERENDO ADDENTRARSI CON LA CALMA DELLA RIFLESSIONE SENZA PROTAGONISMI DI SPICCO, ALL’INTERNO DELLE DINAMICHE OPERATIVE DI QUESTA ‘OPERAZIONE SPECIALE’, PER SVELARE SENZA TROPPI SCOSSONI EMOTIVI - EPPURE NON MANCANO SEQUENZE DA RACCAPRICCIO TIPICHE DELLA FOLLIA DI MARCA NAZISTA - LA VERA ANIMA DEL FILM: QUELLA CONSUMAZIONE INTERIORE, SPECCHIO DI UN LACERANTE CONFLITTO DI COSCIENZA, ANCH’ESSO PER LO PIU’ RAPPRESO INTERNAMENTE, SENZA TROPPE ESTERNAZIONI PLATEALI. ANCHE PERCHE’ ESTERNARE TROPPO ERA UN LUSSO CHE ALL’EPOCA NON CI SI POTEVA CONCEDERE TROPPO FACILMENTE. E’ TRAGICAMENTE BUFFO QUANTO SPESSO NELLA VITA, IN MANIERA DETERMINANTE IN QUEI FRANGENTI, SIA DI FOCALE IMPORTANZA DA QUALE PARTE DEL MURO CI SI TROVI, PER SOPRAVVIVERE. MA IL PUNTO E’ STATO QUELLO

    DI CERCARE DI SOPRAVVIVERE CONSERVANDO INTEGRITA’ MORALE E UMANITA’ NEL SENSO VERO DEL TERMINE. ‘IL FALSARIO’ METTE IN LUCE QUESTO CRUDELE DILEMMA PER LASCIAR INTRAVEDERE QUANTO POTEVA ESSERE DIFFICILE CONVIVERE, IN NOME DI UNA PERSONALE SOPRAVVIVENZA PERALTRO MOLTO SOTTO LE RIGHE, FARE OCCHI E ORECCHI DA MERCANTE SULLE ATROCI MORTI DEI COMPAGNI CONSUMATE QUOTIDIANAMENTE AD APPENA POCHI PASSI DI DISTANZA, SAPENDO CHE IL LAVORO DI CONTRAFFAZIONE ERA PARADOSSALMENTE FINALIZZATO A RINFORZARE IL PERSEVERARE DI QUEI CRIMINI. PER QUEI ‘FALSARI’ NON SI E’ TRATTATO DI SALVARE LE PROPRIE VITE, MA ANCHE LE PROPRIE COSCIENZE…!.

    Links:

    • August Diehl

    • INTERVISTA CON STEFAN RUZOWITZKY PER 'IL FALSARIO-OPERAZIONE BERNHARD' (Interviste)

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