HACHIKO - IL TUO MIGLIORE AMICO: UN NUOVO DRAMMA PER RICHARD GERE E JOAN ALLEN. MA QUESTA VOLTA IL PROTAGONISTA E' UN CANE DI RAZZA AKITA. IL RIADATTAMENTO AMERICANO DI UNA STORIA ENTRATA A FAR PARTE DEL FOLKLORE GIAPPONESE FIN DAI PRIMI ANNI TRENTA
RITORNO AL CINEMA SOLO PER UN GIORNO: il 13 Dicembre 2022 - Dal IV. Roma Film Fest - In DVD, DVD + Libro e in BLU-RAY: Dal 5 MAGGIO 2010
"E’ una piccola storia. La vera sfida che pone è quella di riuscire a non cadere nel sentimentalismo. Richard tende a definirla una favola, ma io la vedo più come una storia dolceamara. Un genere con il quale mi sento a mio agio. Per me è il modo più fedele di descrivere il mondo, pieno di drammi e nello stesso tempo comico".
Il regista Lasse Hallström
"Quando l’ho letto una seconda volta mi sono commosso di nuovo. Credo che in questo film vi sia qualcosa di fortemente simbolico e misterioso, pur essendo solo la storia di un cane che aspetta. C’è qualcosa nella nostra sensibilità che ci fa emozionare di fronte a questa vicenda. Quel senso di lealtà , quel ‘ci sarò sempre per te’. È una cosa molto profonda".
L'attore Richard Gere
(Hachiko: A Dog's Story USA 2008; drammatico; 93'; Produz.: Inferno Distribution/Shochiku Kinema Kenkyû-jo; Distribuz.: Lucky Red)
HACHI, PIU' CHE UN NOME UNO SPICCHIO DI INFINITO CHE COLLEGA IL CIELO ALLA TERRA:
Cary-Hiroyuki Tagawa (Ken) comprende pienamente la dedizione di Hachi e dice “Metaforicamente, aspetto l’umanità alla stazione dei treni. Attendo con ansia il risveglio del pianetaâ€. In una scena densa di significato, il personaggio di Tagawa, Ken, scopre il numero otto inciso sul collare del cucciolo akita. Ken (Tagawa) dice a Parker (Gere) che la parola giapponese per dire otto è “hachi†e che in Giappone questa parola ha il significato simbolico di mettere in collegamento “il piano materiale e quello spiritualeâ€, si traduce come “raggiungere in alto il cielo toccando in basso la terraâ€. E’ anche il simbolo dell’infinito, che traccia una forma che fluisce senza fine e nella quale è impossibile distinguere l’inizio dalla fine; ecco a cosa somiglia la devozione di Hachiko. L’esempio di amore che dà questo cane parte dal cielo e arriva sulla terra.
Cast: Richard Gere (Prof. Parker Wilson) Joan Allen (Cate Wilson) Sarah Roemer (Andy) Jason Alexander (Carl) Cary-Hiroyuki Tagawa (Ken) Erick Avari (Jasjeet) Davenia McFadden (Mary Anne) Robbie Collier - Sublett (Michael) Kevin DeCoste (Ronnie) Desiree April Connolly (pendolare del treno) Robert Capron (Studente) Tora Hallstrom (Heather) Gloria Crist (Pendolare)
Musica: Liz A. P. Kaczmarek (Liz Gallacher, supervisore alle musiche)
Costumi: Deborah Newhall
Scenografia: Chad Detwiller
Fotografia: Ron Fortunato
Montaggio: Kristina Boden
Casting: Rick Montgomery
Scheda film aggiornata al:
14 Dicembre 2022
Sinossi:
IN BREVE:
E' la storia di Hachi, un cane di razza Akita, e dell’amicizia speciale con il suo padrone. Ogni giorno Hachi accompagna il professor Parker (Richard Gere) alla stazione e lo aspetta al suo ritorno per dargli il benvenuto.
IN ALTRE PAROLE:
Hachiko, A Dog's Story, emozionante riadattamento americano di un famoso racconto giapponese ispirato a una vicenda vera, è la storia di Hachi, un cane di razza Akita, e dell'amicizia speciale con il suo padrone. Ogni giorno Hachi accompagna il professor Parker (Richard Gere) alla stazione e lo aspetta al suo ritorno per dargli il benvenuto. L'emozionante e complessa natura di ciò che accade quando questa routine viene bruscamente interrotta rende la storia di Hachi una favola per tutte le età . L'assoluta dedizione di un cane nei confronti del suo padrone ci mostra lo straordinario potere dei sentimenti e come anche il più semplice fra i gesti possa diventare la più grande manifestazione di affetto mai ricevuta. Lasse Hallstrom e Richard Gere hanno già girato assieme il film The Hoax- l'imbroglio presentato al primo Festival di Roma.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
UNA STORIA SPIRITUALE DI ASCENDENZA BUDDISTA, CUI RICHARD GERE ADERISCE COME LA CILIEGINA SULLA TORTA, RIUSCENDO A FARCI DIMENTICARE LA SUA ‘FORZATA’ PERFORMANCE IN ‘AMELIA’, PARALLELA A QUESTA. IN ‘HACHIKO’ AL CONTRARIO, GERE HA TROVATO IL SUO HABITAT NATURALE, SEMPLICE E NOBILE AL PUNTO DA RIUSCIRE A CONDIVIDERE, IN UNA SORTA DI OSMOSI, IL PROTAGONISMO ASSOLUTO DI TUTTI GLI HACHI, I CANI DI RAZZA AKITA CHE HANNO INTERPRETATO LE VARIE ETA’ DELL’ANIMALE RIEVOCATO DALLE REMOTE MEMORIE DEGLI ANNI TRENTA NEL LONTANO GIAPPONE. MA GERE HA SERVITO EGREGIAMENTE QUESTA PICCOLA STORIA FACENDOSI ANCHE MOLTO SPESSO DA PARTE PER CEDERE INDIMENTICABILI PRIMISSIMI PIANI AI SUOI VARI, IRRESISTIBILI HACHI, EMBLEMA DI UN GENERE DI FEDELTA’ E DI INCONDIZIONATO AMORE, INIMMAGINABILI PER L’ESSERE UMANO. PROTAGONISMO ASSOLUTO CHE PER LO SPETTATORE SI TRADUCE IN AMORE A PRIMA VISTA FIN DALLE PRIME SEQUENZE, RIMARCATO A DOVERE DAL REGISTA HALLSTRÖM NELLE SOGGETTIVE MULTIPLE DEL CANE IN
UN BIANCO E NERO ‘SGRANATO’ E SOFFUSO. NON ULTIMO POI, TRA I PREGI DI QUESTO RACCONTO INTIMISTA, LA RIAFFERMAZIONE DI VALORI ANTICHI CHE SI SONO PERDUTI NELLA NOTTE DEI TEMPI: PER LA STRADA DEGLI SVARIATI TRISTI CAPITOLI SCRITTI AI NOSTRI GIORNI CON L’EGOISMO, L’ISOLAMENTO E IL CINISMO CHE CI CONTRADDISTINGUONO. COSI’, UN’UMILE STORIA COME QUESTA, CHE NON HA NULLA DI TRASCENDENTALE E CHE SCARTA DEL TUTTO DAGLI EFFETTI SPECIALI, SI CARICA DI UN VALORE CHE VA BEN OLTRE LA FRANGIA NATALIZIA
Se la critica non si è sperticata in apprezzamenti di particolare rilievo per questo Hachiko – Il tuo migliore amico diretto dallo svedese Lasse Hallström una ragione c’è: non l’ha capito. Mi direte: ‘che cosa c’è da capire in una storia così piccola, semplice e lineare da esser scambiata per un film da ragazzi o, nella migliore delle ipotesi, per famiglie’? C’è molto, a chi sa cercare e sa
capire a fondo l’anima di Hachiko, quel cane che, nella realtà , ha ben meritato il monumento con la statua in bronzo nella piazza della stazione Shibuya di Tokyo in Giappone, monumento che verrebbe la voglia di visitare per potersi inchinare di fronte ad una nobiltà d’animo che l’essere umano può solo sognarsi. E come tutti ben sanno, la spiritualità buddista non esclude di certo gli animali, anzi, ne fa un pilastro tutt’altro che secondario nel progetto cosmico divino che unisce il cielo alla terra: spiritualità che nella professione di Fede cristiana può trovare un pallido ma affine riflesso solo con San Francesco di Assisi. Senza questo codice che viene offerto allo spettatore agli albori di questa piccola storia, non esiste una chiave di accesso che ci faccia arrivare al cuore dei protagonisti e della vicenda. Se invece ci si appropria di questo codice ci accorge presto che non siamo catturati
solo dalla comune tenerezza sollecitata da un cane - fermo restando che il primo incontro tra il piccolo Hachi e lo spettatore è amore a prima vista, ve lo posso assicurare - non siamo assorbiti da un racconto che in apparenza potrebbe esser superficialmente liquidato come romanticamente strappalacrime, ma ci riscopriamo sorpresi di come, senza il ricorso ad artificio alcuno, Hallström abbia compiuto con la macchina da presa un piccolo miracolo: si è pazientemente adoperato in ogni modo possibile - e le innumerevoli soggettive nel bianco e nero sfumato e sgranato non sono che uno - per riuscire a filmare la ‘spiritualità ’ dell’animale, o meglio, di tutti i cani akita che qui sono stati chiamati in causa per interpretare il mitico personaggio Hachi. Un personaggio con una sua morale, oseremmo dire, una sua Fede e dei valori di vita personali, così ferrei e preziosi da costituire un’eredità per le
future generazioni: è difatti il nipote del professor Parker Wilson (Gere), il proprietario del cane, a raccogliere e trasmettere ai compagni di classe quella indimenticabile lezione.
osmosi con questi cani akita, cui cede peraltro volentieri il passo, pur ben sapendo di competere con chi, senza proferire parola alcuna, è perfettamente in grado di rubargli la scena. Vederli insieme, cane e padrone, due amici per la pelle, attraverso la lente della macchina da presa di Hallstrom, volutamente ruffiana nel mostrare l’intima natura del loro rapporto, è pura poesia.
volta venuti a conoscenza della sua scelta di vita in stazione nell’attesa di potersi ricongiungere, in un modo o nell’altro, con chi, fin da piccolo, aveva scelto per amico. L’incanto spirituale sul finale è tanto prevedibile quanto sfumato nel modo più opportuno nella mente e nell’anima del nostro ormai canuto protagonista canino.
RICHARD GERE (Prof. Parker Wilson) Il suo è un personaggio 'predestinato':
"... è un ’predestinato’. Il rapporto che ha con il cane è basato su un legame totalmente irrazionale. Parker è tanto leale con Hachiko quanto il cane lo è con lui".
CARY-HIROYUKI TAGAWA (Ken, il miglior amico e collega di Parker all’università ) GERE è l'interprete ideale per Parker:
"... (per) il suo amore per gli animali e la natura, e soprattutto a causa del suo legame con il buddhismo tibetano e la sua ricerca di pace, quel genere di cose che per i giapponesi sono molto importanti".
"Quando ho letto la sceneggiatura ho sentito immediatamente la forza del messaggio che avrebbe potuto trasmettere ad un’enorme massa di persone, un messaggio di lealtà , impegno e di amore incondizionato".
Bibliografia:
Ogni scena è stata documentata con una spiegazione di come gli addestratori abbiano ottenuto dagli animali ciascun comportamento, e poi è stata messa sul sito web www.americanhumane.org.
La AHA (American Human Association) ha certificato che “Nessun animale ha subito maltrattamenti per la realizzazione di questo filmâ€.