ARCHIVIO HOME PAGE

SPECIALI

FLASH NEWS

  • • Ultime News
  • • Archivio News
  • ANTEPRIME

    RITRATTI IN CELLULOIDE

    MOVIES & DVD

  • • In programmazione
  • • Di prossima uscita
  • • New Entry
  • • Archivio
  • • Blu-ray & Dvd
  • CINEMA & PITTURA

    CINESPIGOLATURE

    EVENTI

    TOP 20

  • • Films
  • • Attrici
  • • Attori
  • • Registi
  • LA REDAZIONE

    • Registi

    • Attori

    • Attrici

    • Personaggi

    • L'Intervista

    • Dietro le quinte

    Mission: Impossible - The Final Reckoning

    78. Cannes (13-24 Maggio 2025) - Fuori Concorso - Dal 22 Maggio ..

    La trama fenicia

    78. Cannes (13-24 Maggio 2025) - CONCORSO - Wes Anderson (Asteroid City, The French Dispatch) ..

    Eddington

    78. Cannes (13-24 Maggio 2025) - CONCORSO - - Il regista e sceneggiatore Ari ..

    Eleanor the Great

    78. Cannes (13-24 Maggio 2025) - Un Certain Regard - Anche Scarlett Johansson si cimenta ..

    Home Page > Ritratti in Celluloide > L'intervista > MARIA - INTERVISTA all'attrice ANGELINA JOLIE

    L'INTERVISTA

    MARIA - INTERVISTA all'attrice ANGELINA JOLIE

    29/12/2024 - MARIA - INTERVISTA all'attrice ANGELINA JOLIE

    Perché ha voluto recitare il ruolo di Maria Callas?

    "Ho incontrato Pablo Larraín molti anni fa. Gli ho espresso la mia stima e il mio desiderio di poter lavorare con lui, prima o poi. Quando mi ha contattato per Maria, ho apprezzato la serietà del casting. Pablo sceglie sempre attori che siano adatti al ruolo e che sappiano bene cosa fare. Inoltre, sono una grande ammiratrice del lavoro di Steven Knight: ha scritto un copione originale, dalla struttura insolita. Insieme a Pablo ha compiuto scelte coraggiose riguardo la narrazione, scelte che rivelano un grande talento. Ero contenta di avere a che fare con un filmmaker serio che volesse lavorare seriamente, che si aspettasse molto da me e che mi mettesse alla prova. Non sempre è così. Per me non è stata solo l’occasione di raccontare la storia di Maria Callas, una donna che trovo estremamente interessante, ma anche di lavorare con un regista che mi ha fatto crescere come attrice, che ha preteso molto da me e che mi ha guidato lungo un percorso. È stato un sogno lavorare con lui e spero di ripetere questa esperienza. Inoltre, al suo fianco ho imparato tanto anche di regia, cosa che mi interessa particolarmente, essendo anche io regista".

    Come si è preparata al ruolo?

    "Le aspettative di Pablo erano altissime, e voleva che cantassi. Ho preso lezioni per sei o sette mesi prima di riuscire a cantare veramente, e ho studiato l’italiano per immergermi completamente nel mondo dell’opera, per comprendere ciò che cantavo e rendere le scene verosimili. Non c’era un altro modo per farlo. Quando un attore inizia a recitare, c’è sempre qualcuno che gli chiede “Sai cavalcare? Sai parlare questa lingua?” e gli attori rispondono sempre di sì e poi devono darsi da fare per imparare. Quando Pablo mi ha chiesto se sapessi cantare, ho risposto di sì, ma lui ha preteso che imparassi il canto lirico perché il mio volto e le mie espressioni dovevano essere verosimili. Ma apprendere il canto serviva anche a comprendere Maria Callas, a calarmi nel suo personaggio. La musica è stata la sua vita, così come il suo rapporto con la voce e il corpo, il suo talento, la sua presenza scenica, il suo contatto con il pubblico. Sono questi gli elementi per capire la Callas".

    Com’è stata l’esperienza di imparare a cantare in quel modo?

    "A dir la verità è stata una terapia di cui non pensavo di aver bisogno. Non avevo idea di quanta energia trattenessi. Quindi la sfida non è stata tanto tecnica quanto emotiva perché ho dovuto imparare a cercare la mia voce, a trovare un contatto con il mio corpo, a esprimermi. Ho dovuto dare tutta me stessa. Quando i cantanti lirici esprimono il dolore, non è una cosa superficiale, ma scavano a fondo, dentro di sé. Sono emozioni totalizzanti, che li avvolgono completamente, devono avere un atteggiamento di apertura e cantare con la voce più forte che hanno".

    Il suo rapporto con l’opera è cambiato?

    "Ho sviluppato un grandissimo amore per l’opera, un amore autentico, l’opera mi è entrata dentro e fa parte della mia vita, diversamente da prima. Ora, quando assisto a uno spettacolo di opera lirica, mi abbandono e lascio che mi invada completamente. Prima non la capivo a pieno, in effetti abbiamo spesso l’impressione che si tratti di qualcosa di elitario, distante da noi. Ma l’opera è immensa e solo la sua forza riesce a esprimere i sentimenti più profondi, come un grande amore o un grande dolore".

    Deve essere stata un’esperienza incredibile girare quelle scene, spesso accompagnata da una grande orchestra. Cosa ha provato?

    "È un’esperienza che ti trasforma sia come artista che come essere umano. La musica non era mai stata parte integrante della mia vita, spesso ascoltavo quello che volevano ascoltare gli altri. Occupava un posto abbastanza marginale nella mia vita. Attraverso questo ruolo sono entrata in stretto contatto con la musica, me ne sono innamorata anche grazie alla presenza dei pianisti, dei cantanti e di tutti i musicisti presenti nel film. Sono così felice di essermi risvegliata alla musica e ho scoperto che può essere una terapia molto benefica. Poter visitare certi luoghi leggendari mi ha fatto sentire l’artista più fortunata del mondo. Da un lato dovevo interpretare le emozioni e il dolore, dall’altro ero circondata da musicisti che danno voce a quel dolore tramite i loro strumenti".

    Attraverso una tecnologia raffinata, nel film la Sua voce si amalgama con quella di Maria Callas. In che modo questo ha influenzato la sua performance?

    "In effetti nessuno si aspettava che cantassi perché nessuno al mondo piò cantare come Maria Callas. All’epoca era ineguagliata e sarebbe assurdo non far sentire la sua voce nel film. La sua voce e la sua arte permeano completamente la storia. Nelle scene di canto, lei è al mio fianco, è una cosa che facciamo insieme. È stato un onore interpretarla, e allo stesso tempo, insieme a lei, dare vita al suo personaggio. Ho cercato di capire perché ha fatto certe scelte. Non avevo mai recitato il ruolo di un’artista prima d’ora. E più comprendevo la sua vita, più diventavo una sua fan. Oltre tutto Maria era una bravissima attrice".

    Lei dice che Maria Callas è stata al suo fianco, sulla scena. Cosa prova per questa artista dopo aver trascorso tanto tempo con lei?

    "Le voglio molto bene. Mi commuove e sono felice di aver avuto l’opportunità di mostrare il suo lato più umano. Maria era molto miope: le lenti che indossava quando era già adulta rivelano che fosse quasi cieca. Da giovane non poteva esibirsi con gli occhiali sul palco, era inaccettabile, quindi doveva memorizzare tutto ciò che cantava. Solo da questo possiamo renderci conto di quale forza di volontà possedesse. Da giovane era stata spinta verso il canto dalla madre e nel corso del tempo è stata in grado di raggiungere livelli eccelsi che hanno profondamente cambiato la lirica. Ma da adulta le cose sono cambiate, e il pubblico l’ha criticata e ha subito enormi pressioni. Credo fosse molto sensibile, perché non è possibile esprimere tutte quelle emozioni senza possedere una grande sensibilità".

    Anche la Callas fa parte di quelle donne famose che hanno subito critiche più aspre rispetto ai loro colleghi uomini?

    "Questo succede sempre quando si raggiungono certi livelli, e penso che Maria lo sapesse bene. Sapeva di dover rasentare la perfezione, vista la sua popolarità. Ha dato il massimo sia nel canto, sia nel modo in cui si è battuta nella sua vita. Non deve essere stato facile relazionarsi con una madre che la offendeva e la sminuiva. Non riesco neanche a immaginare una situazione simile perché mia madre per me è stata un grande sostegno e conforto. Il film racconta il rapporto di Maria con la sua voce, il suo dolore e la sua capacità di amare. Il suo vero amore è stata la musica".

    Gli attori non protagonisti del film comprendono Pierfrancesco Favino, Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee e Haluk Bilginer. Come è stato lavorare con loro?

    "La cosa interessante è che ognuno di noi ha incarnato personaggi reali, che hanno avuto fra loro rapporti reali. Ferruccio, il maggiordomo interpretato da Favino, è ancora vivo ma non ha mai raccontato nulla di Maria Callas ai media. Con noi ha condiviso alcune storie e pensieri ma non è mai voluto venire sul set. È bello sapere che alla fine della sua vita la Callas sia stata circondata da persone che le volevano bene, e il film di fatto rende omaggio a queste persone che l’hanno circondata di affetto ed attenzioni. Ma anche io ho avuto il sostegno dei miei colleghi, soprattutto quando dovevo interpretare scene cariche di emozioni. La loro gentilezza e compassione nei miei confronti sono state autentiche".

    Fonte: Dal Press Book di Maria


     
    1

    <- torna all'elenco delle interviste

    Tin Soldier

    RECENSIONE - In Streaming su Amazon Prime dall'8 Maggio ..

    Un altro piccolo favore

    The Accountant 2

    Sequel di The Accountant (2016) - RECENSIONE - Dal 24 Aprile

    "L'amore ..

    The Legend of Ochi

    In questa avventura fantasy, esordio alla regia di Isaiah Saxon, Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed ..

    Flight Risk - Trappola ad alta quota

    Mel Gibson torna dietro la macchina da presa dopo otto anni da La battaglia di ..

    Black Bag - Doppio gioco

    Dal 30 Aprile ..

    Thunderbolts*

    Dal 30 Aprile ..