LA MIGLIORE OFFERTA - INTERVISTA al regista e sceneggiatore GIUSEPPE TORNATORE
29/12/2012 -
LA MIGLIORE OFFERTA - INTERVISTA a GIUSEPPE TORNATORE
Sul film:
GIUSEPPE TORNATORE: "La trama del film ha un disegno molto semplice. È una storia d'amore raccontata attraverso la tessitura narrativa del thriller, ma senza assassini né assassinati, né tantomeno investigatori. Il protagonista è un battitore d'aste molto apprezzato, grande intenditore d'arte e dalla personalità estremamente complessa. Viene chiamato da una giovane donna che gli affida la vendita degli arredi e dei dipinti della sua villa antica. Tra i due nasce un rapporto molto contorto che porterà il nostro personaggio ad un ribaltamento totale della sua personalità, del suo
modo di rapportarsi alla vita, al mondo e agli altri.
Il film nasce da due idee completamente diverse l'una dall'altra: una antichissima, a cui pensavo già una ventina d'anni fa, un‟altra più recente. Entrambe mi incuriosivano, ma non a tal punto da decidermi a farli diventare film. Finché un giorno, per gioco, ho provato a combinare le due idee una sull'altra e ho trovato immediatamente la soluzione che cercavo. A quel punto la storia ha cominciato a camminare da sola".
Sul cast:
G. TORNATORE: "Jim Sturgess e Sylvia Hoeks li ho trovati come faccio sempre quando metto in piedi il cast di un film: ho fatto diversi provini, ho preso in considerazione varie possibilità e poi, quando li ho incontrati, mi sono reso conto che Jim era il Robert che cercavo e Sylvia la Claire che serviva a me.
Geoffrey Rush è stato uno degli attori ai quali ho pensato fin dall‟inizio. Lo seguo da moltissimi anni e in un primo momento temevo fosse troppo giovane per la parte. Poi, cercando delle sue immagini recenti, ho visto delle foto, fatte credo ad una premiazione, nelle quali aveva i capelli tagliati a zero. Sono rimasto molto colpito perché il personaggio del mio film doveva avere qualcosa nei suoi capelli di molto particolare. Quando sono andato a trovare Geoffrey a casa sua a Melbourne ho portato dentro la mia valigia il personaggio di Virgil Oldman. Di Virgil sapevo già tutto, quindi andavo come un sarto che ha imbastito un vestito e lo va a provare al cliente e poi modifica qualche cucitura, tira su un po‟ la manica, fa qualche segno con il gesso. Questo genere di modifiche le ho calibrate insieme a lui. Ci siamo studiati il copione parola per parola e lui, nei limiti del suo personaggio, è stato non solo attore, talvolta anche sceneggiatore, nel senso che in alcuni casi mi chiedeva conto e ragione di un termine, di una battuta, di una reazione che gli poteva sembrare poco chiara o non del tutto coerente con il personaggio. Questo mi aiutava a ribadire i concetti che erano già nel copione, e mi dava la possibilità di un‟ulteriore verifica di ciò che a me sembrava giusto. È stata un‟esperienza importante, quattro giorni da soli chiusi in casa a mettere a punto il personaggio, a leggere e rileggere, talvolta a provare il suo modo di comportarsi, il suo modo di parlare, parola per parola, anche il modo di camminare, di indossare i guanti… Un lavoro importantissimo che ha reso poi facile tutto il resto".
Sull’uso del digitale:
G. TORNATORE: "Mi sono trovato bene con il digitale anche se il mio amore per la pellicola resta intatto come una volta. Però da tempo avvertivo che prima o poi avrei dovuto fare questo passo. Il vecchio sistema, tanto caro a tutti noi amanti della pellicola, ormai comincia a non dare più quei risultati che riuscivamo a conseguire in passato, perché i laboratori cominciano a non essere più attrezzati come una volta, perché i bravi stampatori non esistono più, c‟è un disamore, un disuso di questo mezzo che inevitabilmente ti fa cercare la qualità altrove. Ero incerto se fare il passaggio al prossimo film, ma poi mi sono detto: 'Perché aspettare ancora?' e così ho deciso. E non mi sono pentito. Ma mi intristisce molto pensare che tra poco nessuno sarà in grado di caricare una pizza 35mm su un proiettore. Proprio perché quel mezzo è al suo tramonto bisognerebbe creare le figure professionali in grado di conservarlo".
Sulla produzione:
G. TORNATORE: "Mi In genere mi lascio catturare dall'interesse e dall‟amore che colgo in un produttore che mi chiede di fare un film con lui. E devo dire che ho avuto la fortuna di lavorare con grandi produttori. Nel caso del giovane Arturo Paglia mi ha colpito la sua determinazione. Il suo 'corteggiamento' è durato a lungo e mi è sembrato che fosse sincero. Inoltre mi piace molto il suo entusiasmo. È anche per questo che ho accettato di fare il film con lui ed è stata un‟esperienza molto interessante".
LA REDAZIONE
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