INCEPTION - INTERVISTA al regista CHRISTOPHER NOLAN (A cura dell'inviato FRANCESCO ANZELMO)
22/09/2010 -
INCEPTION, un film dalla lunghissima gestazione, dieci anni per scrivere una sceneggiatura vincente che ha richiesto un atto di fede da parte degli Studios, ci racconta l'autore e regista CHRISTOPHER NOLAN, fiducia che il pubblico nel mondo sta ripagando a dovere. NOLAN, accompagnato dalla moglie Emma Thomas, parla delle sue fonti d'ispirazione, da Borges a Kubrick, delle sue idee sul cinema del nuovo millenio e del punto di vista di INCEPTION, nuovo panorama nel binomio tra virtualità e realtà raccontato dal cinema.
Questo film mi ha dato l'idea di avere la struttura di un 'video game', Quali
sono le sue fonti d'ispirazione per questo lavoro? E poi Di Caprio è entrato subito nelle sue mire, ha pensato subito a lui?
CHRISTOPHER NOLAN: "Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura ormai 10 anni fa e allora tra le mie fonti d'ispirazione c'erano sicuramente Borges, dal punto di vista letterario e cinematograficamente invece sicuramente Kubrick, Odissea nello spazio, Ridley Scott e Blade Runner. Diciamo che ho cominciato a scrivere questo film in un momento in cui il cinema si trovava nel passaggio verso un nuovo millennio dove ci si iniziava a chiedere che cosa fosse veramente reale, cosa succederebbe se il mondo in cui viviamo non fosse reale ma finto e costruito? Il mio obiettivo era invertire questa domanda e coinvolgere il pubblico e cercare di porre la domanda in un'altra maniera. Ovviamente io ho iniziato 10 anni fa a scrivere questa storia quando l'idea di un sogno nel sogno non sarebbe stata capita come ai giorni nostri con tutte le evoluzioni tecnologiche avvenute. Riguardo a Di Caprio, c'è sempre stata la volontà di lavorare con lui e 'Inception' è stata l'occasione più adatta".
Il suo cinema è pervaso da una forte senso di inquietudine, seducente e affascinante. Hai mai razionalizzato da dove viene l'origine di questa ispirazione?
C. NOLAN: "Non cerco di analizzare molto le mie ispirazioni, ma tendo a scrivere quello che mi piace e in cui mi identifico di più, quello che in questo caso mi interessava fare era soprattutto esplorare il punto di vista del film, cercare di analizzare la differenza tra la visione soggettiva e la realtà oggettiva che ci circonda, cercando di metterle a confronto".
I fratelli Wachowski raccontarono che per spiegare 'Matrix' agli Studios dovettero fare una sorta di albo a fumetti, voi avete dovuto fare una cosa del genere vista la complessità di questo bellissimo film?
C. NOLAN: "Io non faccio di solito nessuna presentazione ideata per illustrare il film o per venderlo, ho reso forse la vita agli Studios non del tutto facile, in quanto ho solo dato loro la sceneggiatura e dalla lettura di questa ho aspettato il responso. Molti l'amarono subito e altri vollero delle spiegazioni, ma tutti fecero un atto di fede attendendo di vedere il risultato dopo il primo montaggio".
Avete pensato che 'Inception' potrebbe essere un film autobiografico? Come Coob costruisce sogni e ci mette dentro gente, anche voi da una vita costruite sogni dentro cui mettete tutti quanti noi.
C. NOLAN: "Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura ho fatto in modo che il processo che questo gruppo di persone segue fosse quanto più reale, ovviamente quando ho iniziato non avevo idea dell'aspetto autobiografico, ovvero di fare un film su come si fanno i film, ma a posteriori chiaramente è quello che è successo".
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