67. Mostra del Cinema di Venezia: CIGNO NERO - BLACK SWAN di DARREN ARONOFSKY - PRESS CONFERENCE & DINTORNI (A cura di PATRIZIA FERRETTI)
01/09/2010 -
Lido di Venezia, 1° Settembre 2010 - Alla Conferenza Stampa di BLACK SWAN
sono interventuti il regista DARREN ARONOFSKY, l'attrice NATALIE PORTMAN, gli attori VINCENT CASSEL, BENJAMIN MILLEPIED, lo sceneggiatore MARK HEYMAN e il produttore SCOTT FRANKLIN.
'Black Swan’ e ‘The Wrestler’ hanno in comune una forte dimensione psicologica anche se le situazioni sono completamente diverse.
DARREN ARONOFSKY: “Quando ho cominciato a fare Black Swan dopo The Wrestler, ho visto che i due film erano molto collegati l’uno con l’altro perché più studiavo il mondo del balletto e più mi rendevo conto delle somiglianze con quello del
wrestling, perché i due mondi hanno questi attori che utilizzano i loro corpi in un modo estremamente fisico ed intenso. Tutta la loro performance è basata sulla loro attività fisica, sul loro aspetto fisico, e li ho considerati come due film in parallelo, ma ciascuna storia segue il suo stile, la sua narrativa, la sua casualità. Quando abbiamo avvicinato il mondo della danza, del balletto, ci siamo subito cimentati con la storia de Il lago dei cigni, con i due personaggi del cigno bianco e di quello nero e questo ci ha permesso di approfondire l’aspetto psicologico e quello implicito
della dualità, ed è così che è cresciuto il film stesso”.
E’ un film che toglie il fiato, ottima recitazione. Una domanda per Natalie Portman: lei ha iniziato a recitare quando era molto giovane, come si è preparata a questo ruolo così impegnativo e quale è stata la sua reazione psicologica mentre interpretava questo personaggio?
NATALIE PORTMAN: “Darren e io abbiamo parlato molto del film e ne abbiamo parlato per la prima volta nel 2002, se non ricordo male. Ed è stato interessante poter aver avuto periodo di gestazione del film, con questi sette anni, per permettere che l’idea sedimentasse in noi.
Eh si perché era già formata come storia fin dal 2002, e quindi sono stata in grado di far sì che si infiltrasse dentro di me un po’ alla volta, quindi l’ho digerita e poi, nei sei mesi prima di cominciare a girare il film mi sono concentrata e ho lavorato per 5 ore al giorno sia con la danza che con il nuoto e abbiamo poi cominciato a studiare e a praticare la coreografia in un modo molto estremo, perché il film spesso parla di estremi, di disciplina, di concentrazione, di ossessioni ed è stata un’esperienza fantastica. Abbiamo avuto
un gruppo che si è isolato in questo mondo e ci siamo sentiti molto vicini”.
Sarebbe bello poter pensare che Black Swan sia un ritratto di una compagnia di danza, un ritratto molto preciso ed accurato. Pensa che sia stato questo o piuttosto un’idea che si ha del balletto?
DARREN ARONOFSKY: Abbiamo un nostro coreografo che è anche una star della danza che può rispondere a questa domanda. Mark e io abbiamo lavorato molto per entrare nel mondo della danza ed è stata una cosa molto difficile perché è un mondo molto isolato, capsulare, che non si interessa a null’altro. Quando si
arriva lì dicendo che faremo un film sul mondo della danza la maggior parte degli addetti ai lavori non rispondeva alle nostre telefonate e scuoteva le spalle o la testa, non faceva salti di gioia. Malgrado questo, in pochi mesi siamo riusciti ad avere un'idea di qualcosa di positivo che avremmo comunque fatto e allora abbiamo cercato di catturare noi stessi questo mondo, anche in senso reale e documentaristico. Potevo fare una cosa molto stilizzata come i miei lavori iniziali oppure fare qualcosa di documentaristico come ho fatto con The Wrestler. In realtà ho cercato invece di abbinare questi due approcci per avere un risultato diverso... Penso che nei film ci siano delle cose che succedono di per sé, per cercare di raggiungere la perfezione e di riprodurre l'aspetto drammatico che può verificarsi nel mondo della danza... Queste sono cose che succedono e ambedue possono rispecchiare la realtà".
(... SEGUE)
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