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    L'INTERVISTA

    MATRIMONI E ALTRI DISASTRI - INTERVISTA all'attrice MARGHERITA BUY

    22/04/2010 - MARGHERITA BUY interpreta Nanà nella commedia di NINA DI MAJO MATRIMONI E ALTRI DISASTRI.

    Chi è Nanà?

    MARGHERITA BUY: "Il personaggio di Nanà è abbastanza complesso, difficile da raccontare in due parole; è una donna che viene da una famiglia borghese, che però decide di fare tutto un altro percorso nella sua vita. Non lavora nell'importante azienda vinicola dei genitori; ha aperto una libreria. Anche se ama la sua famiglia, ne prende un po' le distanze. È una donna indipendente, autonoma, anche faticosa con la sua solitudine – solitudine che viene descritta in maniera divertente; ad un certo punto sua sorella minore, molto più piccola di lei, deve sposarsi, ma non può farlo senza il suo aiuto, perché deve partire per quello che appare un importantissimo impegno di lavoro. Controvoglia Nanà decide di affrontare quello che considera un rito orribile, il matrimonio, con le liste di nozze e tutto quello che ha odiato per tutta una vita, per affetto verso la sorella e la sua innata bontà. Siccome deve farlo insieme al futuro marito, il divertente è proprio lo scontro con questo personaggio maschile, Alessandro, che è tutto diverso da lei: un uomo che bada al denaro, apparentemente cinico. Questo crea certamente delle situazioni divertenti; poi la storia va avanti, ci sono tanti colpi di scena".

    Supposto che ci sia un po' di se stessi in ogni personaggio, lei in cosa ti somiglia?

    M. BUY: "Penso mi somigli nella disponibilità, nel darsi sempre da fare per gli altri. È una donna simpatica, buona... per questo credo di essere abbastanza simile a lei. È ancora valida, secondo te, l'equazione che sembra appartenere al personaggio che hai descritto? E cioè: donna colta, interessante e buona uguale solitudine. Bè, certamente tutte le sue indubbie qualità in qualche modo la ostacolano. Lei non è disposta a prendere quel che capita, si avvicina a delle persone di cui ha grandissima stima e che stimano lei; e così è tutto più complicato, non si è mai contenti".

    Tu hai ormai un'enorme esperienza sia nel genere drammatico, che ti ha dato enormi soddisfazioni, che nella commedia, che però sembra sempre la sorella minore; è ancora vero che, come si dice, il premio si vince col dramma?

    M. BUY: "Spero che non sia ancora così. Anche in Italia, quando si vuole, si fanno delle commedie acute, intelligenti, che danno spunti per dei pensieri importanti. Ci sono tanti autori che sanno parlare di cose serie facendo ridere".

    Quale è stato a tuo avviso il percorso della commedia, dalla grande stagione ad oggi? C'è un futuro?

    M. BUY: "La commedia è un genere che deve far riflettere in modo leggero, quindi ha sempre preso spunto dalla realtà; mi sembra che ogni epoca abbia saputo far ridere su quello che succedeva in quel momento. Anche ora si racconta di noi, del nostro allontanamento dalla politica, del bisogno di emergere a tutti i costi – come ha raccontato l'ultimo Virzì. I problemi che ci riguardano in questo momento sono angoscianti, quindi è difficile fare una commedia tout court. Chi scrive deve saper ben affrontare la realtà, e non è semplice. L'evoluzione della commedia, quindi, va di pari passo con quella della nostra società".

    Secondo te questo buonismo 'politically correct' può funzionare un po' da freno per la commedia?

    M. BUY: "Credo che le scorrettezze di oggi siano affidate ad altri tipi di film. La commedia alla quale penso io, quella di respiro europeo, affronta le cose in maniera diversa".

    Com’è la Toscana, nella tua esperienza

    M. BUY: "Io sono nata e vivo a Roma, ma mi sento Toscana; i miei erano di lì, abbiamo ancora una casa vicino Pistoia. La toscanità è ancora molto forte, il toscano ha un forte senso di appartenenza alla propria terra, vive un campanilismo al limite. Lo dimostra il fatto che un toscano che vive a Roma da 50 anni ancora parla il suo dialetto".

    Ogni troupe è una famiglia che alla fine si deve abbandonare, questo è noto. Ti mancherà anche il tuo personaggio, finite le riprese?

    M. BUY: "Ogni personaggio ti lascia qualcosa dentro, inevitabilmente. Nanà mi mancherà senza dubbio, perché, come altri del passato, ha tirato fuori una parte di me che non conoscevo. Sono vite che vivi oltre alla tua".

    I tuoi personaggi sono sempre positivi. Vorresti interpretare un ruolo da cattiva?

    M. BUY: "Sai, la mia faccia non si presta ad un cattivo classico. Se però intendiamo una cattiveria più sottile, o psicologica, inconsapevole, sì, è un ruolo che mi manca e che affronterei volentieri".

    Avresti timore a farlo?

    M. BUY: "Io adoro i film di genere. Se ben scritto, un ruolo del genere sarebbe più che affascinante. Una sfida che affronterei volentieri".

    Te l’ho chiesto perché sembra che in Italia si tenda ad evitare di associarsi ad un ruolo sgradevole, per paura di un rifiuto del pubblico: è vero, secondo te? E la colpa è di una diseducazione del pubblico?

    M. BUY: "C'è una pigrizia, magari dolce, anche nel pubblico, è vero. Non credo sia più così valido il discorso della paura degli attori, ma è vero che se ci fossero sceneggiatori, produttori o registi più coraggiosi sarebbe più facile scavalcare certi pregiudizi".

    Chiudiamo su un veloce ritratto di Nina di Majo, la regista di questo film

    M. BUY: "Vulcanica, intelligente, colta, simpatica... nevrotica! È una ragazza veramente determinata, e con un grande talento. Spero che questo film vada bene anche per questo motivo".


     
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